Può un cuore riconoscere un padre?

Io, e a volte dico purtroppo, non ho una fede. Solo una vaga infarinatura di comunioni, avemarie e senso del peccato derivanti dall’infanzia.
Non credo a una vita oltre la morte, penso che finisca tutto lì, qualcuno spegne la luce e zot, torni nel nulla da dove sei venuto.

Però quando leggo notizie come quella dell’uomo morto d’infarto fra le braccia del padre di chi, 12 anni prima, morendo gli ha donato il cuore, qualche domanda me la faccio.

Accompagnata da più di un brivido lungo la spina dorsale.

16 thoughts on “Può un cuore riconoscere un padre?

  1. La notizia ha colpito anche me.
    Razionalmente si potrebbe dire che l’emozione avrebbe creato problemi anche a una persona sana.
    Ma, in fondo all’animo, penso che tutto abbia senso così. In questo mondo di pensieri e tecnologie artificiali, forse c’è qualcosa di mistico.
    Anzi, è quasi confortante pensare che tutto è diretto da una volontà superiore, che crea e gioca con le sue creature.

  2. Siamo d’accordo al 100% sulle prime tre righe, ogni tanto capita qualche evento che ci distoglie dalle nostre “certezze” per un pò, ma poi torniamo alle nostre tre prime righe

  3. invece io credo ad una vita (sicuramente molto diversa) dopo la morte …. ci credo perché altrimenti non si spiga come non siamo precipitati giù dal monte Gazzo il primo Natale dopo la scomparsa di mia madre … o come mio fratello mi ha fatto trovare una cosa il giorno del mio compleanno … si possono anche chiamare coincidenze … ma io preferisco credere

  4. … difficile la lettura dell’accaduto, difficile l’interpretazione del dopo la Vita. Difficile per me, dopo aver letto una mail che mi ha letteralmente sconvolto, in bene ma mi ha fatto venire la pelle alta due dita! Credo che quando la Falce Nera si avvicini, noi come piccoli viandanti per Samarcanda, non possiamo mai dire di no … e non credo che badi al contorno, ai modi, alle situazioni. Lei arriva e rispondiamo PRESENTE … poi chi rimane in Vita crea un alone di mistico mistero per sottolineare la cosa. Il detto “chi muore giace, chi vive si dà pace” ed il, sempre di Sciascia “il morto è morto, diamo aiuto al vivo” sono esemplificazioni forti di questo nostro pensiero giustificatore. E’ chiaro che la parte romantica di noi non riesce a staccare di netto il cordone ombelicale con chi se ne è andato ed ad ogni evento dipinge una tela di dolce presenza da appenendere in un ideale pinacoteca delle coincidenze. Mi sono spinto troppo oltre … in tutti i casi … io adoro la mia pinacoteca!

  5. Jill e Vantfrix: ho letto adesso la mail. Con i brividi e le lacrime, ma di gioia. Sai cosa c’è, che io vorrei credere che le persone che amo, quando non ci sono più, mi siano ancora vicine in qualche modo. Ma ho così tanta paura di non ricevere “segni” che preferisco chiudermi e pensare: basta, non c’è più niente, è finito tutto. Poi succedono cose come quella mail. E allora devi rifare i conti, soprattutto con te stessa. E con la “pinacoteca delle coincidenze” che abbiamo dentro di noi.

  6. Non ho capito di che mail parlate e qual è il collegamento con la notizia linkata, ma un infarto dovuto all’emozione troppo forte mi sembra comunque la spiegazione più semplice…
    Scusate, sarà deformazione professionale, ma quando leggo queste cose, più che ai “segni” esterni, mi viene da pensare ai “bisogni” delle persone.

  7. Pietro: capisco perfettamente cosa intendi parlando dei bisogni delle persone. Siamo noi ad avere bisogno di segnali per sopravvivere, per sentirci meglio. Però, davvero, pur nella mia razionalità, ci sono certe volte in cui non credere mi riesce davvero tanto difficile.

  8. Sicuramente un caso degno del guiness dei primati…
    della sfiga però…
    :-S

  9. Sottoscrivo le prime tre righe e pure le ultime tre parole di Pietro.

  10. Bli, non chiuderti per timore di non sentire … e non temere se “senti”

  11. In questi casi dovrei dare retta alla mia mamma che dice ” è destino” forse era destino che quel cuore dovesse vivere per l’ultima volta in quella famiglia… troppo fatalista? pero’ certe coincidenze ti fanno riflettere..

  12. allora marzulliamo facciamoci una domanda e diamoci una risposta:)

  13. Blimunda: è giusto che sia così. magari in forme diverse, ma tutti abbiamo bisogno di andare un po’ oltre, almeno ogni tanto.

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