Prima tappa, Quito

Arrivati a Quito dopo un volo tranquillo ma infinito (abbiamo fatto piu’ fermate di un pullman di linea. In compenso con KLM si mangia benissimo…).

L’altitudine si sente eccome, sbandiamo tipo vecchi marinai in mezzo alla tempesta e quindi ci muoviamo al rallentatore per evitare sforzi inutili. Dopo aver pranzato, pero’ passa. Forse era la fame…

La temperatura e’ fantastica, forse per me un po’ freschina, appena va sotto il sole crolla a 10, 12 gradi e di notte scende ancora.

So che se in Italia sta continuando il caldo africano degli ultimi giorni magari mi invidierete, ma io di mettere il maglione ancora non avevo molta ancora.

Quito e’ molto bella, molto povera, molto dignitosa. Il centro storico coloniale e’ splendidamente conservato e spicca soprattutto alla sera quando ogni chiesa e’ illuminata e si riducono le auto che scaricano fumi irrespirabili (benzina di pessima qualita’ piu’ scarsita’ di ossigeno fanno un miscela micidiale per gola e polmoni, infatti, udite udite, quasi non fumo da quando sono arrivata – ho detto quasi).

Come sempre a queste latitudini colpiscono i colori. Quelli dei vestiti tipici delle donne che portano i figli piccoli legati sulla schiena come il piu’ prezioso dei fagotti. Quelli del cielo che si rannuvola e schiarisce in un secondo, con lo sfondo delle Ande.

Oggi si va alla Mitad del Mundo, il monumento costruito sull’equatore, dove e’ possibile tenere i piedi in entrambi gli emisferi.

Per una Bilancia eterna indecisa come me, niente di meglio.

2 thoughts on “Prima tappa, Quito

  1. Jeanette, dopo l’operazione della figlia, è tornata la settimana scorsa da Quito; ha portato un panama a Fabio e a me la miniatura di quel monumento. Ce l’ho sulla scrivania

    :-)

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