Cercasi guaina per nervo scoperto

Io, chi mi conosce lo sa, raramente rispondo male, anche quando servirebbe. Infatti ho la gastrite cronica a forza di tacere e sorridere, ma niente che non si sistemi con una bella golata collosa di Gaviscon.

Poi oggi, un giro di mail con due amici, quelli veri, quelli siamoamicidaventanni, il tentativo di trovare una data per vederci, tra Genova e Milano, la mia frase: “No, in quella settimana non posso, sono in viaggio per lavoro”, la risposta: “Una settimana intera? Povero lui, come farà da solo, come riuscirà a cavarsela con la bambina, sarà davvero una settimana pesante”, ed ecco, il drappo rosso sventolato davanti ai miei occhi.
Perché sono certa che a parti invertite non mi avrebbe mai detto “Poverina, come farai un’intera settimana da sola con la bambina”. Perché è normale che io, in quanto madre, stia una settimana da sola con mia figlia. Perché è altrettanto normale che un uomo, anche se marito e padre, abbia tutti i diritti di abbandonare il nido per lavoro. Perché in tre anni ho rinunciato a decine di opportunità di lavoro e ora mi sono un po’ stufata, se vado avanti così scriverò giusto per la Gazzetta della Martesana. Perché sono stanca di giustificarmi, nemmeno andassi una settimana alla Spa, e anche se fosse? Perché è tutto così banale, così già sentito, veduto e detto, che nove volte su dieci lascio perdere e nemmeno ci spreco il tempo di un post. Questa volta invece, sarò in preciclo, ora controllo, ho risposto, ho esagerato, ho portato l’overreacting a punte interessanti, mi sono attaccata mirabilmente alle tende, e peccato che via mail ci si perda il meglio.

Sì, lo so. Mi sono scusata, ho chiarito, ho promesso che cercherò una guaina per il mio nervo scoperto che funzioni altrettanto bene della Spanx.
E’ un amico. Mi conosce. Sa come la penso. Non intendeva. Non voleva. Ha due bambini piccoli e una moglie che, come me, si barcamena tra casa figli e lavoro.

Ma allora perché? Perché uomini giovani, con esperienza di paternità definiamola “attiva” e attitudine, anche se epidermica, alla condivisione dei compiti, senza neanche rendersene conto parlano per frasi fatte che nemmeno mia nonna? Sputano fuori, quando meno te lo aspetti, un bolo maldigerito di cliché millenari?
Non capirò mai perché quelli come lui, come dice mia madre, “quelli che aiutano in casa” (mia madre, capiamola, è stata funestata dal matrimonio con un uomo califfo, uno che, per quanto ha usato gambe e braccia in casa, poteva benissimo svitarsele alla sera e riavvitarsele alla mattina prima di uscire), i padri cosiddetti moderni, che cambiano i pannolini e si svegliano di notte, pensino che abbandonare un uomo per una settimana con la figlia treenne sia una cosa da non fare, a prescindere. Qualcosa di cui stupirsi, su cui fare domande, chiedere implicitamente giustificazioni alla colpevole transfuga.

Io, puntualmente, banalmente e altrettanto inutilmente, m’incazzo. Ma almeno per questa volta, niente Gaviscon.

30 thoughts on “Cercasi guaina per nervo scoperto

  1. è che di fondo all’uomo, soprattutto quello che aiuta, il padre premuroso e presente, etc etc etc, gli rode che la donna abbia una sua vita e tacendo per sempre per compiacere chi gli sta accanto poi sbotta con la prima persona che gli capita a tiro. E’ paura, io ne sono convinta… e contro la paura non si vince mai… :/

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  2. Guarda, io me lo sento dire spesso, troppo spesso.
    Simone li porta a scuola entrambi. Simone li va a prendere a scuola.
    Fino all’anno scorso lui li portava e io li andavo a prendere; quest’anno mi hanno chiesto un orario lungo e non riesco più, mio malgrado.
    “Beh, però è bravo tuo marito” – Esegesi: ma tu che cazzo fai se fa tutto questo lui?
    Oggi mi hanno scritto dalla materna: “non ti vediamo più” – Esegesi: sei malata gravemente o sei solo degenere?
    Io ormai scuoto le spalle allegramente (o quasi). Devo pur sopravvivere.

  3. @Veru ma sai che c’è? io per una roba simile sono molto più giudicata da mia madre, mia suocera e qualche ‘amica’ che dal mio compagno! è proprio una concezione di maternità del kaiser che le donne contribuiscono ad alimentare, eh…

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  4. @machedavvero: sono convinta anche di questo e pur non essendo madre lo sperimento tutti i giorni quando mi sento dire "eh, ma lo lasci solo?" oppure "eh, ma vai sola?"… quindi immagino cosa possa succedere con un figlio/a in mezzo…

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  5. A noi ‘uomini giovani, con esperienza di paternità definiamola “attiva” ‘ questo post piace molto.

    Che siamo proprio le distinzioni della mamme il problema? Fanno parte della subcultura di ‘sto paese vecchio.
    Dai, ancora una generazione e ce la facciamo. :)

  6. ma soprattutto, io mi annoio da sola a scrivere queste cose ormai. Lo faccio una volta su cento, perché davvero, è tutto così banale, così già sentito, così universalmente accettato.

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  7. a chi lo dici. parli con una che per aver detto cose sensate ma controcorrente si trova perennemente citata come "cattiva madre"… (per la gioia delle nonne ‘vistoooo?lo dicono pure i giornaliiiii’)

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  8. Mamma Imperfetta, sì, e non si capisce se te lo dicano perché sono invidiose di quel “marito bravo” (bravo poi perché? Perché porta a scuola suo figlio? Mah) o per accusare te di essere una fancazzista. In ogni caso lo dicono per un motivo.
    Marco, sì; sono da sempre convinta che le peggiori nemiche delle donne (e segnatamente, delle madri) siano le altre donne/madri. Incidentalmente questa volta mi sono incazzata con un uomo, ma è stato un caso.

  9. Geniale il post! :-) E grazie anche per la dritta del "Gaviscon" (anch’io soffro di gastrite cronica a forza di tacere e sorridere…)

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  10. e’un discorso talmente luuuungo che mi si stancano le dita gia’prima di scrivere.dunque non lo faro’.ma ti capisco benissimo(sono mamma di due bimbe di 6 e 1 anno)quando parli di "bolo maldigerito"da parte degli uomini.mio marito e’,per intenderci,uno di quelli che in casa si dan da fare.ma io,sinceramente,avrei anche un po’di ntimore a lasciargli per un periodo diciamo lungo non dico Giulia ma Viola che ha solo un anno si.ci son delle cose che proprio non gli riescono…

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  11. Giulia, lo so, ma pensa che ho passato metà pomeriggio a litigare pesantemente con l’amico che sostiene io abbia pregiudizi verso l’intero genere maschile e gli metta in bocca cose che lui non pensa. Io cercavo solo di fargli capire che è pieno di cliché e nemmeno se ne accorge. Ma ci rinuncio.

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  12. boh. io ho smesso di prendermela per le battute infelici che di solito sottintendono meno della metà delle cose che io credo sottintendano. (se non altro nessuno mi liquida più con: «ho capito, hai le tue cose»).

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  13. infatti è esattamente quello che l’amico mi ha rinfacciato (non le mie cose, il sottintendere) e infatti ho sottolineato il mio odierno e inconsueto francescabertinismo. E’ stato il ventesimo che mi ha chiesto come farà il padre, tutto solo; forse la sua maggior colpa è quella.

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  14. (e comunque io devo essere madredimmerda nella percezione generale: se marco se ne va, mi chiedono «e tu come ti sei organizzata?»).

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  15. tu sei un genio. Io voglio ripetizioni. quando vuoi. pago in pesto.

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  16. "come si è organizzato tuo marito?" " gli pago una spogalirellista russa minorenne che poi fa da tata alla bimba.

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  17. la distorsione nasce da quando si parla di "uomini che aiutano in casa". Il default e’ che le donne facciano, gli uomini semmai aiutano. Non aggiungo altro eh.

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  18. nooo, non cercare una guaina, non coprirlo quel nervo! è proprio perché li copriamo che le cose non cambiano mai! azzanna, sbrana, attaccati alle tende. per demolire i luoghi comuni dobbiamo batterli alla radice con la mannaia, altrimenti non se ne accorgerà nessuno, a parte il nostro stomaco (ma nel mio caso più l’intestino) e i signori del Gaviston…

  19. Ops. Che argomento, questo post. Mi capita tra capo e collo, in un luogo e in un contesto in cui – putroppo – arrabbiarsi per queste affermazioni non ha (quasi mai) senso. Il problema è che, nonostante tutto, le divisioni dei compiti familiari basate sul genere… inevitabilmente continuano a farmi incavolare! Sono dalla tua al 100%.

  20. Mi par di capire che l’amico non si è scusato, ma ha chiesto cosa ci fosse che non andava IN TE.
    Io non conosco né te né lui, ma da esterna paciosa e rilassata ti garantisco che un discorso come quello che ti ha mandata darebbe ai nervi alla Maria Vergine in persona.
    Che poi perché “lui” debba essere per forza imbranato e inadeguato al compito, sinceramente, non so.
    Va detto che non conosco nemmeno lui.

    Ma il bello dei condizionamenti è che ti condizionano ma non te ne accorgi. Se te ne accorgessi, non ti faresti condizionare tanto facilmente, no? E magari neppure il tuo amico. Che no intendeva, ma soprattutto, come si dice in questi casi, “non pensava”.
    Tutto IMHO, si capisce.

  21. non è che l’amico si sia semplicemente immedesimato? e che abbia pensato: “non so se IO riuscirei a cavarmela per una settimana intera senza mia moglie”

  22. E che dire di quelli che quando passano un pomeriggio con i figli lo definiscono “faccio il baby-sitter”???
    Tamara

  23. Murasaki e JillL: probabilmente non ci ha pensato. Sicuramente si è immedesimato.

  24. Non sparare sull’amico. Era solo una frase di cortesia. A volte, pur di dire qualcosa, si dicono cose inopportune.

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