Fare la mamma è più semplice se hai un gatto (o un cane)

Beatrice ha quasi un anno. Lo scorso dicembre avevo una panza tanta, per alzarmi dal divano ci voleva la gru del Bigo, e vivevo come in una nuvola, in lenta, lentissima attesa. E poi, esattamente come ti dicono tutti, ma quando ci sei in mezzo non ci credi, il tempo vola, impari a fare cose che non credevi possibili, cuoci ettolitri di brodo di verdura la domenica sera per poi porzionarlo e surgelarlo, prepari pappe in due minuti e sfoggi un’organizzazione che neanche un evento di Tiziana Rocca. Siccome la fine dell’anno è tempo di bilanci, più o meno indotti, mi sento molto fishing for compliments e me ne esco con un:
“Però, è quasi passato un anno. E non avevo davvero idea che sarei stata così brava a fare la mamma”.
“Io non avevo il minimo dubbio”, risponde lui, senza nemmeno alzare gli occhi dal libro.
“Ah sì? E perché mai, visto che prima di Beatrice ho sempre evitato accuratamente di interagire con un una persona che avesse meno di 12 anni?”
“Perché ti ho osservato per anni alle prese con i gatti”.
In effetti, ci ho pensato ed è vero. Prendersi cura di un animale domestico ti fa sviluppare, senza nemmeno accorgertene, doti di empatia, pazienza e sensibilità che aiutano molto quando ti trovi in casa un cucciolo d’uomo. Qualcuna potrebbe obiettare che succede lo stesso prendendosi in casa un uomo adulto, e potrei darle ragione. Qualcun’altra potrebbe dire che, purtroppo, prendersi cura dei più deboli, che siano animali, bambini o anziani, è da sempre un compito femminile, una croce che ci portiamo addosso, un freno alla nostra crescita personale. Tutto vero.
Però ho riflettuto. E questo è il risultato delle mie riflessioni di fine anno (ovviamente potete sostituire a piacere la parla “gatti” con “cani”. Non ho idea se funzioni con “pesce rosso” o “iguana”).

1 I gatti, come i neonati, non parlano. Dovete indovinare almeno i bisogni primari (fame, sete, sonno, pipì e pupù) e non farvi trovare impreparate. Con i gatti è più facile: quando hanno sonno, dormono ovunque si trovino. E la lettiera è una mano santa rispetto al pannolino, anche se poi pulirla tocca comunque a voi.
2 I gatti, come i neonati, hanno gusti imprevedibili. Un giorno divorano la pappa, il giorno dopo la stessa pappa fa schifo e viene sputata a raggiera sul muro retrostante (o trascinata per casa in segno di profondo disprezzo).
3 I gatti, come i neonati, hanno un attention span di 30 secondi. Si annoiano. Si distraggono. Adorano un giochino e poi improvvisamente lo abbandonano, perché di sì. A voi inventare sempre nuove forme di intrattenimento.
4 Curare i gatti, come curare i neonati, è un’impresa. Goccine che colano dal mento, pastiglie tenute per ore in un angolo della bocca per poi sputarle appena vi distraete, morsi, pianti e soffi. Armatevi di santa pazienza in entrambi i casi.
5 Con i gatti, come con i neonati, ogni membro della famiglia è convinto di avere un rapporto unico e particolare. “Guarda come MI sorride”, “Le feste così le fa solo a ME”, “Ascolta ogni cosa che dico IO”. Voi, in quanto donne e madri e quindi esseri superiori, lasciateglielo credere e e ignorateli. Non sono cattivi, è che vogliono partecipare.
6 Partire con un gatto, come partire con un neonato, provoca un livello di stress pari a dodici riunioni di lavoro, tre pranzi con i parenti e un cambio radicale di taglio e colore capelli. Che sia una visita dall’amica a venti chilometri, un weekend fuori porta o una settimana al mare, il risultato non cambia. Iniziate a preparare le borse la sera prima, continuate il giorno dopo fino a partire un’ora in ritardo, la vostra macchina assomiglia al pullmino dei Bradford e quando siete al casello vi rendete conto di aver dimenticato il ciuccio. O il topolino a molla senza il quale si annoia tanto, povera stella.
7 Non importa se siete in comproprietà del vostro gatto o del vostro bambino: quando il gioco si fa duro e c’è un casino da risolvere qualsivoglia (tsunami di cacca, mal di pancia, unghie da limare, visita dal veterinario), il compagno della vostra vita alzerà le mani dicendo: “Fallo tu, che sei molto più brava”.
8 Infine, quello per cui riuscite, comunque, a fare tutto e siete sempre moderatamente felici: i gatti, come i neonati, possiedono una grazia e una bellezza tutta particolare e vi riempiono il cuore di gioia per ogni piccola, piccola cosa.

8 thoughts on “Fare la mamma è più semplice se hai un gatto (o un cane)

  1. A casa mia le lettiere (i nostri mici sono 3) sono a cura del mio moroso.
    Allora forse, sgravata dal peso dei pannolini, potrò prendere in considerazione con più serenità all’ipotesi della maternità… :-)

  2. Cara Blimunda credo che la tua riflessione sia più che corretta, da un mese a questa parte vedo mia moglie (da una vita alle prese con i gatti), prendersi cura di Ludovico con maggiore semplicità… dopo tutto nove gatti da gestire sono una bella palestra ;-)

    Un abbraccio
    Christian

  3. Allora mi consolo: con 4 gatti posso benissimo star dietro a due gemelli! Considera poi che, proprio come i bambini, MI si sono ammalati proprio a Natale, e ieri ero dal veterinario con ben due trasportini.
    Il risultato è che mi sento molto ER Medici in prima linea, dato che due volte al giorno distribuisco antibiotici a tre dei quattro pelosi e tre volte al giorno metto la crema nell’occhio a una di questi tre. Fortunatamente la Gina è sana come un pesce (per ora!).

  4. questa volta farei i complimenti a Lui che ti ha ispirata ;)

  5. Con due figli adolescenti é tempo di allevare una tigre o un lupo :)

  6. E adesso, non lo prendi un altro gatto?

  7. auguri da un’altra mamma gattara. ma devo ammettere, invece, che quando è arrivato il primo (neonato) mi sono detta meglio una colonia felina che uno solo di questi :-)

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