Donne, in croce. E censurate

Questo è il manifesto che avreste dovuto vedere sui muri di Milano, per ricordare la Giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne, indetta dall’Onu.
Invece lo vedete un po’ ovunque, in rete, ma mai toccherà i sacri mattoni della capitale morale d’Italia. Lo avevano pensato le attiviste dell’associazione Telefono donna di Milano, ma l’assessore al Decoro urbano (sic!) Maurizio Cadeo, spalleggiato dal sindaco Moratti, ha lanciato una  crociata contro l’immagine di una donna seminuda in croce perché “lede il sentimento religioso dei cittadini”, e ha negato l’autorizzazione all’affissione.

Il tutto si commenta da solo, credo.

6 thoughts on “Donne, in croce. E censurate

  1. Sì, si commenta da solo!
    Quale lesione di sentimento religioso??? A me danno molto più fastidio le solite tettone e i soliti sederi sparati in faccia, coi loro colori sfavillanti, per promuovere qualsiasi prodotto!
    Certo, ma a dire così passiamo solo per femministe racchie e bigotte.
    Che tristezza.

  2. E chissenefrega per cosa passiamo! Concordo pienamente.E lo commento.

  3. a zena i dixian
    “mi mattastu se ghe sun”
    io mi tocco per vedere se ci sono
    e le donne non sono parte lesa?

  4. Peccato perché è una delle cose più belle che ho visto… per niente scontata, una cosa davvero diretta e reale.
    Tant’è!

  5. ma in croce non hanno mica messo solo Gesù! era l’antesignana della sedia elettrica, uno strumento di punizione e tortura … e lo dico da credente! un’altra bella occasione perduta :-(

  6. Dobbiamo cambiare cultura sulla donna, sempre rappresentate con le parti i ntime in mostra, come velina, valletta denudata, come oggetto di attrazione a cui poi si scatenano una serie di stimoli perversi e distorti. La donna è l’essere portatore della vita umana con l’amore vero e profondo che nel matrimonio trova fondamento.

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