Giornalismo sociale?

Ho passato il weekend al seminario di giornalismo sociale organizzato da Redattore Sociale. Incontro molto bello, molto stimolante: giornaiisti, operatori delle ong e addetti stampa a sviscerare il tema della “Meraviglia”: non ci meravigliamo più di niente? O la meraviglia, intesa nel senso di guardare alle cose (e alle notizie) con occhi diversi, è stata sostituita da un misto di conformismo o sensazionalismo? A me è piaciuto tanto il racconto di Francesco Zizola; fotogiornalista famoso in tutto il mondo, che quando prova a piazzare uno splendido servizio sul Niger (o sul Darfour, o in qualsiasi altro “posto sfigato”, per dirla in modo molto un-PC) si sente dire una volta su due “Bello eh? Ma sai, è triste. Meglio di no, i lettori si deprimono” Mi è piaciuto perché il tema alla fine non è stato il giornalismo sociale, ma il giornalismo italiano in generale, e gli spazi zero che dà a chi sarebbe ancora capace di meravigliarsi. E poi a tenere banco la piaga del precariato: (forse era quella la valenza “sociale”? Anche, mi dico) tra sedicenti freelance e veri abusivi, come parlare di giornalismo vero, fuori dagli schemi, con una valenza sociale, come combattere i pregiudizi nei media quando la preoccupazione principale che abbamo è scrivere di cose e in modi che piacciano a quel caporedattore, a quel direttore? Per avere ancora una firma in giro e tirare su i soldi delle bollette? Ho iniziato a dire che è stato bello e poi chi legge pensa a una demolizione. No, è solo che quando metti la testa fuori dal tuo cubo e ti apri a certi temi, e immediatamente ti rendi conto di quanto il tuo percorso lavorativo, ma anche umano, sia lontano, ti sembra tutto velleitario e impossibile.

3 thoughts on “Giornalismo sociale?

  1. Oggi e domani siamo in sciopero, di nuovo… sciopero per salvare i privilegi dei pochi “sistemati”, facendo finta di interessarsi anche dei problemi dei cosiddetti free lance. Io, intanto, approfittando della libertà che lascia l’art 2 ho iniziato anche un latro lavoro: non si sa mai, prove tecniche di paracadutismo…

  2. Ottima mossa. Anche se, che palle, ogni sei mesi cominciare un nuovo lavoro. Mi chiedo se davvero ne valga la pena. Da noi si sciopera “simbolicamente”: mezza giornata così il giornale esce. E intanto la redazione è formata per metà da abusivi che lavorano coi ritmi e le gerarchie degli assunti…

  3. Ammetto che cambiare mi piace e forse è anche un po’ colpa mia se ho cambiato più lavori che fidanzati (oddio, forse questo no…) Però in effetti è un po’ stressante. Quanto alla storia degli abusivi, fanno comodo da sempre: sono quelli che sgobabno di più con il miraggio di conquistare qualcosa che, molte volte, non arriva o arriva a metà…

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