Gli stereotipi del turista

mappamondoAttenzione: post colmo di luoghi comuni

Alle Canarie prendevo il sole attorno a una piscina gremita di tedeschi, quando a un tratto ho avuto un’illuminazione.
Il silenzio!
Nonostante sui lettini ci fossero decine e decine di persone, anche in gruppi numerosi, e svariati bambini, l’ambiente ricordava quello di un tranquillo lago di montagna una domenica d’inverno.
Nessuno parlava a voce alta; gridare, nemmeno a parlarne. Schiamazzi e schizzi d’acqua banditi. Cellulari inesistenti. Gli adulti leggevano o conversavano a bassa voce e i bambini (i bambini! Avete presente i decibel raggiunti dall’italica progenie vicino a una pozza d’acqua, che sia dolce o salata?) giocavano a coppie o in piccoli gruppi, con secchielli e palette, guardandosi bene dal litigare, chiamare a squarciagola i genitori o tuffarsi a bomba. Stessa cosa in spiaggia a Tenerife. La sabbia nera era coperta di persone ma quello che si sentiva era solo il rumore del mare.
Beata e colpita da cotanta calma, decido di interrogare in proposito le mie due guide, Maite francese, a Gran Canaria e Guillermo, canario, a Tenerife. Conoscono rispettivamente 5 e 4 lingue per cui lavorano con gruppi eterogenei e mi offrono uno spaccato del turista medio decisamente interessante. Niente come la vacanza di gruppo chiarisce le idiosincrasie e le preferenze di un popolo, credo. Ne sono venuti fuori molti clichés, certamente. Però divertenti: ecco un mix di quello che mi hanno detto.

Gli italiani sono come gli spagnoli. Casinisti, mi parlano sopra quando tento di spiegare cosa stiamo vedendo, non ascoltano, si distraggono. E sono fondalmentalmente anarchici: fissi un’ora per ritrovarsi al pullman e non arriva nessuno. I primi si fanno vivi dopo 15 minuti minimo. Però con loro mi diverto: parlano, interagiscono, mi danno le loro opinioni e se un paesaggio piace, lo posso capire dalle loro espressioni. Soprattutto gli italiani, però, sono fissati con il cibo: vogliono fermarsi a mangiare in un buon ristorante, si fermano a tavola per ore, oppure se hanno il pranzo pagato in hotel fanno solo escursioni di mezza giornata per non perderlo. I tedeschi? Per me è come portare in giro un pullman di mummie. Non parlano, non commentano, se soffrono il pullman lo fanno in silenzio, seguono tutto diligentemente ma non riesco mai a capire se l’escursione piace o meno. Gli inglesi sono totalmente disinteressati: vengono solo perché trascinati dalle moglie e non vedono l’ora di tornare in hotel davanti a una birra. Però ammetto: quando torno alla sera, se ho avuto un pullman di italiani la testa mi scoppia; se eranoinglesi o tedeschi, va molto meglio!

Signora mia, tutto il mondo è paese.

3 thoughts on “Gli stereotipi del turista

  1. come sempre noi Italiani lasciamo il segno … anche se solo una semplice emicrania!!!

    però che bello rilassarsi nel silenzio … non sai quanto ti invidio!

    ciao

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