8 marzo: aiutati, che una donna t’aiuta

mimosaPosto che siamo tutte d’accordo: dell’8 marzo non ce ne può fregare di meno, le mimose sono fiorite un mese fa abbondante (queste a lato, sul mio terrazzo, sono di metà gennaio) e quelle che saranno vendute in questi giorni a prezzi esorbitanti arrivano dritte dai frezeer, segnalo comunque qualche iniziativa interessante che sì, potrebbe essere fatta tutto l’anno, ma comunque merita.

Un bel dossier di Redattore Sociale rivela una grande verità: ad aiutare le donne sono soprattutto le donne. E questo non ha niente a che fare con riserve indiane, quote rosa o spirito di corpo. Il fatto è che spesso sono le unicheMAMMA AMICA alle quali importi qualcosa. Secondo la Fivol, infatti (Fondazione italiana per il volontariato), un’organizzazione su quattro è composta da sole donne e, nel mondo delle onlus in genere, milita un esercito di 500 mila volontarie, impegnate soprattutto nei confronti del mondo femminile in difficoltà.
Un esempio, senza andare troppo lontano, è l’associazione Mamma Amica di Milano, che forma volontarie per aiutare le donne in difficoltà dopo il parto. La responsabile del progetto, Silvia Piacentini, spiega: “L’esperienza nelle nostre case di accoglienza per minori ci dice che molte situazioni di allontanamento si sarebbero potute evitare se solo le mamme avessero avuto un supporto amicale, affettivo e pedagogico. Crediamo che per aiutare un bambino, e quindi per “creare” un adulto sereno, sia fondamentale garantire alla madre una maternità tranquilla”.
Come si dice, chi è d’accordo alzi la mano. Credo sarebbe un plebiscito.

UNOA Roma numerosi eventi tra cui la presentazione del dvd Uno virgola due, documentario di Silvia Ferreri, giovane regista che ho intervistato tempo fa. Si tratta di un’approfondita analisi sul perché le donne italiane abbiano così pochi figli (1,2 appunto, la media nazionale). Succede il 7 marzo alle 21 presso la libreria Arion di Via Veneto 42, presenti l’autrice e Miriam Mafai.
Sempre a Roma, mostra dell’UDI di manifesti e slogan degli 8 marzo passati, fino al 27 al Museo di Roma in Trastevere, piazza S. Egidio.
1976Indovinello: a quando risalgono questi due slogan?

1) Maternità, valore sociale. Non ruolo ma scelta.
2) Libera nella maternità, autonoma con il lavoro, protagonista nella società.

Chi ha risposto “all’anno scorso, ma ancora non sono stati realizzati” ha sbagliato. Sono rispettivamente del 1975 e del 1976. Io avevo 3 e poi 4 anni. Vanno bene tuttora. Se non altro l’UDI può risparmiare sul copy.

A Milano, convegno organizzato dalla Provincia: Lo sguardo di una donna sul mondo cambia il mondo. Andrei volentieri in particolare a sentire la tavola rotonda Donne che si prendono più cura del mondo…uomini che si prendono più cura dei figli: l’Italia che sogniamo, ma ho paura di mettemi a ridere. O a piangere, non so. (Memo: il 2007 è l’anno europeo della pari opportunità).

Infine, la brutta notizia: la Casa delle donne maltrattate di Milano, nata nel 1986 dalle donne per le donne, in 21 anni ne ha aiutate oltre 17 mila. Nel 2006 ha accolto 13 donne e seguito 474 casi di maltrattamenti che vanno dagli abusi familiari allo stalking. Per mancanza di fondi, però, la struttura potrebbe ridurre significativamente la sua attività. “Nel 2002 abbiamo ricevuto l’Ambrogino d’Oro, ma i riconoscimenti e gli attestati di stima non bastano a pagare affitti, consulenze e spese di emergenza per le donne ospiti. Per il 2007 non c’è ancora un finanziamento certo da parte di nessuna delle istituzioni milanesi (Comune, Provincia e Regione)” ricorda la presidente Tiziana Catalano.
Mariolina Moioli, assessore ai Servizi sociali del Comune di Milano, ha promesso che nel bilancio 2007 verranno stanziati 680mila euro per la promozione delle pari opportunità e per combattere i maltrattamenti familiari. Sarebbe meglio non servissero, ma visto che servono eccome, speriamo che la promessa sia mantenuta (Memo: il 70% delle donne che muore di morte violenta, muore per mano del partner).

Comunque auguri, eh?

15 thoughts on “8 marzo: aiutati, che una donna t’aiuta

  1. concordo al 100% Blimu, le donne sono straordinarie. hanno un difetto solo non riescono ad aggregarsi a fare gruppo come lo sanno fare gli uomini, quando riusciranno nell’intento allora governeranno questo mondo

  2. Ti segnalo l’inutile iniziativa della Fiera di Udine e Gorizia dedicata alla “cultura della donna” (definizione che si commenta da sola):

    http://www.fierarosa.com/

    Abbiamo davvero bisogno di una fiera pink, mascherata da evento per le Pari opportunità, che, cito la homepage del sito, ha come principale attrazione

    “la presenza di eventi di assicurato successo come “Armadi Aperti” Mostra-Mercato del Vintage e “Multidonna” dedicato alle produzioni delle/per le donne di tutto il mondo” ????

  3. Dania: se l’evento clou è Armadi aperti il seminario cos’è, “Donne all’acquaio”? Non male, non male.
    Luca: io un po’ d’accordo con te lo sono. Perché sono troppi i casi in cui le donne fanno (facciamo) a gara a beccarsi/ci tra loro/noi come i capponi manzoniani, purtroppo.

  4. Io credo che invece di comprare le mimose (congelate come dici tu cara Blimunda) si potrebbe investire una cifra simbolica e donarla a una delle inizative da te citate oppure alla ricerca contro le malattie, dato che anche in questo settore, in Italia, i fondi sono stati tagliati.
    Purtroppo non ho iniziative da indicarti, all’epoca dell’ Università, con una prof patita di questo tema e femminista (sempre che nel 2000 si possa ancora parlare di femminismo) forse sarei stata in grado, ma ora che la mia vita milanese mi taglia via un po’ da tutto (io mi faccio anche tagliare fuori)non mi viene in mente niente.

    PS.Luca mi sa che hai ragione, troppe volte noi donne ci becchiamo fra di noi soprattutto nel lavoro, forse è per questo che non riusciamo mai a fare lavoro di squadra.

  5. Stasera, le donne di casa mia vanno tutte al ristorante e mi mollano qui con 2 uomini. Saranno stronze! Auguri! ;-)***

  6. 1. Dubitate di quegli uomini che dicono…voi donne siete eccezionali.
    2.”L’emancipazione” ha portato le donne a emulare gli atteggiamenti degli uomini, il più delle volte copiando quelli sbagliati
    3. odio le giornate commemorative.
    4. Adoro le donne, sono eccezionali

  7. Aranel: guarda, sulla carta un’ottima cosa, ma le iniziative da riserva indiana con la tutela obbligatoria mi mettono sempre un po’ di malinconia…
    Sara: “sempre che si possa ancora parlare di femminismo…” Infatti, si può?
    Tillo: chiarissimo. Quindi dubitiamo compatte.
    Luca: coraggio, l’hai fatto con le migliori intenzioni, era chiaro ;-)
    Princy: guarda, meglio che le tristissime uscite a vedere i Centocelle Nightmares…
    serpe: auguri a te, cara!

  8. Auguri a te. Se passi sul mio blog ho segnalato un’artista (fotografa) iraniana da non perdere. Un abbraccio Mapi

  9. Si può ancora parlare di femminismo? Io credo di sì. In Italia non è più strutturato, non esistono più figure di riferimento forti, ma volendo le si possono trovare: Marta Boneschi, Chiara Valentini per citarne solo due. Anche Silvia Ballestra si è buttata nella mischia, con l’ultimo libro-scenata, in cui in pratica ci fa il culo per essere così compiacenti.

    Personalmente, ci provo tutti i giorni, a rifare il femminismo. Ma non rifarlo come negli anni ’70, ché lo zoccolone fa venire i calli. Rifarlo in maniera riveduta e corretta, senza separatismi, con la partecipazione di tutti gli uomini che gradiscono unirsi. Con gli uomini diventa divertente :)

  10. Giulia: di più: credo che oggi solo con la partecipazione attiva degli uomini si possa raggiungere qualche risultato.

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