Evviva, Wonder Woman è morta

E’ crollata per stanchezza, ma nessuno la rimpiangerà.

Secondo Virginia Haussegger, autrice di un libro già cult, Wonder Woman, The myth of “having it all” (Allen & Unwin, $ 26.95), le trentenni di oggi hanno smesso da un po’ di strangolarsi per arrivare dappertutto.
Una carriera, una vita di coppia, dei figli. Per poi magari esaurirsi e mollare il lavoro di botto. Questo non significa che le ragazze oggi vogliano necessariamente un quadretto stile famiglia felice Mattel, un solo stipendio, tanti figli e tanti salti mortali per arrivare al 30 del mese. Ma visto che il femminismo non ha, purtroppo, risolto la dicotomia carriera/famiglia, che per la maggior parte di noi continuano a essere alternative e non complementari, forse preferiamo consapevolmente fare un passo indietro.
Perché alla fine, dai, non ne vale mica la pena.

A parte che io questa rinuncia al rampantismo la vedo già da un po’, e senza distinzioni di sessi. Arrivata a Milano nel 1998, ho visto cambiare letteralmente la città in una manciata di anni. Oggi non avverto più quella voglia di fare, lavorare 20 ore al giorno, correre, crescere.
Sarà stato lo scoppio della bolla New Economy, ma quello che sento intorno a me (nessuna statistica, solo una percezione) è gente stufa marcia dei ritmi di lavoro, delle ore da trascorrere imbottigliati in auto per arrivare in qualsiasi posto, dei weekend strappati con le unghie e con i denti per tentare di riprendersi dagli schiaffi della settimana, di vedere i figli un’ora al giorno e sentirsi sempre, costantemente, di corsa e in ritardo.

Sarà un caso, ma quattro coppie che conosco nell’ultimo anno hanno lasciato Milano per la più tranquilla provincia.
Insomma io sento che l’atmosfera Buongiorno Pigrizia è molto diffusa e vissuta. Un po’ come se la moda (nobilissima) dello Slow Food avesse contagiato un po’ tutti gli aspetti della nostra vita, anche quelli lontani dall’enogastronomia.

Ma mentre ne discutevo con alcune colleghe è saltato fuori che non per tutte è così. Mentre alcune, d’accordo con me, sostengono che l’allure anni 80 è buona ormai solo per le feste amarcord in discoteca, e che la nostra generazione (e ancora di più quella immediatamente successiva) sacrifica volentieri uno stipendio più alto in cambio di una vita più vivibile, altre mi dicono che no, il rampantismo è vivo e lotta insieme a noi e che soprattutto in certi ambienti l’ondata New Age anni 90 non ha modificato proprio per nulla abitudini, stili e soprattutto ritmi frenetici di vita.

A questo punto credo che ognuno veda la realtà a seconda di come si sente, come vuole vivere e quali sono i suoi obiettivi. A me, evidentemente, Wonder Woman non era simpatica già da un po’.

E voi, cosa ne pensate?

10 thoughts on “Evviva, Wonder Woman è morta

  1. …davvero non so… grardavo e guardo poco a televisione. un saluto mattutino … Mapi

  2. Che è un po’ l’acqua calda. Nel senso: il rampantismo vive, la rinuncia al suddetto anche. Diciamo che il femminismo ci ha permesso di scegliere di fare una cosa o l’altra senza essere eccessivamente stigmatizzate o sentirci eccessivamente in colpa (entrambe le cose succedono comunque). Quello che manca, tuttora, è un mercato del lavoro veramente flessibile per le donne che diventano madri, abbandonano il lavoro per un periodo e poi scelgono di tornare. Semplicemente perché il 50% delle donne in età fertile ha un contratto da precaria, in cui la maternità non è prevista. Lasciano il lavoro e non lo recuperano più: e quando tornano, sono troppo “lente” per poter competere con le donne senza figli.

  3. Beh, la spinta a fare Wonder Woman ancora non si è esaurita e non credo che sia un male. Certo, gli eccessi non piacciono e magari in parte sono i condizionamenti esterni a farci desiderare, talvolta, quel sottile velo di tensione, quell’essere sul filo del rasoio delle scadenze, di ritmi intensi e pieni, per sentirci vive. Certo, io parlo da venticinquenne che non ha marito nè figli. E certo, se mi immagino con una famiglia mia, so già che dovrò almeno ridurre certe aspirazioni da “vita al massimo”. (Spero di essermi spiegata in maniera chiara!)

  4. Hai proprio ragione. Penso che oltre a Wonderwoman dovremmo uccidere anche l’uomo da cinque milioni di dollari (Ricordi? Telefilm anni ottantissimo)…cioè: io vedo in giro nei coetanei maschi tanta voglia di tornare a fare i padri e i mariti/compagni, di sottrarre tempo libero al lavoro – sempre più un mezzo, raramente un fine, ché tanto quello ideale non esiste – per curare i propri interessi, per leggere, per andare al cinema, per passeggiare mano nella mano in una città d’arte col naso all’insù. Poi ci saranno ancora gli yuppies, ma io non ne conosco. Boh.

  5. @ Giulia quindi, Wonder Woman è morta solo perché viviamo in una società in cui se fai figli alla carriera rinunci comunque? Un po’ come la volpe e l’uva. “Tanto era acerba”. Se anche fosse, comunque, per non arrivare ugualmente in vetta, tanto vale rilassarsi
    @ Noeyalin verissimo: è anche (o forse soprattutto) questione di età
    @ giggimassi: l’uomo da cinque milioni di dollari! (o era uno?) Cosa mi hai richiamato alla memoria! E comunque sono molto d’accordo con te nel vedere il lavoro come un mezzo, visto che quello ideale non esiste.

  6. Secondo me Wonder Woman non è morta! Senza essere carrieriste, basta lavorare 8 ore al giorno (cioè il minimo), avere una casa, un marito e un figlio (uno solo, mica due)… ed eccoci trasformate in Wonder Woman! No perché una donna normale mica può farcela! (Oltretutto lei aveva pure tempo di andare dal parrucchiere con quella piega… ma visto il risultato forse sarebbe stato meglio evitarlo ;-)

  7. Barbara, ho controllato era da “sei milioni di dollari”, e lui era Lee Majors…dio come sono vecchio ;-)

  8. Ce l’ho fatta. Un po’ in ritardo ma ce l’ho fatta (son mica wonder woman per davvero eh) :))

  9. care le mie wonder woman degli anni duemila … vi riporto le parole di un’anziana signora pugliese casalinga (si fa per dire) madre di otto figli con un marito operaio. Una che ha conosciuto davvero la miseria. “E’ meglio avere un maiale che un figlio. Il maiale puoi mangiarlo o venderlo, il figlio devi nutrirlo per anni”. Ed era maledettamente SERIA e addolorata nel dirlo. Moltissimo. Menomale che wonder woman e’ morta, soprattutto la wonder woman che dovevano x forza essere le nostre nonne, in una societa’ ben peggiore di questa…

  10. “L’elogio dell’ozio” è sempre più di moda (almeno io lo spero)

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