E’ mia figlia che mi tira scema o sono io che non sono capace?

Beatrice, due anni e un po’, è brava. Bravissima. Abbastanza brava da far dire a tutte le mie amiche, figliate o meno non importa, perché tanto ogni donna ha una ferma opinione sui bambini, possibilmente altrui: “Ah quanto sei fortunata. Uh, com’è brava”.
Se sia brava sul serio non lo so: è la prima che faccio, non ho termini di paragone, e mi sono sempre tenuta a debita distanza dai figli altrui, ci mancherebbe. Però ecco, succede, una notte a settimana o ogni dieci giorni, che non abbia voglia di dormire. Le altre notti più o meno va tutto bene; è davvero brava, anche secondo i miei parametri.
LA notte a settimana, no. Non va bene niente. E ovviamente io sono nella stessa situazione delle altre sere, non è che lo so prima e quindi mi preparo. Ho appena finito di lavorare, andarla a prendere al nido, farle il bagnetto, cambiarla, darle da mangiare, ri-cucinare per noi, pigiamarla, metterla a letto. Quindi, sono esausta come al solito e non vedo l’ora di lasciare la sindone sul divano, con un libro in mano. Ma stanotte no. E’ una di quelle notti. Di quelle tipo:

“Mammmmmaaaaaaaaaaaaa! Voio a copertinaaaaaa”.
“Va bene, arrivo” (cerco la copertina, gliela metto “Non quella mamma! Voio atra copertina!”. Cerco l’altra copertina. La trovo. Gliela metto. Torno in sala, mi siedo, riprendo il libro dove l’avevo lasciato. 30 secondi e:)
“Mammmmaaaaaaa! No a voio a copertina”.
“Occhei. Vengo a togliertela (la tolgo) Ora fai la nanna, eh?”
(Torno in sala, prendo il libro eccetera).
“Mammmaaaaaaaaaa? Ho sete”.
“Oh povera cucciola, ma certo, arriva mamma e ti porta da bere”.

Il suo bicchiere preferito solitamente a quest’ora è in lavastoviglie. Ne prendo un altro, Non le piace. Vuole il SUO bicchiere, quello che sta girando a 60° col brillantante, il sale e tutti i cazzi e mazzi. Provo col biberon.
“Dai Bea su, bevi dal biberon”.
“Non voio biberon, voglio mio bicchiere!”
A questo punto s’illumina e pensa: è colpa della mamma che non ha pronto il mio bicchiere preferito. Quindi, come risarcimento, posso chiedere qualunque cosa mi passi per la testa. E ci prova:
“Mamma, voio succo! Con la cascionna!” (cannuccia, Ndr. E meno male che ancora non ha assaggiato lo champagne).
Ci metto 10 minuti buoni a convincerla che no, a quest’ora il succo non va bene perché fa male ai dentini e che sì, è davvero, davvero ora di fare la nanna.

(Torno in sala, prendo il libro eccetera).

“Mammaaaaaaaaaa! Voio Pippo e Bau!” (due pupazzetti, molto amati).
“Occhei, li cerco e arrivo”.

I due orridi, stramaledetti pupazzetti, essendo molto piccoli,  hanno il genio di nascondersi nei posti più impensati. Li cerco ovunque (lei nel frattempo continua a urlare “Mammaaaaaaaaaa! Voio Pippo e Bau!”, con gradazione di voce via via più acuta. Al terzo strillo penso che i vicini abbiano già chiamato il Telefono Azzurro e mi monta l’ansia).

“Ecco Pippo e Bau, amore. Però, Pippo e Bau sai cosa mi hanno detto? Che vogliono fare la nanna. Quindi Bea cosa deve fare? La..?
“Nanna”.
“Brava, tesoro. Buonanotte.”
Passano pochi minuti e sento l’inconfondibile suono di due pezzi di plastica che raggiungono il pavimento: Stonk. Stdeng.
“Mammmaaaaaaaaaa! Pippo e Bau sono caduti!”
(Poso il libro, mi alzo dal divano eccetera).
“Come, sono caduti? Chi li ha fatti cadere?”
“Bea! (C’è da dire che almeno è sincera, eh).
Raccolgo gli orridi pupazzi. “Amoore, li vuoi ancora Pippo e Bau?”
“NOOOOOOOOO! NOOOOO Pippo e Bau! Sono butti! BUTTI!”
Niente: ormai urla come una pazza alla sola vista dei due pupazzetti pochi minuti fa adorati. Ci rinuncio.
“Bene, adesso però è ora di dormire, va bene? Buonanotte amore”.
“‘Notte mamma”.
(Torno in sala, prendo il libro eccetera).
“Mammaaaaaaaa! Voio Puio (Winne the Pooh) e Uau (Tigro)
(Poso il libro, mi alzo dal divano eccetera).
Ad lib.

24 thoughts on “E’ mia figlia che mi tira scema o sono io che non sono capace?

  1. buona la uno. Lei è una dritta (e devi esserne solo felice) e le prova tutte. Più ti scasserà i maroni più avrai la certezza che le girano i neuroni. :) Poi è femmina, quindi dovresti saperlo. Sono donne fatte e finite, solo piccole e prive di nozioni complesse, ma non pensare mai che non capiscano. Mai. Una volta alla mia che ora ne ha 5 ho detto (3 anni fa, distrattamente) della legge che impediva ai minori di 5 anni di salire in scooter / moto. L’altro giorno mi ha ricordato che fra 2 mesi compie i 5 e vorrebbe che io comprassi appunto la moto per portare in giro lei. :) frasetta di 3 anni prima. ricorda, sono solo piccini.. ma ti si girano e pirlano come vogliono. Sii forte, e tanti auguri. :)

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  2. Ah, ma che vinca sempre e comunque lei, ne ero certa. La domanda del titolo era puramente retorica!

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  3. Eh, sì. Mia sorella e mio cognato uguale. Solo, TUTTE LE SANTE SERE CHE DIO MANDA IN TERRA, perché la mia adorata peste è insonne. Come la zia da piccola, ma è poco consolante.

  4. No, scherzi? Lettino e stop. Piuttosto vado avanti e indietro io, ma lei non dorme né sul divano, né nel lettone, mai. Non sembra, eh, perché sono ridotta a uno straccio; ma ci sono paletti invalicabili, in questa casa!

  5. A volte il circolo vizioso si interrompe con uno sbrusso (cit. ligure). A volte no, dipende.

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  6. Attenzione, Tiziana, qui corri il rischio di sentirti chiamare *madre degenere* perché proponi di fingere sordità anziché prestare attenzione alle esigenze della prole…

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  7. Concordo con Miro: 10 minuti sul divano, Vale crolla, la porto nel lettino addormentata e la serata è salva :-)

  8. JillL, no!!! Mi è venuta l’ansia!
    Nica: non so, Bea sul divano si sovreccita, mi sa che è ancora peggio!

  9. ti farò un breve sunto
    mio fratello dormiva solo ed esclusivamente in macchina, e ti preciso che la macchina doveva andare perchè come si fermava lui si svegliava, naturalmente i miei avevano un panificio e dormire era una condizione sine qua non, poi 5 anni più tardi sono nato io. Ovunque mi mettessero io dormivo, e mia madre si alzava per verificare che fossi ancora vivo, e non lo sto dicendo per fare una battuta, in pratica ancora adesso datemi un punto d’appoggio ed io dormirò, tu dì un posto io mi ci sono addormentato, la vasca da bagno la poltrona del dentista….
    Tra gli amici per l’educazione siamo conosciuti anche come i nazisti la minaccia più grave che potessero fare ai loro figli era:se non la smetti ti mando una settimana da Luca, ed io rincaravo la dose dicendo mandalo qui una settimana e te lo restituirò uomo.
    Detto questo la nostra politica è sempre stata molto semplice, ovvero ti mettiamo a letto, sei lavata mangiata, hai la lucina accesa in camera il ciuccio legato alla tutina, i tuoi genitori ti amano e tengono la televisione o la musica bassa per non darti fastidio, si ma tu fai altrettanto, perchè io dal divano mi alzerò solo nel caso che ad una certa ora io voglia andare a dormire. Puoi chiamarmi anche 150 volte , ma ricorda che non c’è peggior sordo…… prima o poi ti addormenterai lo so:)

  10. Concordo con Luca: lasciala chiamare; probabilmente le prime volte andrai fuori di testa ancora di più ma prima o poi Bea capirà “io strillo, mamma arriva di corsa” non funziona…
    Buona fornuna

  11. leggerle una favoletta, seduta di fianco al (o sul) suo lettino? magari tenendole la manina? :)

  12. carlo, se entro in camera sua con un libro e mi metto a leggere, si alza in piedi e inizia a saltare sul letto. Dopo 3 minuti di lettura si stufa e inizia a chiedermi di scendere a giocare. Non dormirà mai.

  13. Lo ammetto, facevo come Luca. All’inizio non ci voleva stare, una sera ha pure scavalcato le sbarre del lettino e ci è venuto incontro nel corridoio…:-D Dalla sera dopo, però, silenzio e nanna. I miei genitori mi davano della “nazista”, come se loro non mi avessero costretto al classico “a letto dopo carosello e non se ne parla nemmeno”…però io e mio marito eravamo convinti di avere ragione. oggi il “pupo” ha quasi undici anni, dorme benissimo e, apparentemente, ha un equilibrio emotivo migliore del mio…:-)

  14. I metodi “lascialo piangere” risultano di difficile applicazione se si hanno più bambini che stanze dove metterli.
    Secondo me dormire la notte filata è come camminare/parlare/imparare a farla nel wc: prima o poi lo fanno tutti, ma ognuno ci mette un tempo diverso, e gli sforzi dei genitori servono a poco.

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