Il bon ton da una botta e via

DebrettSia su carta che su blog ho già scritto di galateo, argomento che mi incuriosisce molto visto che viviamo un po’ tutti immersi nella maleducazione e cafoneria imperante.
Nelle ultime settimane però sono usciti due libri divertenti che hanno riportato la mia attenzione sul tema.
Uno è Etiquette for Girls (Fleur Britten, Debrett), fra l’altro un libro bellissimo con splendide fotografie, perfetto anche per un regalo. E’ la versione riveduta e corretta di uno storico manuale British per signorine di buona famiglia. I tempi chiaramente cambiano e invece che suggerire il cappellino più adatto per Ascot oggi parla anche (e molto) di sesso. Tanti che un intero capitolo s’intitola Man Management, gestione degli uomini. Anche quelli altrui, tipo il marito di un’altra con il quale è meglio non farsi coinvolgere troppo (tanto non lascerà la moglie) né farsi palpare nel buio di vicoli deserti o nel sedile posteriore di un taxi. E fin qui, niente di nuovo. Il paragrafo più innovativo sdogana invece le One Night Stand, storie di una notte, abbreviate con l’acronimo Ons. Per gestirle al meglio, l’autrice consiglia: se hai dormito da lui e la notte non è stata così epica (quindi non vuoi più rivederlo) sgattaiolare all’alba è molto maleducato. Aspetta almeno che si risvegli per i saluti di rito. Se invece si è addormentato a pelle d’orso sul tuo letto, offrigli una veloce colazione prima di sbatterlo fuori con un a-mai-più-rivederci, millantando una visita di tua madre.
A me piace molto invitare a cena gli amici. Però sempre più spesso l’invito diventa un campo minato di “posso portare il bambino” (chiaro che no!) condito da “te lo posso dire all’ultimo se vengo o no?” (ma certo, se fate tutti così io fino alle 20:30 non so quanta pasta buttare). A questa gente consiglio vivamente la lettura del capitolo speculare: “Il comportamento della cattiva ospite” e “Il comportamento della perfetta ospite”. Speriamo bene.

Una sezione che a me, pigra come sono, non interessa affatto è quella dedicata alla palestra. Però visto che ormai fa parte della nostra vita sociale, ci terrete a sapere che è meglio evitare abbigliamenti troppo succinti stile hot pants e reggiseno tecnico, occupare gli attrezzi per ore, non pulire il sudore dai suddetti attrezzi (ma che schifo! poi mi chiedono perché non vado in palestra…) ed è assolutamente imperdonabile arrivare in ritardo alla lezione di yoga, pena rinuncia del nirvana per mesi.

Altre cose interessanti nei paragrafi su gossip e scuse. Perfettamente leciti, proprio come le storie da una botta e via. Però con giudizio: occhio a chi raccontiamo il gossip più succoso, ma se ci beccano meglio andare subito a scusarsi con l’oggetto del pettegolezzo (voglio vedere chi lo farà…). Per quanto riguarda le scuse, tagliare sempre i dettagli inutili (più cose si dicono, più cose si devono ricordare, e a vita) e optare sempre per la classica visita medica, visto che difficilmente il dottore ci potrà smentire.
toja Il secondo libro è Le nuove regole del galateo (Olivia Toja, Morellini Editore) che ha una copertina a dir poco opinabile, sempre secondo il bon ton, ma punta molto sull’etichetta della comunicazione. Tipo, non superare la pagina di lunghezza per le mail, non scrivere in maiuscolo (strasentito, ma evidentemente è ancora necessario ripeterlo) e mettere sempre un oggetto chiaro e comprensibile (“Urgente” o “Da me” non sono né chiari, né comprensibili, ndr).

La parte più interessante secondo me è quella riservata al telefono (la tua croce, parafrasando uno storico slogan di quando la Telecom si chiamava Sip). Fra l’altro dice che, nonostante con il cellulare siamo abituati (e molto male) a chiamare a qualsiasi ora del giorno e della notte, non conviene fare lo stesso con un telefono fisso (gli orari consigliati sono dopo le 9 o le 10 di un festivo ed entro le 22. Prima e dopo, è off limits). Altri consigli: evitare di smanettare a tavola per inviare sms, togliere lo snervante bip bip quando si sa che ne riceveremo a decine e lasciare sempre un breve messaggio se si trova la segreteria (Vero: c’è qualcosa di più fastidioso che risentire la segreteria piena di silenzi e respiri affannosi tipo maniaco?)

E sempre a proposito di segreteria, evitare come la peste messaggi che vorrebbero essere divertenti o troppo lunghi stile “Questa è la segreteria di Anna, Marco, Paolo, Filippo, il cane Toby, il gatto Osvaldo e il pesce rosso Pippo”. Primo, non frega niente a nessuno se vivete in una comune con tanto di zoo. Secondo, mettetevi una mano sulla coscienza e pensate a chi chiama con il cellulare e ha due euro residui di credito.

2 thoughts on “Il bon ton da una botta e via

  1. Utilissime informazioni però, il capitolo sui cappellini di Ascot, non dovevi ometterlo. Mi serviva proprio un consiglio! ;-)***

  2. Riparo subito dicendoti cosa scrive dei cappelli in generale: “Oggi sono un segno di originalità e attirano l’attenzione su di te che tu lo voglia o no. Effetti positivi: migliorano la postura, incorniciano zigomi e occhi, nascondono i capelli in disordine. Da evitare: cappelli grandi se sei bassa e piccoli se sei alta (però! Chi l’avrebbe detto? ndr). Da evitare due volte: esagerare con gli accessori tra collo, viso e testa. Niente cappelli insieme a sciarpe, orecchini troppo vistosi, foulard (anche se siamo sotto Natale, l’effetto-abete credo sia imperdonabile, ndr). Da evitare SEMPRE: i cappellini da baseball.
    Soddisfatta? ;-)

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