12 ottobre, una prece

Oggi un mio concittadino del quale è difficile essere orgogliosi “scopriva” (ma de che?) un continente.
Seguono massacri, conversioni forzate, saccheggi, stupri, l’odore acro delle pire per bruciare i selvaggi.
Ricordo un concerto di Faber, tanti anni fa, parlava delle famigerate “Colombiane”, manifestazione genovese per celebrare i 500 anni da questa “scoperta”, e spiegava il perché aveva detto <<No, grazie>> al gentile invito degli organizzatori (Ma come! Lui, un altro genovese illustre, che rifiutava di partecipare alla grande festa?)
E diceva pressapoco che erano passati 500 anni da quando Colombo, <<Chioma al vento, occhio sognante, piede sicuramente fetente>> calcò per la prima volta la terra del Nuovo Mondo. E aggiungeva che per lui non c’era proprio niente da festeggiare. Anzi, era una giornata di lutto.
Meno male che Faber ha sempre le parole giuste anche adesso che non c’è più, anche quando a me mancano.

4 thoughts on “12 ottobre, una prece

  1. non devi sentirti in colpa…

    non ci sei mica andata te nelle americhe a colonizzare…:-)

    un bacio e spero di tornare a Genova quanto prima, appena i fantami del luglio 2001 siano passati

    baci

  2. mah, allora non ti vedremo tanto presto. Tutto sommato sono fantsami che vorrei rimanessero, almeno nella coscienza, per ricordare a tutti fino a che punto si è arrivati.

  3. A Colombo scoprire l’America non ha portato alcun vantaggio, solo grossi guai.

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