Di pinze per capelli e matrimoni gay

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A costo di dare ragione a chi sostiene: “quando ti riproduci cambiano invariabilmente i tuoi riferimenti culturali”, lo dico. Trovo L’Era glaciale – e intendo la tetralogia – uno dei più bei film di animazione; uno dei pochi che ho guardato anche io con vero piacere e non solo per il volere della cinquenne.
Facile: c’è Scrat. Ma lo trovo anche un racconto poetico e divertente su una famiglia fuori dagli schemi, sui legami fatti di scelte e affetto anziché (solo) di sangue. Dal primo, in cui si crea la strana coppia mammut-bradipo, che diventa poi un trio con Diego la tigre, all’ultimo, che esalta proprio il concetto di famiglia intesa come gruppo di persone che si scelgono, insegna ai bambini che l’amore non è questione di carte bollate, imposizioni sociali, vincoli di sangue o di razza, ma scorre libero tra animi simili. Non che la famiglia da family day non sia presente: quella dei mammut è regolarissima, padre, madre, figlia; ma quella di Sid è disfunzionale e abbandona lui e la nonna, come dire: il giusto non sta da una parte sola. E non per niente, sempre nel primo film, Diego la tigre, ancora cattivo, guardando Sid il bradipo e Manny il mammut proteggere un cucciolo d’uomo commenta: “Capisco. Non potete averne di vostri e quindi adottate”.
Tutto questo per dire che, mentre mia figlia sta crescendo, non abbiamo mai seguito una linea di comportamento a priori “le spieghiamo questo, le diciamo quello”. Si parla di tutto, si risponde alle domande, si cerca di essere presenti per ogni curiosità spontanea o generata da qualche conversazione alla scuola materna. Non abbiamo mai affrontato in modo ufficiale la questione dei matrimoni gay per mancanza (ancora) di domande specifiche, ma pensavamo di farlo nel modo più naturale possibile, come per tutto il resto, assecondando la sua curiosità.
Poi un giorno si è messa a giocare con delle pinze per capelli, due rosa e due blu, quelle che vedete nella foto in alto. Prima le ha accoppiate agganciandone una rosa e una blu. E quindi ha smontato tutto e ha unito rosa con rosa e blu con blu. Solo a quel punto mi ha detto, soave:

“Mamma?”
“Sì?”
“Guarda, le ho fatte sposare donna con donna e uomo con uomo”
“…”
“Come in Francia, no? In Francia si può fare, vero?”

Non so se è stato il messaggio de L’era glaciale, un compagno di classe o qualche discorso orecchiato a caso, ma comunque è l’ennesima prova che per loro tutto è naturale, tutto è sereno, tutto è amore. Soprattutto se non ci mettiamo di mezzo noi con spiegazioni magari artificiose, magari superflue, magari al momento non necessarie.

 

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