Le stelle, la musica e tutto il resto. Meglio capirli o apprezzarli?

Molti anni fa, ero appena arrivata a Milano ed era il tempo in cui le cose mi parlavano, ebbi la fortuna di assistere a un pomeriggio di prove alla Scala. Un’amica aveva un fidanzato al Conservatorio, pure bello e dannato con una non vaga somiglianza con Johnny Depp, e lui ci invitò alle prove, dirette dal Maestro Muti. No, immaginatevi: arrivavo da Genova, non ero mai stata alla Scala, tutto quello sbarluccichìo e trionfo di velluti e ori, Riccardo Muti, la musica; anche se l’orchestra era in jeans ce n’era da raccontare, al rientro a Genova, per un pomeriggio.
Ascoltai la musica in estasi, con tanto di lacrime agli occhi e pelle d’oca, per un paio d’ore. All’uscita, il fidanzato-johnnydepp era un po’ deluso: per un’ora buona, ci spiegò tutti gli errori: “Lì è entrato in ritardo quello, là era troppo alto quell’altro, all’inizio del secondo movimento strideva quell’altro ancora”.
Io dissi solo: “Guarda, io non capisco niente, non ho cultura musicale sufficiente, non mi sono accorta di nulla; so solo che mi avete emozionato e la musica mi arrivava a onde e mi è venuto da piangere”.
Lui s’illuminò: “Che fortuna hai. Non ricordo nemmeno più quando provavo le stesse sensazioni. Ormai quando suono o ascolto qualunque cosa, lo faccio quasi solo in maniera tecnica, alla ricerca delle imprecisioni, delle sfumature. Tu godi la musica, io ci lavoro”.
Notte d’estate terrazzo di casa a Varazze. Luna nuova, cielo scuro, stelle a milioni. Passo ore a testa in su a guardare le costellazioni, senza capirci un’amata minchia, come direbbe Montalbano. Ho comprato un manuale di astrologia, astronomia* un mappamondo astronomico e tutto quel che serve: li sbircio di sfuggita accendendo una torcia e poi torno a guardare il cielo, con gli occhi che, bruciati dalla luce improvvisa, per qualche minuto non distinguono più neppure Venere. Niente, a parte Orsa Maggiore e Minore e Cassiopea, non sono in grado di riconoscere una costellazione. E ogni estate è la stessa storia: “Quest’anno studio. Da settembre vado alle serate astronomiche. La prossima estate non mi fregano, le conosco tutte”. Poi passa un altro inverno e l’anno dopo sono ancora lì, a non saper decifrare quella scrittura a puntini che, uniscili a un modo o all’altro, per me restano sempre ignoti.
Però l’altra sera mi è venuta in mente la Scala, le prove e il johnnydepp col contrabbasso, e ho pensato che forse aveva ragione lui e che vale anche per le stelle. A me piacciono, mi emozionano nella loro interezza, starei a guardarle per ore lì che baluginano, e chissenefrega se non trovo i Gemelli, e chissenefrega se non capisco che l’oboe è entrato una frazione di secondo in ritardo, provare emozioni è così raro ormai, che va bene così.

* i miei problemi sono maggiori di quanto credessi, N.d.A.

13 thoughts on “Le stelle, la musica e tutto il resto. Meglio capirli o apprezzarli?

  1. Senza offesa, ma hai comprato un manuale di astrologia o astronomia?
    E soprattutto, che fine ha fatto il Johnny Depp Del Controfagotto?
    :-D

  2. “E soprattutto, che fine ha fatto il Johnny Depp Del Controfagotto?”

    è quello che ci stiamo chiedendo tutte.

  3. Quanto ti capisco…… anche a me le cose parlano…..il problema è che io gli rispondo e che spesso mi ritrovo a parlare da solo…ognuno ha le sue…..ieri per esempio tornavo al lavoro dopo le due settimane di ferie annuali..un pò sminchiato e con l’umore sotto le infradito ritorno a casa, accendo la tele apro l’acqua della doccia e sento “Michael Schumacher torna a correre”…bè a me emozionano si le stelle, ma anche un ingresso di chicane di michael con al rossa che ondeggia al rallentatore la sospensione che preme sul semiasse lui che piega il casco sul bordo di carbonio infila la curva e ne esce veloce come mai, veloce come nessuno

  4. era astronomia, ovviamente, ma ho sempre in mente Rob Brezsny, che ci volete fare. Allora, donne materialiste che non siete altro, il johnnydepp de noantri lasciò la mia amica dopo anni d’amore e io la consolai, lo ricordo bene, con una cena improvvista a colpi di pesto e vermentino ben gelato. Non bastò certo, ma fu un inizio. Lo rividi una sola volta; stava perdendo i capelli e ingrassando, tié. Comunque, suonava il contrabbasso.
    Luca: sì, però tu le chicane le capisci pure, a differenza di me le stelle.

  5. A me è capitato vedendo i tuffi ai mondiali di nuoto. Mi sembravano tutti perfetti ma spesso il commentatore li criticava aspramente senza neanche vederli in replay…. boh…..!

  6. che dire bel post. anch’io mi sento come te. mi capito la stessa esperienza ad un museo, in lacrime davanti ad un quadro e la mia professoressa d’arte che ammirava il fatto che avessi la sensibilità di ammirare un opera cosa che lei con il tempo aveva perso.

  7. Usa un iPhone con Star Walk e vedrai con chiarezza il cielo. Un bacio!

  8. Marco: grazie per il suggerimento! Ma poi..non perdo la poesia??? :-)

  9. *Usa un iPhone con Star Walk e vedrai con chiarezza il cielo. Un bacio!*
    NO!!! lasciateci almeno le stelle!!
    :-*

  10. Cara Blimunda, lavoro in un grande teatro e sono circondata da esperti che come il contrabbassista ascoltano ogni voce, ogni strumento alla ricerca di una perfezione che non ho la capacità di riconoscere o comprendere. Però quando il lavoro in ufficio è pesante mi prendo una pausa nascondendomi in un palco e seguendo le prove. Tante volte torno al mio computer con gli occhi lucidi sentendomi fortunatissima perché della musica capisco solo quello che il mio cuore sa sentire. Inutile dirlo, concordo anche per il lato astronomico.
    Grazie di aver detto così bene un pensiero che mi frullava in mente da un po’
    :-)

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