Epitaffi e cose così

L’altra sera, a cena fuori, probabilmente ispirata dai macabri pleonasmi della serpe, parlavo di epitaffi. Lo so che ci sono argomenti di conversazione migliori di questo, ma vi assicuro che, per quanto possa sembrare strano, è uscita anche una cosa piuttosto divertente, ovviamente per chi ama lo humour noir e l’Antologia di Spoon River (di cui consiglio in ogni caso la versione di De André, Lee Masters non me ne voglia, pure la Pivano ha detto che Faber ci ha messo molta più poesia. Chi dice “Morgan” verrà lapidato sul posto).

Io, ovviamente, ho scelto per la mia lapide Mi sono vista di spalle che partivo.

Comunque, improvvisamente mi è venuta in mente la frase di una scrittrice e giornalista che ho molto amato, e inspiegabilmente dimenticato per anni. Lei è Brunella Gasperini, deliziosa, geniale e ironica agony aunt che ha risposto per anni alla posta del cuore di Annabella, contribuendo a svecchiare una morale stantia e ad aprire davvero la mente alle ragazze e donne, che si chiedevano se “Con un bacio posso rimanere incinta” (ne trovate alcune qui).

Grande amica di Camilla Cederna, Brunella ha scritto molti libri (date un’occhiata qui) fra cui un piccolo capolavoro, diremmo oggi minimalista, che è Una donna e altri animali. Un libro che dimostra come l’anticonformismo, il libero pensiero e perché no, il femminismo si possono coniugare con il garbo e la leggerezza di una donna, di una moglie e di una madre innamorata della vita e degli animali.

Brunella è morta giovane, e forse mi sono distratta io, ma mi sembra sia stata ingiustamente dimenticata. Accantonata come scrittrice “femminile”, con lo stesso velato disprezzo che si riserva ai romanzetti rosa.

Io vi suggerisco di leggerla. Ha un modo così leggero di raccontare la vita, e la vita delle donne in particolare, che si fa leggere d’un fiato.

E la frase di Brunella? Era l’epitaffio che avrebbe voluto per lei, perfetto per una persona dotata di una modestia per nulla falsa, e che ha amato per tutta la vita la carta, l’inchiostro e la sua scrivania. Diceva così:

Girò tutta la vita intorno a un tavolo
senza peraltro combinare un cavolo.

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