Natale, un cucciolo non è un pacchetto

kakaIster

Siccome Natale si avvicina a grandi passi, e io inizio ad avere l’orticaria da festa che mi prende tutti gli anni, acuita dal fatto di sembrare una mongolfiera con tanto di zavorra, ho voglia di parlare di animali. Nel senso, quelli veri, pelosi e a quattro zampe, non quelli che ti spintonano nei negozi per accaparrarsi un orrido regalo per la zia cordialmente odiata.
A proposito di regali, infatti, molte famiglie decidono che Natale è il momento giusto per acquistare un cucciolo “per il bambino”. A questo proposito ho fatto due chiacchiere con Ettore Degli Esposti dell’Enpa di Milano, che mi ha chiarito subito la posizione dell’ente:
“Primo, secondo noi gli animali non si comprano. Si accolgono con un’adozione, che li tolga dal canile e regali loro una casa. Secondo, il cucciolo resta tale solo per 5 o 6 mesi. Dopodiché, diventa un animale adulto, con molte esigenze: non è un pelouche. Per cui pensateci bene prima di prenderlo”.
Magari leggendo attentamente la documentazione dell’Enpa che aiuta a capire se si è davvero pronti per tenere in casa un amico a quattrozampe.
Se invece volete proprio un cucciolo di “quella” razza e non vi interessano le adozioni nei canili, state doppiamente attenti. Il suggerimento è di evitare i negozi di animali e rivolgersi direttamente agli allevatori, prendendo quante più informazioni possibili e visitando più volte l’allevamento. Purtroppo si stanno moltiplicando i casi di animali malati, con pedigree e documenti contraffatti, venduti per sani da commercianti privi di scrupoli.
A tutti loro, non auguro solo un pessimo Natale, ma una pessima vita.

Altre info qui.

Kaka e Ister, nelle foto in alto, sono ospiti di Enpa Milano, in attesa di una famiglia anche per loro.

18 thoughts on “Natale, un cucciolo non è un pacchetto

  1. Sottoscrivo con tutto il cuore (e anche con molta rabbia) ogni tua parola. Tutti gli animali arrivati nelle nostre case (genitori, fratello, parenti e amici stretti – sarà un caso che le mie amiche più care sono tutte gattare?) sono piombati lì per strani grovigli del destino e sono “rinati” insieme a noi per far parte integrante della famiglia. Non ho parole per esprimere il mio totale disprezzo nei confronti di chi abbandona gli animali o non li considera “pesanti” e “soffrenti”.
    Giusto per ridere, ogni tanto al supermercato qualche cassiera solerte mi separa il cibo per i gatti in un’altra busta e quando io dico: “non ce n’e’ bisogno, dormono nel letto con me, figuri quanto me ne frega se le scatolette sigillate mi mischiano con la spesa” in genere la tipa strabuzza gli occhi e risponde: “ma sa, c’è chi lo preferisce”. Vorrei proprio conoscerli quelli che separano le scatolette del micio dalla loro scatola del tonno, vorrei vederli per invitarli a lasciare perdere. Ma secondo voi questi il loro micio lo accarezzano con i guanti di gomma?
    Ora qui da me c’è la mia metà che si fa un riposino pre turno serale e con lui nel letto ci sono Violetta (6 kg) sul fianco per il rito delle “fusa da relax” e Rosina (è una cucciola di 4 mesi) sotto le coperte nel ruolo di scaldino naturale. Come diceva Totò “ma mi faccia il piacere!”.
    Baci, brava, mi piaci sempre di più.
    Marina
    ps saluti alla bimba in pancia (com’è che si chiama?)

  2. Volevo dare il mio modesto contributo: anch’io (come molti) ho sempre pensato che quando si adotta un animale è meglio prendere un cucciolo. Molti, anche spinti dalle migliori intenzioni, vanno nei canili e poi ne escono sconsolati perché non trovano “il cucciolo” che desideravano. Io mi sono trovata ad adottare una gatta di (circa) 5 anni, non conosco la sua vita prima, ma è la più affettuosa, fedele e riconoscente che abbia potuto accogliere in casa e consiglio a tutti la stessa esperienza. Per completezza aggiungo che ho anche un’altra gatta, adottata quando aveva tre mesi… viziata e scontrosetta ;-)

  3. In Sardegna, i miei hanno adottato 6 gatti (Tchita, Smeagol, Junior, Kiotaro, Guendalina e Catella), solo uno di questi è arrivato come regalo, gli altri all’epoca avevano deciso che quella era casa loro… Idem per il cane, che un po’ come per il gatto di Je è arrivato che era già grandicello, forse ex cane da guardia per le pecore perchè si è innamorato di Junior (maschio) è geloso di lui, guai chi lo tocca!

  4. I ho accolto sempre cani randagi, solo una era cucciola. Hanno comunque saputo accompagnare la mia vita e darmi un affetto incredibile. Adesso che è morta l’ultima non ho più il coraggio, ho sofferto troppo. Giulia

  5. non ho cani e non ho gatti e se fosse per me neppure altri animali,(tartaruga e papagallo i nostri due coinquilini) perchè gli animali richiedeno tempo e attenzioni ..io faccio fatica ad averle per la mia famiglia causa il limitato tempo libero…… però sono assolutamente d’accordo con tutto il quello che hai scritto

  6. E’ bello vedere che c’è tanta gente che ama gli animali; anche fra chi non ne vorrebbe, come Luca. Perché appunto, prenderli in casa e poi dimenticarsene non vuol dire amarli.

  7. Che rabbia mi fanno poi i sedicenti amanti degli animali che comprano l’esemplare di razza, magari spendendoci una marea di soldi. Non dico che questi animali non abbiano diritto a una casa e a una famiglia, ma troppo spesso vengono trattati come oggetti da esibire.
    A proposito, il piccolo a destra assomiglia tantissimo al mio Rufus: anche lui giocava con i visitatori del gattile attraverso la gabbietta…

  8. E’ terribile vedere gatti in gattile e cani in canile e non poterne portare a casa uno :-(

  9. In procinto di emigrare dall’altro lato del mondo causa indigenza, il mio pensiero principale delle ultime settimane è la gatta Mina, prelevata due anni fa dal canile di Udine (allora piccola piccola e magra magra).
    Abbiamo trovato una sistemazione ottima per lei, a casa di amici, per il momento. Mi pongo però molte domande sulla possibilità di portarla laggiù con me. Forse soffrirebbe troppo per il viaggio, più che per il distacco.
    Non è facile :(

  10. Corrado: lo so bene, ti spezzano il cuore.
    Dania: in effetti è un bel problema. Ma dovrebbe fare anche la quarantena? E la compagnia aerea dove la farebbe viaggiare? Perché so di compagnie che impongono la stiva, e allora quello sarebbe davvero traumatico, povera Mina. Certo che anche lasciarla a casa…Non ti invidio, è una decisione davvero difficile.

  11. Quando abbiamo adottato il nostro gatto Ernesto, aveva due mesi. La famiglia che l’aveva prelevato dalla cucciolata si è accorta presto che un animale in casa è un impegno per la vita e non se la sono sentita: hanno deciso di lasciarlo per strada ma fortunatamente prima ce l’hanno detto.
    Poi, visto che passava le giornate da solo in casa, siamo andati al gattile e abbiamo adottato Camilla, sei mesi. Quando l’abbiamo portata a casa aveva le zampe posteriori atrofizzate dalla lunga permanenza in gabbia, un virus intestinale e una tracheite.
    Adesso hanno sei anni lui e cinque lei, da sempre sono inseparabili come si vede qui e qui.

  12. Noi abbiamo preso la cagnolina Stella dal canile, dove era finita dopo essere stata gettata nella spazzatura appena nata.Purtroppo, dopo 4 mesi, ha avuto la sua prima crisi epilettica e ora va avanti con il luminale, noi non la lasciamo mai sola perchè, quando ha la crisi, ha bisogno di sentire una presenza affettuosa. Poi è arrivato il micino Puma e così, adesso, si fanno compagnia. Nonostante l’impegno che richiedono,ci danno tanto affetto. Non ci rinunceremmo mai!

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