La fabbrica degli umani

Che poi la cosa più bella di quei cinque giorni in ospedale, e la porterò per sempre dentro di me, è l’attività febbrile ma allo stesso tempo calma e misurata di quella fabbrica degli umani che è una nursery.
Soprattutto alla sera, le luci basse, qualche mamma avvolta nella vestaglia che allatta il suo bambino, e la catena di neonati che arrivano dalla vicina sala parto non s’interrompe.
Arrivano urlanti, paonazzi, nudi, rugosi, gonfi e francamente brutti. Nati da urla belluine e spinte che squassano dentro, oppure da un taglio netto, estratti come un coniglio da un cilindro, oplà.
Passano di mano in mano, dalla pediatra alla puericultrice, vengono pesati, visitati, lavati, incremati, medicati nel punto in cui erano attaccati alla madre che li ha nutriti per nove mesi, poi vestiti con la loro prima tutina che li ha aspettati, piegata e pronta nella borsa della mamma vicina alla porta di casa, che non si sa mai.
E urlano, urlano a pieni polmoni il loro sconcerto per il freddo che sentono, i rumori, la luce che li colpisce dopo tanta beata penombra.
Poi, profumati, morbidi, avvolti in una coperta, adagiati in una culla di plexiglass trasparente con il nome sopra, un braccialetto al polso minuscolo, li portano accanto al letto delle madri.

Per ritrovare quell’abbraccio.

20 thoughts on “La fabbrica degli umani

  1. … e invece, a volte, trovano delle madri degeneri. quando ho avuto la mia prima figlia, all’ora della poppata arrivava in reparto un carrellone carico carico di neonati urlanti. le mamme più in forma andavano a prendersi il proprio, mentre le infermiere portavano i pupi alle mamme costrette a letto. una volta ho acchiappato una creaturina e ho fatto per portarmela in camera, ma sono stata fermata bruscamente dalla richiesta di rimetterla al suo posto. offesa, ho ribattuto che quella era mia figlia. peccato che, a ben guardare, al polso avesse un braccialetto celeste…
    a mia discolpa posso solo dire che le tutine erano fornite dall’ospedale e tutte simili. poi dicono l’istinto, bah.

  2. Sono perplessa, seriamente perplessa. A Bologna, nei due ospedali maggiori, non esistono. Hai la culla di plexiglass di fianco al tuo letto e il bambino sta 24 h su 24 con la mamma senza lasciarla mai. Lamama lo coccola, può tenerlo sulla pancia, in braccio oppure lasciarlo nella culla, ma sempre accanto a lei. Credevo che le nursery fossero estinte.. O___O

  3. Child free… ne hai fatto una sola e sei già diventata una poeta

  4. deciso. inizio a prendere da domani l’acido folico, che non si sa mai.
    grazie blimunda davvero, bellissima questa immagine

  5. La cosa fantastica è proprio quanto sono piccoli. Gli appoggi una mano sul pancino, e quel pancino è proprio grande come la tua mano. Le mani sono piccolissime e perfette (quelle di mio nipote sono precise alle mie, una cosa da non crederci). Le orecchie sono miracolose. Bonsai di orecchie. Altre cose invece vedi che devono ancora finire di crescere bene, tipo il naso che è tutto rincagnato e troppo piccolo per essere un naso normale, o gli occhi che sono ancora tutti gonfi perché ci deve crescere la faccia intorno. Ma soprattutto è incredibile che siano così abbandonati ad ogni braccio che li regge, così inermi, che possono al massimo urlare se hanno fame o il pannolino sporco, e poi nient’altro, stanno lì a rimuginare chissà quali pensieri sul loro prima dentro la pancia e su questo adesso pieno di luci strane. E quando dormono muovono le gambe e le braccia, e fanno smorfie con la bocca, e si capisce che sognano. Ma sognano cosa?
    Sono bellissimi.

  6. luca: già… chissà con il prossimo… ;-)

  7. Blim che emozione! Grazie per questo post…
    Una coccola per tutti

  8. Sei proprio uma mamma…..

  9. ma tu dal tuo letto di ospedale vedevi tutte queste cose? cioè anche i parti delle altre? oddio che incubo!!!

    cmq dimmi, ti prego, quando poi il tuo frugolo profumato lo abbracci anche tu, ti emozioni da pazzi? :-D

  10. terra: ma dai, non mi dire che ti sei confusa!
    PourParler: dove ero io la bimba la tenevi per buona parte del giorno e poi la portavi al nido da mezzanotte alle sei. Ti assicuro che, soprattutto dopo un cesareo, dormire qualche ora di notte era un sollievo.
    luca e je: aspettate, ché l’idillio finirà alla prima notte in bianco…
    Giulia: verissimo: quando li vedi che fanno quelle smorfie e poi pensano ti chiedi, a che cosa? Oh come vorrei che parlasse!
    pippawilson: i parti delle altre li ho sentiti mentre mi stavo riprendendo dall’anestesia (e non è stato un bell’effetto sonoro). Nella nursery vedi solo arrivare il “prodotto finale” appena lavato e urlante. L’emozione, fortissima, c’è stata appena me l’hanno portata vicino e mi hanno detto che era sana e stava bene. Le ultime settimane di gravidanza ero preda di ogni sorta di paranoie. Mi dicono che è normale. Ma davvero, finché non la vedi e sai che sta bene, non ti calmi!

  11. sì, mi sono confusa e l’aneddoto è autentico. tanto romanticismo rischiava di commuovermi, così ho pensato di condividere con te e i tuoi ospiti il mio ritorno alla realtà ;-)

  12. Io sono stata per dieci giorni nel reparto ginecologico del Grassi, qui a Roma, anche se purtroppo per una brutta cosa, non per partorire…
    Ero circondata da neomamme e non hai idea di quanto mi facesse bene al cuore sentire i bimbi che si svegliavano e in coro reclamavano la pappa!

  13. Sono già molto affezionata a questa Beatrice child-free-converter ;-) (Luca, Je, sottoscrivo)

  14. Pourparler: nella mia zona, c’era da scegliere tra un ospedale dove fanno più o meno come dice Blimunda (bambino in camera con la mamma per qualche ora al giorno, e poi di notte nella nursery) e uno dove sta sempre con la mamma e la nursery comune non esiste (tranne che per i casi veramente problematici), come dici tu. Io ho scelto il secondo senza nemmeno pensarci due volte :)

    Lisa

  15. bellissimo questo post. quasi mi commuovo al ricordo, hai descritto molto bene l’atmosfera…

  16. core de mamma! :)
    davvero poetico questo post, brava mamma blim!!! mi ha fatto pensare a come mi imbambolo davanti alle micro mani di un neonato (ricordo mia sorella 14 anni fa e la cuginetta vista a Natale): appena sentono la vicinanza di un dito adulto, lo afferranno con tutta la forza che hanno, quasi a dimostrare che sn e saranno sempre lì con te…e poi…che dire delle micro unghie super taglienti?!
    oddio…se va avant così finisce che mi vengono strane idee……. ;)

  17. non è che spaventata da tanta dolcezza cominci a prendere pillole per il diabete?? ci piaci molto anche cosi… mamma poetica!!! spero che l’idillio (niente notti in bianco ) duri a lungo.

  18. Dai allora alla fine non è mica poi tanto male allora. Pensavo che ci stesse tutto il giorno e allora sì che era una tristezza!

  19. Ora basta, giuro: questa era l’ultima colata di melassa :-)
    Earwen: sicura? In caso, dai l’annuncio via blog, mi racocmando!

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