Lasciate che le signore vengano a Roma

In diretta dal confronto televisivo del secolo, quello tra Prodi e Berlusconi a venti giorni dalle elezioni, fra uno sbadiglio e l’altro carpisco la parola “donne”.
Precisa la domanda di Marcello Sorgi de La Stampa ai due contendenti: quante donne ci saranno nel vostro governo?

Il presidente del consiglio in carica, Berlusconi dice più o meno:

Ne abbiamo poche; vorrei che ce ne fossero di più ma è difficile convincere le candidate di spessore culturale, queste signore insomma, a lasciare il marito e la famiglia e andare a Roma per lavorare in
politica.

(E poi si dimentica di citare la Prestigiacomo tra le donne del suo governo attuale).

Prodi ribatte:

Ci dovrebbe essere una legge sulle quote rosa che non è stata voluta dalla maggioranza. Secondo me è la prima cosa da fare per sfondare il tetto delle presenze femminili. 10 anni fa pensavo non servissero; adesso la mia esperienza mi fa dire che senza quote rosa non arriveremo ad una forte presenza femminile in parlamento nemmeno fra 50 anni.

Allora: siamo il paese con le presenza femminile in Parlamento più bassa in Europa, e uno dice che è colpa nostra perché non lasciamo paesello e focolare per andare nella metropoli; l’altro che l’unica soluzione è la riserva indiana.

Io mi sento come al gioco dell’oca, quando capiti sulla casella “Stai fermo un giro”.

7 thoughts on “Lasciate che le signore vengano a Roma

  1. Capisco come ti senti, e mi sento anche io così. Però, purtroppo, Prodi ha ragione. Occorrono incentivi per incoraggiare la partecipazione femminile, e se il protettorato stile panda è l’unico provvedimento possibile, che sia preso. Io non credo che ci siano poche donne in politica: penso che ci siano molte donne prevaricate dagli uomini. Allora, anche solo per un breve periodo, è forse giusto rompere il monopolio, anche con una forzatura. Una volta ristabilito un equilibrio, il provvedimento sarà obsoleto.

    Su Berlusconi che pensa che un uomo non possa MAI E POI MAI seguire la compagna stendo un velo pietoso. E’ uno che pensa come un produttore televisivo: le donne sono accessori, decorazioni, lucedegliocchi di un uomo. Mica persone.

  2. ieri ho seguito il dibattito, e sentirlo dire quelle cose è stato veramente rivoltante e avvilente. berlusconi è il portabandiera del maschilismo più becero e sguaiato, quello che pensa che è difficile trovare donne all’altezza di andare in parlamento e che devono stare a casa a fare gli angeli del focolare e a spalmarsi le cremine per essere belle per i loro maritini. e sul posto di lavoro? vogliamo ricordare quello che disse per spronare gli industriali stranieri a venire in italia a investire? “qui ci sono le segretarie più belle del mondo”… con sorriso che lasciava intendere quello che nella sua fantasia malata fanno le segretarie per guadagnarsi lo stipendio.

    ecco cosa sono le donne per lui: serbatoio di voti e oggetti sessuali.

    e oggi mentre andavo in treno al lavoro (un lavoro che forse secondo il presidente del consiglio non sarei all’altezza di fare), una ragazza – poverina – mi diceva tutta risentita che io non ho capito niente, e che lui NON VOLEVA AFFATTO DIRE QUELLO.

    Sì, tanti auguri!
    Laura (scusate lo sfogo, ma quando ci vuole…)

  3. triste pensare che NESSUNO dei due aspiranti premier riescano a dare una visione CHIARA su come possono essere accettate le donne al potere…

    forse la realtà è che hanno paura della ns superiorità, del fatto che se 1 donna è intelligente e tenace vale 10 volte + d un uomo, FORSE hanno tutte le intenzioni d fare un meschino passo indietro sulla parità che con tante difficoltà c siamo guadagnate.

    è DURA, ma credo che solo continuando a farsi sentire e facendo D TUTTO x scrollarsi d dosso l’etichetta d “angeli del focolare” si riuscirà a far emergere la forza della quota rosa…

  4. @ Giulia sicuramente è così, e lo stesso Prodi diceva di aver “ceduto” all’idea delle quote rosa quando si è reso conto che senza un obbligo, una sorta di rottura col passato, non ne veniamo fuori. però, che tristezza. Per le signore che non vanno a Roma: concordo. Una visione distorta. Ma lo sa che ci sono i permessi paternità? Che sempre più uomini decidono di stare a casa con i figli? Che ci sono gli aerei che ti portano tra Roma e Milano in 50 minuti?
    @ Laura sogno da anni una rivolta delle segretarie…

  5. ragazze, io ho fatto lo stesso percorso di Prodi “no alla legge panda!!!” … e adesso invece penso proprio che il protettorato serva ad uscire dalla palude. Ho avuto la fortuna di candidarmi alle elezioni del mio comune nel 1995 quando c’era in vigore una “mini legge panda” e vi assicuro che le mie compagne di lista (alcune sono poi diventate ottimi assessori) NON sarebbero mai state candidate altrimenti

  6. E’ triste che si debba ricorrere all’espediente delle “quote” per poter garantire una presenza consistente ed equa delle donne nel Parlamento. E’ anche vero che in Italia abbiamo un gap culturale enorme rispetto all’Europa per quanto riguarda l’emancipazione delle donne nella società. Beh, la Santa Sede in Italia qualche influsso lo avrà pur avuto. Ma in Spagna come sarà?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*
*
Website