Signora mia, un mese per avere un’arma

Dal giornalaio, che evidentemente aveva molta voglia di commentare a suo modo la tragedia della scuola in Virginia, dove un ragazzo ha fatto una strage cercando presumibilmente di ammazzare la fidanzata:

“Eh cosa vuole, succede perché lì le armi le vendono al supermercato. Qui in Italia, ora che trovo una pistola dalla malavita (!), limo il numero di matricola e tutto il resto, passa un mese. Se le le armi sono a disposizione, è facile fare danni”.

Certo, accidenti. Qui ci vuole un mese, tra malavita e limare (e sorvoliamo su entrambe).
Neppure gli è passato per la testa che supermercato o attesa di un mese significano la stessa orrenda cosa: un arma in mano per “punire” la donna fedifraga che ha osato ribellarsi, magari rifiutare le avances o la continuazione di un rapporto che per lei era finito.
Memo: il 70% delle donne che muore di morte violenta, muore per mano del partner.

Se ne parla anche su Sorelle d’Italia.

12 thoughts on “Signora mia, un mese per avere un’arma

  1. un paio d’anni dopo la separazione, mi trovavo a discutere con l’avvocato (donna) per via di certi comportamenti del mio ex marito che mi mettevano sotto pressione psicologicamente. lei mi ha suggerito di tenere un diario, e io l’ho fatto per qualche settimana. ne è uscito che le “molestie”, che avevo giudicato di lieve entità e quasi normali, erano frequenti e pesanti. l’avvocato ha decretato che avevo a che fare con uno stalker e mi ha suggerito di cambiare le chiavi di casa e il numero di telefono. io non l’ho fatto perché sono un’ottimista (incosciente?) e soprattutto volevo salvaguardare il suo rapporto con le figlie, ma la faccenda mi ha dato da pensare. nel mio piccolo – e non ho né l’indole né motivi validi per giustificare il mio ex – sottovalutavo una situazione che, vista obiettivamente, non era normale. penso che sia un atteggiamento comune e che, se fossimo più attente a tutelarci, certe tragedie si eviterebbero. ma siamo addestrate a tollerare, scusare, metterci nei panni dell’altro. nel mio caso le cose, con gli anni, sono migliorate, ma non sempre va così.

  2. Adriana: hai colto l’essenza della questione. Siamo “abituate” a certi comportamenti di molestia maschile. Che, badiamo bene, partono con il fischio o il complimento pesante per strada, da troppo giudicati “innocenti”. Siamo così abituate da liquidare quasi con un’alzata di spalle lo stalking di un ex compagno. E’ vero, siamo addestrate a tollerare e scusare. Quanto male ci ha fatto e continua a farci un’educazione di sottomissione.

  3. E quanto siamo disposte a tollerare per proteggere i nostri figli? Quante volte pensiamo anche inconsapevolmente che un padre mediocre sia meglio dell’assenza di un padre?

  4. Viss: hai ragione: troppe, da quello che vedo in giro. Probabilmente i figli invece pensano il contrario.

  5. bè io il giornalaio non lo trovo così “stupido” forse si è espresso male… quello che voleva dire secondo me, che a volte si reagisce con rabbia “a caldo” ma se abbiamo il tempo per far sbollire… poi passa quasi tutto, certamente la possibilità di avere un’arma in mano a caldo fa si che tante cose succedano, ma se devi cercarla e passa un mese……… e devi ancora limare il numero di matricola…. forse l’istinto omicida ti è passato.

  6. per quanto un padre sia mediocre, la separazione è sempre un dolore, per i figli (e non solo). ma se dovessi dire che ora, passata la buriana, si sta peggio, direi una bugia. non sono questioni facili…

  7. Anche io Blì sono piuttosto convinta che i figli pensino il contrario e che a malintesi e aspettative si sommino altri malintesi e aspettative creando intorno ai figli un clima infine molto peggiore di quello potrebbe essere.

  8. Luca: sì, certo, però ne converrai che ha dato l’istinto omicida per scontato. E ha dato per scontato anche che la pistola, in Italia, non si cerca in canali tradizionali…
    Adriana e vis: io parlo per sentito dire, per cui le mie opinioni rasentano l’inutilità. Immagino che siano storie davvero dolorose e che sia impossibile generalizzare: ognuna è un percorso a sé.

  9. Adriana so perfettamente di cosa parli e conosco anche il senso di fallimento personale che si prova non tanto ad aver sbagliato uomo ma nell’aver sbagliato a sgliere il padre per i nostri figli ovvero la cosa più preziosa che abbiamo.

  10. umby, autocritica su cosa, esattamente? Sul fatto che gli uomini sono i maggiori responsabili di violenze e omicidi delle donne? (Non lo dico io, lo dicono le statistiche ufficiali, in tutto il mondo). Dovremmo fare pure autocritica?

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