Madrid: la noche en blanco

madridIniziamo subito col dire che i madrileni e in generale gli spagnoli a passar le notti in bianco sono abituati. Sono stata a Madrid un’altra volta anni fa, senza che ci fosse la Noche en Blanco. All’una e mezza di notte dovetti convincere il tassista a farmi portare in hotel. Non si spiegava come mai volessi andare a dormire così presto (in realtà, ero lì per lavoro e la mattina dopo mi aspettavano riunioni su riunioni, ma ci vollero venti minuti buoni per convincerlo).
Comunque, con la magnifica notte di sabato scorso si sono superati. Circa 800 mila persone nelle strade, palazzi illuminati in verde, viola e rosso (soprattutto la Gran Via, con installazioni luminose magnifiche), concerti in ogni angolo dalla musica classica al jazz fino a questi pazzi della Troba Kung Fu che non conoscevo e mi hanno tenuta incollata ad ascoltarli per un’ora. Decine di eventi e mostre nei musei aperti fino a ore impensabili (come la bellissima esposizione fotografica di Annie Leibovitz, prorogata per l’occasione fino a domenica 20 settembre). E, ah sì: a differenza di quel che è successo a Genova, con gli autisti che si sono rifiutati di fare gli straordinari, lasciando a piedi centinaia di nottambuli, lì la metro – pulitissima – ha funzionato regolarmente fino alle tre.
Poi, gli spagnoli. Ora, io non so se è perché, più passa il tempo più sono insofferente verso il mio paese e molti dei suoi abitanti. Ma li ho trovati ancora più adorabili di come li ricordassi. E sì che non sono noti per essere un popolo sobrio. Però in confronto alla caciara e alla maleducazione italiane, diventano quasi riposanti. Non urlano, non lanciano bottiglie, passeggiano tranquilli con i figli in spalla godendosi la loro città. Alle due di notte non c’erano ubricachi molesti ma gruppi di ragazzi insieme a famiglie e coppie di anziani che ascoltavano musica. Insomma lo so che questa tirata andrà sotto l’ipertrofica voce “in Italia fa tutto schifo”, però è così.
Infine in Plaza Mayor, bellissima come sempre, c’era un’invasione di palloncini bianchi con un verso scritto sopra, per lasciar volare la poesia in alto. E un po’ ovunque, piccoli chioschi dell’associazione di artisti Sanar Madrid, presi d’assalto, con file interminabili nemmeno regalassero cañas de cerveza.

“Che fanno lì?” chiede il mio compagno di viaggio e incidentalmente di vita.
“Non so, vado a chiedere”.
Torno soddisfatta: “E’ un gruppo di artisti e disegnatori. Promettono di “curarti” attraverso l’arte.  Fai la fila, ti siedi davanti a uno dei disegnatori, racconti un tuo problema, un tuo dubbio, qualcosa che ti turba e mentre parli lui fa un disegno che è allo stesso tempo un consiglio e un modo per affrontare il tuo problema. Poi ti regala il disegno con tanti auguri”.
“Ma che bello! Quasi quasi ci vado anche io”.
“Lascia stare, con tutte quelle che gli racconteresti, il tapino dovrebbe disegnarti Guernica”.
“Stronza”.

6 thoughts on “Madrid: la noche en blanco

  1. Madrid…ci ho lasciato un pezzetto di cuore, e pure di cervello, viste le condizioni da sottosviluppo culturale che ci toccano a noi!

  2. Semplicemente…che te lodico a fare? Butti sale su una ferita aperta ;-)

  3. Concordo con Nica. Solo che comincio a stufarmi di “concordare” su quanto faccia pena questo governo, su quanto stiamo scivolando in basso.. Ma non so da che parte cominciare.

    Comincio da me e poi dai miei figli, cercando di dargli una “buona educazione” in tutti i sensi, ma alle volte temo di farne degli avulsi.

    Eppure, almeno su questo, non voglio cedere.

    Brava comunque a riuscire a goderti una notte bianca con una bimba di un anno – anche se lasciata a casa, suppongo ;-)

  4. Torno da Monaco or ora e potrei dire la stessa cosa dei Tedeschi. Il problema non è solo il governo, è la maleducazione e la mancanza di rispetto tipica degli Italiani. La vedo dura migliorare :-(

  5. Brava: le vere vacanze sono coi figli lasciati beatamente a casa (ecco, ora mi linciano). Scherzi a parte, bellissimo. Ora mi vado a v edere quella cosa degli artisti che è fichissima. Piacerebbe anche a me ma con Viola che non dorme penso che anche in vacanza a mezzanotte crollerei come un pero per recuperare il sonno che non posso farmi a casa. Come farò domani a Londra, mi sa.

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