50 Sfumature, il film

Torno dall’anteprima del film 50 Sfumature di grigio e per l’occasione rispolvero il mio negletto blog.

Dunque, dei libri (sì, li ho letti tutti e tre) ho parlato qui. Più dell’autrice che dei libri. Riassumo: non è il mio genere, li ho letti per curiosità e pure un po’ per cazzimma. Il primo era, nel suo genere appunto, gestibile, il secondo meh, il terzo proprio no.

Il film, per punti sintetici:

– Patinato come un bello spot, per quello (e solo per quello, sennò giustamente Paola Jacobbi s’infuria) mi ha ricordato 9 settimane e mezzo; le scene nella supercasa di Mr Grey, con quelle vetrate su Seattle, meritano e rendono bene le descrizioni dei libri;

– Ci sono 20 minuti di scene di sesso sulle due ore circa di film, ma se ci andate per quello, sappiate prima di tutto che non sono 20 minuti di fila (come, confesso avevo capito io pensando: ah, però!) e che, soprattutto, la tensione erotica tra i due protagonisti è inesistente (colpa soprattutto di lui, ma vedi sotto). Le frustate sembrano ordinate dal medico dell’Asl, le sculacciate fanno più ridere che fremere (sempre che interessi il genere, eccetera);

– Lei (Dakota Johnson) è, a sorpresa perché t’immagini la solita figlia d’arte imposta sul set, brava e abbastanza in parte. Inoltre, per la necessaria sintesi del film rispetto al libro, risulta meno insopportabilmente sciocca e impacciata che su carta. Diciamo che Anastasia, su schermo, ne guadagna in empowerment. Lui (Jamie Dornan), per me è uno dei miscast più sonanti degli ultimi tempi. Leggendo il libro ti immagini un Mr Grey sexy, scattante e dallo sguardo affilato, al cinema ti ritrovi un bietolone dall’occhio bovino. No e no.

– Risate in sala a tratti per qualche scorcio di dialogo. In particolare quando lui, per convincerla che a modo suo ci tiene, le confessa: “Non ho mai portato nessuna in elicottero”.

– Le scarpe di lei. Va bene all’inizio, che è un ragazzina sfigatella che recita a memoria Tess dei D’Urbervilles, ma poi quando la storia si dipana e il suo milionario sadico inizia a comprarle i vestiti, perché continuano a farla andare in giro con quegli orrori?

– Infine, un po’ lungo. Giusto un po’. E poi se volete ridere davvero, ricordatevi che la Rossella Calabrò ci ha scritto su qualcosa, sul Gigio of course.

Detto questo, piacerà tantissimo, avrà successo, incasserà milioni. La verità è che sono delusa perché nella borsa dei gadget c’era una t-shirt, grigia ovviamente. Neppure un paio di manette. O uno straccio di frustino.

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