Dedicato a quelli che loro, i bambini, li portano dappertutto

E’ confortante notare che alcune delle mie convinzioni non sono mutate nel tempo.
Perché in dieci anni ho cambiato quasi tutto. Casa, lavoro (cinque, se non ricordo male), convinzioni (parecchie), peso (un po’), stato civile, stato genitoriale, stile di vita. Forse una delle poche cose che è rimasta uguale è il colore di capelli, ma solo perché non ho mai avuto il coraggio di farmi rossa, per dire.
Eppure una cosa è rimasta uguale.
Ho sempre pensato che, quando si esce fra adulti, i bambini c’entrino poco. O meglio: ci sono serate in cui magari si può fare (pizza con coppie figliate, grupponi di amici), giornate in cui anche loro si divertono (pasquette sui prati). Ma in altre occasioni, potendo ovviamente, è molto meglio lasciarli a casa.
Lo pensavo da childfree convinta, che scannerizzava la sala del ristorante per sedersi il più lontano possibile dalle coppie con figli, lo penso oggi che di figlia ne ho una anch’io. Innanzitutto il tanto decantato “paese dei bambini” ossia l’Italia, non è affatto a misura di bambino. La maggior parte dei ristoranti sfoggia tavoli incastrati uno accanto all’altro, dove per infilare un passeggino ci vuole un campione di Shanghai. I seggioloni in dotazione al ristorante? Non pervenuti, finiti, rotti, mai esistiti.
Poi, i bambini si annoiano terribilmente al ristorante o, peggio, in un locale. Non comprendono perché devono stare fermi, senza tirare la tovaglia, fare cadere le posate, spazzare via i bicchieri, rovesciare le bottiglie, sminuzzare i grissini, infilare le loro deliziose manine nel piatto di mamma, papà o chiunque capiti a tiro. Non capendolo, spesso urlano.
Se, esausti, i timpani in fiamme, commettete l’imperdonabile errore di liberarli dal seggiolone, corrono all’impazzata fra i tavoli facendo sgambetti acrobatici ai camerieri che stanno portando 18 piatti in equilibrio, o all’anziana signora che torna dalla toilette. Disturbano voi (che magari siete usciti per tentare di mantenere un barlume di vita sociale o di coppia), le persone con voi, quelle agli altri tavoli.
Vi costringono a trangugiare rapidamente ciò che avete nel piatto per poterli intrattenere, tra una boccata e l’altra, tra una portata e l’altra, prima del conto che avrete richiesto con estrema urgenza. Dovrete inventare giochini con grissini, molliche di pane e canzoncine idiote. Ignorerete chi è a tavola con voi. Non parlerete con nessuno. Arriverete a invocare la calma soporifera del vostro divano, il bimbo addormentato nel lettino e il telecomando tutto per voi.
Quindi trattasi di lose lose situation: il bimbo si annoia, voi vi stressate, passate la serata trafitti dagli sguardi di rimprovero di un’intera sala ristorante, gli amici che hanno avuto la sventura di accompagnarvi probabilmente non si faranno sentire più per mesi e diranno di voi: “Certo che da quando hanno avuto un figlio sono davvero noiosi”. In più dovrete pagare il conto di una cena che non vi siete minimamente goduti.
Date retta. Piuttosto uscite una volta di meno (le babysitter costano l’equivalente di un’altra cena, lo so), ma uscite soli.

17 thoughts on “Dedicato a quelli che loro, i bambini, li portano dappertutto

  1. Sono perfettamente d’accordo, in tutto. Sia nella poca attenzione che i ristoranti italiani (tranne gli altoatesini) hanno nei confronti dei pargoli, sia nel fatto che una cena/un pranzo fuori si riduca spesso in una tortura sia per i bimbi che per i grandi.

    (però l’ultima volta che ho mangiato con due meravigliose pargole omonime, devo ammettere che son state angeliche ;-*)

  2. hai ragione. e poi a me quei bambini che ciondolano dal sonno e poi diventano isterici fanno una pena incredibile. penso che starebbero molto meglio a casa propria, con una nonna o una babysitter

  3. “Date retta. Piuttosto uscite una volta di meno (le babysitter costano l’equivalente di un’altra cena, lo so), ma uscite soli.”

    Oppure non fate figli. Capisco che ormai è fatta, ma accidenti, pensarci prima? :o)
    E ora non dite che però ne vale la pena, e che sono una soddisfazione incredibile, e che i figli so’ piezz’ ‘e core. Non vi credo!!! :oDDD

  4. mitì: sarà stata l’aria della Pasqua :-)
    radiowaves: tra non fare figli (che ne vale la pena, so’ piezz ‘e core ecctera) e farli portandoseli dietro dappertutto c’è un’ampia via di mezzo: farli, ma continuare a mantenere, nei limiti del possibile, una vita da persone e non solo da genitori. Si può, te lo assicuro!

  5. Sottoscrivo ogni parola: anch’io l’ho sempre pensata così, sia quando i figli piccoli erano miei, sia adesso che sono nonna e i figli piccoli sono dei miei figli!.. e sul fatto che i figli so’ piezz’e core non si discute, invece i nipoti so’ piezz’ di tutte le interiora, credetemi!!!
    Elena

  6. Sono d’accordo anche qui, però, essendo una che critica la tipica famigliola italiana, mi guardo sempre intorno quando ci sono dei bambini in giro, al ristorante, eccetera e ho notato che ci sono anche molti bambini silenziosi ed educati.
    Forse, non al centro commerciale.
    Forse, non su un aereo charter per Marsa Alam 600 euro all inclusive.
    Non voglio passare per classista, non è una questione di soldi, perché anch’io son proletaria…
    Ne faccio però una questione di educazione! I miei vicini cafoni col SUV e la motoretta, senz’altro hanno figli cafoni che corrono al ristorante, ma ne ho visti tanti beneducati che probabilmente saranno figli di genitori beneducati.
    Ho visto molti bambini piccoli anche alla Scala e agli Arcimboldi, per dire.
    Ho visto bambini piccoli (tra i 5 e i 10 anni) al concerto di Battiato.
    Ecco, io voglio un figlio così.
    Altrimenti, sai che faccio? Ti telefono e usciamo insieme, senza figli però!
    :-)

  7. Vorrei insistere sull’Italia come causa del problema.
    In vacanza in Danimarca, ho trovato; pizzeria con stanza giochi per i bambini; banca con tavolino basso, fogli e matite colorate; sgabuzzino per la vendita degli hot dog(!) con, in un angoletto, un paio di sgabelli e un secchio di Lego.
    Volo charter per le Canarie da Salisburgo: le famiglie si imbarcano per prime; ai bambini vengono portati subito giocattoli, matite e colori; ai bambini viene portato un menu’ speciale _prima_ che a tutti gli altri, in modo che gli adulti possano aiutarli senza l’ingombro del proprio vassoio.
    I bambini li puoi portare dappertutto… se il dappertutto e’ ben organizzato.

  8. prosaica: sono d’accordo, infatti la premessa era che in Italia si parte già con il piede sbagliato.

  9. Scusa e l’invasione fuori tema, ma avrei bisogno di mandarti una mail e nella mia rintronanza non ho trovato nessuna mail sul sito…
    Grazie!

  10. Eppure c’è ancora oggi gente che non capisce i limiti. Li ammazzerei

  11. quant’è vero! l’ho pensato un milione di volte al termine di cene estenuanti e spezzareni con amiche mammifare e dovrò fare un nodo al bavaglino della mia piccola quando,a breve, sarà il mio turno.
    ché sotto sotto, io poi credo che alle volte ci si trascinino dietro gli under-18 a cena anche un po’ per il gusto – comprensibile, eh, umaneRRimo – di “sfoggiarli” in comitiva.

    ma tra sfoggiarli, e sfogarli, ne passa…

    :-)

  12. confermo: in danimarca, ma anche in svezia e in norvegia, portarsi dietro i bambini non è mai un problema, perché qualsiasi spazio è pensato per grandi e piccini. addirittura molti cinema hanno una proiezione riservata alle mamme con figli :-)

  13. Che sollievo vedere che non sonol’unica che pensa che i bimbi vanno portati dietro per cene in compagnia solo in limitate occasioni e soprattutto annunciandoli prima!Sono appena tornata da una settimana di Fiera a Milano per il Salone del Mobile e vi giuro che c’era gente con bimbi di 1 mese al massimo aggirarsi tra gli stand mentre i fratellini di 2/3 anni si arrampicavano su tutte le sedie e gli sgabelli e non riuscivo nemmeno a parlare con i clienti perchè pensavo che potevano cadere da un momento all’altro.Ma che senso ha?E ne vogliamo parlare di quelli che li inviti a cena e senza dirti niente si portano i pargoli dietro?

  14. Ammazza tutta sta cattiveria verso una categoria di persone denota o invidia o cattiveria o tanta insoddisfazione. Generalizzazione da due soldi che va tanto di moda in Italia tra i cervelli medi. Le stesse persone che dicono: ‘Tutti gli immigrati assassini’, ‘ Tutte gli stranieri sono cattivi’…Stesso tipo di razzismo per quelli che non la pensavo come voi o non sono come voi. Siete testoline medie che non capiscono che si può imparare tanto da chi conduce vite diverse dalle nostre e che generalizzare è da mediocri teledipendenti. Non siete donne in carriera (quelle vere non stanno a buttare merda sulle vite altrui nei commenti dei blog), siete solo delle persone infelici con un lavoro qualunque che ha divorato il vostro mediocre cervello.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*
*
Website