E quindi uscimmo a riveder le stelle

L’inquinamento luminoso sembra meno invasivo di quello atmosferico, certo. Non fa tossire, non affumica quando siete in giro, non lascia quel bel retrogusto metallico in gola quando attraversate la strada.
Però crea grossi problemi agli animali notturni, agli pseudoromantici che ci provano con la scusa dell'”usciamo a vedere le stelle” e dei romantici veri che si fanno venire il torcicollo tentando di scorgere almeno Orione. In realtà molte costellazioni, funestate da neon, lampioni, luci di palazzi, sono ormai pressoché invisibili dalle grandi città.
In Italia, l’associazione Cielo Buio sensibilizza da anni sull’argomento e scova esempi deleteri di costose e dannose illuminazioni a giorno di piazze e monumenti.
Chi invece ha voglia di dare uno sguardo al cielo, che non fa mai male, fino all’8 marzo può contribuire alla campagna di Globe at Night per monitorare l’inquinamento luminoso nelle nostre città. Come, ve lo spiegano qui.

3 thoughts on “E quindi uscimmo a riveder le stelle

  1. Già io abito “sopra” sestri levante e da casa mia entroterra ligure capisci perfettamente cosa sia l’inquinamento luminoso… in fondo alla valle nel buio totale un’improvvisa aura d luce compare “senza motivo”

  2. Una delle cose piu’ belle e incredibili delle Hawaii e’ proprio questa: non ci sono luci. O meglio, pochissime. Illuminazione stradale ridotta all’essenziale e anche le luci delle case sono molto basse. Lo fanno per i due importanti osservatori astronomici che hanno sulle isole e l’effetto, dopo un minimo di ambientamento, e’ davvero strepitoso.

  3. Eh già le Hawaii. Uno dei tanti posti che pensavo avrei visto a breve. Bimbamunita, per un po’ mi dovrò accontentare delle stelle che si vedono sopra la casa in campagna di mio padre.

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