Il comodino dei libri per Natale

Operazione regali di Natale: “Meglio un buon libro”. Via, partiamo, sono già in ritardo. Fra l’altro, le pile sono sempre più alte e le foto sempre più sfocate. Chiedo venia.

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Minuti scritti. Da donne intelligenti, esercizi intelligenti. Fermamente convinta che non si insegna a scrivere, si insegna, semmai, a ordinare i pensieri e a rispettare le parole, ho amato molto gli esercizi di scrittura creativa proposti da Annamaria Testa, della quale parlo anche qui. Per creativi un po’ pigri.
Simona Siri scrive bene, è simpatica, è ligure, è un’amica ed è afflitta dal mio stesso problema (“Ma che problema! E’ una fortuna!” “Provaci tu a infilarti in una camicetta sciancrata senza che i bottoni esplodano, poi mi dici”). Vogliamo la favola è la storia della nostra educazione sentimentale – sì, anche quella che arriva da Candy Candy – nostra nel senso di noiquarantenni, ma è piaciuto molto anche a un’amica trentenne. Per un’amica simpatica. Per un’amica single. Per un’amica mamma che (ri)guarda i cartoni con la scusa: sailabambina.
A un’altra amica che lavora per Codice avevo chiesto Frank Rose. Immersi nelle storie è imprescindibile per chi vive sul web, si occupa di editoria o anche solo ama leggere e osservare l’evoluzione della scrittura. Ora, non vorrei dire la parola che ho votato tra quelle più insopportabili del 2013. Però si tratta anche di quello: storytelling.
Poi l’amica gentilmente ha aggiunto Come leggere uno scrittore, che devo ancora aprire ma mi incuriosisce molto e fa il paio idealmente, con i ricordi di Irene Bignardi di cui parlavo nello scorso comodino. Entrambi: per amici lettori forti e appassionati (avercene).
Con Cristina De Stefano ho lavorato parecchi anni fa a Elle. Poi lei è andata a Parigi (beata) e ne avevo perse le tracce. La ritrovo in questa biografia documentata, scritta benissimo, affettuosa e calda. Chi pensa che sulla Fallaci sia già stato scritto tutto, si ricreda, ora, subito. Per aspiranti, più che giornaliste, donne, più che donne, persone.
La Munro perché il Nobel, perché ho aspettato troppo per leggerla (non il Nobel, ma quasi, confesso), perché adoro le short stories, perché sono natalofobica e sotto le feste ho voglia di qualcosa di tagliente. Per l’amica persa tra lavorocasafiglimarito. Per chi è ingenuo o lo fa.
La nuova, magnifica edizione di Furore vale anche solo da tenere lì e guardare e sfogliare e ammirare e accarezzare le pagine volutamente ruvide e irregolari. Oppure, certo, da regalare. Per amici che cercano nuovi orizzonti. O per chi non l’ha mai letto. Ma voi non conoscete nessuno che, vero?
Carofiglio l’ho incontrato a Milano, perché ho collaborato all’organizzazione di un suo incontro con alcuni blogger. Posso dire che prima lo giudicavo antipatico? Ecco, mi sbagliavo. E’ stato affascinante e incantatore. E questo libro l’ho letto ancora più volentieri dopo averlo sentito raccontare da lui, con tutti i dettagli sulle scelte stilistiche e la genesi dei personaggi. Per gli amici del liceo, per quelli sportivi, per gli amanti della Puglia (un po’ tutti, credo).
Alice di Salvatore Mannuzzu è sul comodino perché me l’ha prestato un amico dicendomi devi assolutamente leggerlo (che è una delle cose più belle che un amico ti possa dire, credo) e io colpevolmente ancora non l’ho letto e quindi almeno faccio vedere che è in coda di lettura e mi scuso eccetera. Ma siccome mi fido molto dell’amico, lo consiglio anche a voi. Per un amico al quale pensate e volete dire: Questo devi assolutamente leggerlo.
L’ultimo di Chiara Gamberale mi ha incuriosito per due motivi: il primo è il concetto di cambiamento da introdurre nella vita anche solo “Per dieci minuti” al giorno. E chi non vuole provare a cambiare qualcosa, soprattutto in queste settimane di bilanci e buoni propositi? Il secondo è perché di suo non ho mai letto niente ed è un buon momento per iniziare. Per un’amica che vuole cambiare un pezzettino della sua vita o la sua vita un pezzettino alla volta.
Il mio gatto, io e il senso della vita e Come capire se il tuo gatto sta cercando di ucciderti sono stati due graditi regali, uno da parte di un ufficio stampa attento al mio essere gattara, l’altro da un’amica gattara (what else?). Servono altre parole? Bellissimi, teneri, divertenti entrambi. Per amici gattari. Per vincere facile sull’internet dei gattini.
Ancora orfana del Tango della vecchia guardia, sto cercando di ritrovare quella magia in un altro Pérez-Reverte, La tavola fiamminga. Non parla di tango, ahimè, ma mi è stato caldamente consigliato da chi conosce l’autore molto meglio di me. Speriamo non mi deluda, però, ché ho bisogno di emozioni. Per chi vuole evadere. Da qualunque posto.
Infine, il libro dei libri dei libri dei libri. Il Codex Seraphinianus. Non ne sapete niente? Sappiate solo che è la cosa più bella sulla quale avrete messo gli occhi. La cosa più bella di carta, d’accordo. E che lo stesso autore, raccontandone la genesi, dice di averlo creato come in trance. Grazie a una gatta che s’infilava ogni sera nella sua mansarda e si addormentava sulle sue spalle mentre lui scriveva in una lingua sconosciuta (ma perfetta) e disegnava oggetti e animali fantastici. Dice che glieli suggeriva la gatta. E tout se tient. Per bibliofili. Per quelli che l’odore della carta. Per gattari (di nuovo, sì).

Prossimo post: I libri di Natale per i bambini. A presto.

2 thoughts on “Il comodino dei libri per Natale

  1. Se resto ancora un po’ su questo blog succedono 2 cose: o cambio mestiere – ho un blog di libri pure io, ma non posso competere! – o do fondo al fido della carta di credito acquistando un’intera libreria!
    Bellissimi i tuoi comodini! :)
    Adoro questo blog, tanto quanto adoro i libri. Mi segno un po’ di titoli e poi (quando, non lo so) li leggo e li recensisco da me ;)

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