Il comodino dei libri per l’estate: luglio

Meglio tardi che mai, riprendo una delle ‘rubriche’ più seguite del blog multiautore di Vanity (al momento fermo; ne aprirò a settembre un altro solo mio), quella dei libri sul comodino in attesa o in corso di lettura. Libri che acquisto, che mi regalano, che mi inviano per recensione: una selezione, mese per mese, dei titoli in lettura, da leggere o letti.

Qui trovate tutti quelli già pubblicati.

Iniziamo con un comodino ipertrofico: quello dei libri in partenza con me per le vacanze. Attenzione: siccome siamo ‘ancora’ a luglio, probabilmente è solo la prima parte (“Maaaaa, non puoi acquistare gli ebook? Sì, ma la fotografia viene meglio con i libri ‘veri’. Poi, l’odore della carta, eccetera.”)
Ovviamente, siccome tra la fotografia e la scrittura di questo post è passato un po’ di tempo, nelle recensioni troverete un bel mischione fra libri già letti e ancora da leggere. Portate pazienza. E sì, è prevista una seconda puntata per agosto. E anche una dedicata solo ai libri che leggo per lavoro. E anche una sui libri che porto in vacanza per la cinquenne.

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 Il Signore degli Orfani di Adam Johnson è Pulitzer 2013, New York Times Bestseller, pluriincensato  (anche da Zadie Smith), eccetera. Io l’ho messo in lista perché è ambientato nella Corea del Nord dei nostri giorni, paese del quale so poco, e la stesura ha richiesto, leggo, un lavoro preparatorio di sette anni per rendere reale l’ambientazione. Vuoi vedere che imparo qualcosa?
Il libro di Sandel – Quello che i soldi non possono comprare – è in lista perché l’ha tradotto Corrado del Bo’, che è un amico. Non basta? Va bene, mi intrigava molto scoprire quali sono ‘i limiti morali del mercato’. If any.
Il nuovo della Strout, I ragazzi Burgess: vincere facile. E’ una delle mie autrici preferite, per cui me lo tengo da parte, pregustandolo, per uno dei rari momenti di tranquillità delle presunte vacanze in famiglia (saiholabambina).
Il doloroso, lacerante, onirico racconto dei dieci anni in manicomio di Alda Merini – L’altra verità – l’ho già letto su un treno per il mare, appunto. Varrebbe la pena di acquistarlo anche solo per un paio di poesie che spezzano la narrazione e qualche spunto lirico:

Ma la luna, oh quella luna corrotta che gravava sopra di noi la sera!, quella, sì, era una luna pesante. Pareva diversa dalla luna che avevamo conosciuto nel mondo; una luna sghemba, irrisoria, che pareva volesse continuare a schernirci anche nel cielo.

E’ tutto da leggere. Consiglio.
Del fresco vincitore dello Strega 2013, Walter Siti, ho terminato da un po’ Resistere non serve a niente. Adesso proseguo portandomi al mare Il canto del diavolo, ma siccome sarebbe da leggere dopo Contagio e Contagio pare esaurito da tutte le (due, d’accordo) librerie del paese di mare dove sono, attenderà ancora un po’.
La madre di tutte le matrigne Rossella Calabrò con il suo Tasto G viene con me in vacanza per un motivo fondamentale. E’ simpatica (ancora di più a parlarle dal vivo; cioè, voi che la leggete, sappiate che è proprio così, ecco) e mi fa sorridere e – sia mai, addirittura – ridere. Direi che è sufficiente.
Lui è tornato di Vermes, che ho ascoltato al Salone di Torino, l’ho già letto e per me ha mantenuto tutte le aspettative; è andato anche oltre. A gennaio avevo letto un libro simile, per ispirazione: A volte ritorno, di Niven, dove a tornare, appunto era Gesù Cristo e non Hitler. Qui lo humour si fa decisamente più noir, dato il personaggio; ma si ride molto, soprattutto nella prima parte, ci sono spunti geniali e, cosa che non guasta, un eccellente ripasso di storia.
Il mio paradiso è deserto di Teresa Ciabatti l’ho iniziato e finito in due giorni. Ben scritto, terribile e delicato insieme, crea personaggi belli, forti, ben disegnati e un intreccio solido. Brava davvero.
Ingredienti per una vita di formidabili passioni, di Sepúlveda, è ancora da iniziare e lo guardo con sospetto. Da quando ho abbandonato, morta di noia, Vivere per raccontarla, l’autobiografia di Márquez, temo l’effetto-trombone di queste raccolte di pensieri. E mi spiacerebbe, perché amo molto Sepúlveda. Uno di questi giorni, comunque mi faccio coraggio e lo inizio.
Why Knot, vedi alla voce Mia ossessione per Philippe Petit. E’ una specie di manuale per imparare a fare i nodi (c’è pure una fune in dotazione) ma, visto chi l’ha scritto, diventa anche un piccolo trattato filosofico. Se volete avere un’idea, guardate questo video.

Quasi verso il fondo della pila si apre la sessione Libri che parlano di libri, uno nuovo, due che vagano nei dintorni del comodino da un po’. Il segreto della libreria sempre aperta di Robert Sloan, ex manager Twitter, sulla carta aveva tutto: amore per i libri e le librerie, personaggi interessanti, mix tra vecchio e nuovo, digitale e medievale, social network e Aldo Manunzio, un po’ di mistero, eccetera. Riuscito solo in parte, a mio giudizio: diciamo che è un po’ un pastrocchio, ma non disturba. Si legge con piacere, peccato solo perché l’idea c’era e il risultato poteva essere migliore. Se per un anno una lettrice parla dell’impresa di che, in seguito a un lutto familiare, decide di leggere un libro al giorno, per un anno. Utile per trovare spunti di lettura; la tristezza di fondo che lo anima e i racconti della sorella morente, però, me lo hanno fatto posare più volte. La libreria dei nuovi inizi parla di libri che hanno un’anima, di scaffali scricchiolanti, di Shakespeare e Poe come guide spirituali, e pazienza se sarà tutto un pretesto per l’ennesima storia d’amore, con queste premesse posso farcela.
Infine Miele. E’ McEwan, basta così? E sì, i racconti nel racconto che punteggiano il romanzo sono semplicemente fantastici.

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Fuori dalla fotografia: del mio adorato Piersandro Pallavicini, Racconti per signora che esaudisce un mio desiderio. Avendo amato moltissimo il suo Romanzo per signora,speravo che in qualche modo ci potesse essere un sequel. Ed ecco questo eBook con tre racconti satellite usciti dedicati agli scrittori che vivono nel romanzo: Frederic Prokosch, Pier Vittorio Tondelli, Piero Chiara. Dice il Palla:

…un sabato pomeriggio, sul Lago Maggiore, affacciato al parapetto del lungolago, mentre rimiravo la riva opposta con un gelato in mano, ero stato folgorato dall’idea che Romanzo per Signora non dovesse finire lì. Che il suo carico di storie, di ricordi diventati racconto, di omaggi espliciti o velati meritasse altre parole.

Non potrei essere più d’accordo.
Buona lettura e a presto con altri titoli.

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