I gatti della mia vita

Due coincidenze accadute in questi giorni, un bellissimo articolo del mio adorato Gabriele Romagnoli su Vanity Fair (purtroppo non lo trovo online) e un post di Edoardo Montolli su Grazia, oltre a commuovermi profondamente, mi hanno fatto pensare ai gatti della mia vita.
Avevo sei anni quando mio papà, portandomi a casa da scuola, mi disse che aveva trovato un gattino affamato e infreddolito e lo aveva portato a casa. Il micio, rosso tigrato, bellissimo, venne battezzato Minou perché ancora non eravamo molto pratici; non avevamo capito (o era troppo presto per capire) che era un maschio. Purtroppo restò con noi solo per poco, ce lo portò via una malattia dopo poco più di un anno, e io di quel periodo ho solo un ricordo confuso. Minou il secondo fu scelto da mia madre un giorno d’autunno, in un fienile in campagna, solo perché assomigliava come una goccia d’acqua al primo. Portato a casa, mangiò così tanto da stare male immediatamente dopo. La fame è brutta.
Stette con noi dieci bellissimi anni, guardandoci con quegli occhi gialli tondi e buoni. Era il gatto più buono del mondo. Se ne andò un’estate, in pochi giorni, a tradimento, come spesso fanno i gatti, che stanno bene, saltano come matti, poi improvvisamente non mangiano, iniziano a bere troppo, li porti dal veterinario, questo scuote la testa e tu dici, ma come? Due giorni fa stava bene, e ora…? Io ero in vacanza. Tornai e fu la prima cosa che mi disse mia madre quando scesi dal treno. Ancora adesso quando sono via ho il terrore che succeda qualcosa ai gatti e che nessuno me lo dica finché non arrivo.
Ma fino a Minou secondo i gatti erano più dei miei genitori che miei.
Poi arrivò Samantha, ebbene sì con il “th”, che raccolsi piccola come un pugno, una notte di tempesta, ed era così minuscola da non riuscire a prendere il biberon, bisognava nutrirla con una fettuccia intrisa nel latte. Lei fu la mia prima vera gatta. Scelta, presa, imposta, tenuta. Una bellissima gattona scaglia di tartaruga. Io avevo dodici anni. Lei mi seguiva tutte le mattine finché non entravo a scuola. All’una la trovavo fuori e tornavamo a casa insieme. Una volta entrò nella palestra della scuola per stare con me. Intelligentissima. Occhi verdi obliqui da siamese. Zampe forti. Mantello bellissimo, come fosse caduta in un secchio pieno di mille colori diversi. Brusca, una vera gattaccia di strada, golosa di croste di formaggio e torte di verdura. Niente moine, niente smancerie. Al limite, se proprio eri nelle sue grazie, una zampetta appoggiata sulla tua gamba mentre si guardava la tv.
Fu parte della famiglia per diciassette anni. La sorella che non ho mai avuto. Ora è sepolta in campagna sotto un noce, ultima culla di tutti i nostri gatti.
Gala e suo fratello Mirtillo sono stati i gatti del ritorno. Rientrata da Londra per restare, volevo marcare la mia nuova vita stanziale con due gatti finalmente solo miei, da portare nella mia casa. E sono arrivati loro. In realtà è arrivata lei, Gala, perché il gattone rosso Mirtillo è rimasto ospite a Genova. In mezzo, Ago il reietto, trovato a Varazze più morto che vivo, uno straccetto nero che a malapena alzava la testa per protestare il suo fiato di vita, con il veterinario che allargava le braccia, “Parassiti, vermi, otite, rinite, denutrizione, dimmi una malattia che possa avere un gatto e lui ce l’ha, comunque proviamo a curarlo, dai, vediamo”, e adesso è una pantera nera e lucida dagli occhi gialli, una meraviglia di gatto, un miracolo. Ma il cuore è Gala, Gala la mia palla di pelo piena di problemi, quattro anni di cure, amore assoluto, dedizione, chiacchierate, dormite sul mio cuscino, petto di pollo, viaggi in auto Milano-Genova sempre insieme, due occhi rotondi enormi colmi di una saggezza e un affetto che non esistono altrove. Perderla all’improvviso, di nuovo a tradimento, è stato un dolore da non mangiare, non dormire, girarsi e vederla in ogni angolo della casa, chiudere fuori casa il sole d’agosto e piangere, pensare che non sarebbe mai stata al mio matrimonio con il fiocchetto bianco come me l’ero immaginata tante volte, dirsi ancora una volta basta, mai più, mai più un altro gatto, mai più soffrire così.

E ora invece c’è Luna e mi riempie di nuovo la vita, e alla fine è giusto così, perché se nasci con i gatti, senza gatti non sai stare.

23 thoughts on “I gatti della mia vita

  1. Bè io non posso parlare molto sui gatti avuto uno in casa dei miei per 22 anni ma non andavamo molto d’accordo, invece sul nome del tuo primo gatto Minou con l’accento sulla ù, perchè dalle mie parti in campagna il richiamo per i gatti è Minou minou quando vuoi chiamare un gatto qualsiasi chiami minou in zeneise minù minù minù

  2. Luca: in realtà noi lo abbiamo scelto per via degli Aristogatti, Minou era l’unica gattina dei tre. Ora so che è anche un nome onomatopeico!

  3. Ho avuto molti gatti, ma non li ho mai adorati quanto i miei cani. Amo le bestie in generale, ma c’è qualcosa nella scemenza festosa dei miei bastardini che mi commuove in un modo che i miei gatti non hanno mai fatto. Adesso che vivo lontana, e l’ultimo dei nostri cagnolini quando torno a momenti non mi riconosce e poi impazzisce e mi salta addosso e mi fa le feste, penso che vorrei davvero avere di nuovo un canìno o un micino, ma in questa casa minuscola senza posti dove mettere la lettiera, con una compagna d’appartamento fantasma che è allergica a qualsiasi cosa e un compagno che (giustamente) dice “E quando noi non ci siamo, chi lo nutrirebbe?”, insomma, non me la sento.

  4. Io non rinuncerei mai all’amore di un animale, per nulla al mondo. E una casa, per quanto piccola, non lo sarà mai abbastanza da farmi privare della compagnia di un gatto.

  5. Quando mi sono trasgerita, da Milano a Corregio ovviamente, non ho potuto portare con me il mio gatto, già lasciavo la casa io, e i miei mi hanno supplicato di lasciargli almeno il mio gatto…
    Quando torno a casa viene ancora a farmi le coccole, guardiamo la tv insieme e mi fa compagnia prima di addormentarmi…
    Vorrei prenderne un altro… ma mi sembrerebbe di tradirlo ;-(

  6. Io amo tutti gli animali, sono nata in campagna e non potrei immaginare la mia vita senza, anche se la vita provvisoria bolognese, mi obbliga a doverci rinunciare :-(
    A casa ho un cane e due gatti, li adoro!!!

  7. Io ho il terrore di partire per lunghi viaggi e lasciare Mina con semi sconosciuti…
    :(

  8. Ho avuto gatti fino a 28 anni: Puccio, un micione in parte bianco e in parte tigrato di 8 chili che ha vissuto con me per 15 anni, gli ultimi due in compagnia di Notte, una micetta nera trovata in campagna.
    Partito Puccio è arrivato Matisse, un vero aristogatto, persiano ma non con il muso schiacciato, color miele. Vivono tuttora con i miei….io sono andata via di casa 5 anni fa…non avrei mai pensato di prendere un cane…..invece è arrivata Matita, una dalmatina trovata abbandonata a 3 mesi nel mese di luglio. STRANO EH?
    E’un mito…..ci ho impiegato un pochino ad abituarmi a lei…sempre addosso, attaccata al piede…attenta ad ogni cenno. E’ vero, i dalmata non spiccano per ubbidienza nè per intelligenza, ma lei è dolcissima e affettuosa con tutti… ora non potrei vivere senza….anche se è un sacrificio, ho il dog sitter per la pausa pranzo e il mio tempo libero è dedicato a lei.
    Un saluto a tutti…anche se non mi conoscete.

  9. Giulia: io amo tutti gli animali, solo che ho sempre avuto gatti, per cui li conosco meglio. E devo dire che la mia orsaggine e il mio spirito di indipendenza vanno molto d’accordo con il loro elegante understatement.
    MilanoCorreggio: ma no, che lui capisce. Non privarti della compagnia di un micio…
    Ducky: lo so, anche io ho fatto lunghi anni di vita provvisoria e niente animali, ne ho sofferto molto. A un certo punto a Londra mi ero addirittura comprata un gattone di pelouche…
    Dania: ti capisco perfettamente, noi praticamente quest’anno alle vacanze rinunciamo quasi del tutto!
    mati: qui ci conosciamo tutti! Benvenuta a te e a Matita :-)

  10. Anch’io nuova come Mati (anche se ti leggo sempre), intervengo volentieri sull’argomento.Ho sempre avuto cani, ma 8 anni fa è arrivata la mia Ginger..Una soriana bianca e nera con due occhioni verdi da far impallidire l’Oceano Atlantico e le sue profondità…All’inizio è stato difficile, ora ne sono innamorata persa e senza lei non so stare.I miei hanno 4 cani che adoro, e posso, per esperienza personale, confermare che si possono amare gatti e cani nella stessa misura, ma non allo stesso modo.Le loro nature sono differenti e il vero amore, nei loro confronti, si esprime cogliendone le diverse caratteristiche.Alla fine di tutto posso dire che amo alla follia tutti gli animali.Sensibili, intelligenti e di una bellezza interiore talmente pura da sembrare neve al sole.
    Un abbraccio
    Ninfa

  11. io ho avuto anche un cane, tra tanti gatti, e l’ho amato molto. ma penso sia questione di carattere: se ti senti almeno un po’ felina, preferirai sempre l’occhio scettico e la zampa felpata allo scodinzolamento adorante e chiassoso.

  12. Che bello questo post! Dai commenti vedo anche che chi ama gli animali ne parlerebbe per ore, un po’ come fanno le mamme coi loro bambini. Peccato per gli altri che non possono capirci. Io adoro le mie due gatte che ho imparato ad amare con grande difficoltà, vista la mia affinità per i cani. D’altronde i genitori amano indistintamente i figli al di là del carattere ed è così che io mi sento. Rivolgo un pensiero anche al mio cane che mi ha lasciata da 7 anni, Blim mentre ero in ferie come è capitato a te. Sarà per questo che quando ora sono in vacanza tempesto mia mamma (che si occupa delle gatte) di telefonate!

  13. … a volte penso di essermi sposata per avere la possibilità di tenere i gatti e poi che ho cambiato casa per tenere i cani :lol:

  14. il mio ex marito non voleva animali. appena se n’è andato è arrivato pogo, trovatello tutto grigio grande come un pugno (ora supera i 6 chili). lui, l’ex, si è offeso: pensava che avessi preso il gatto per “sostituire” lui. naturalmente non era così. i gatti, vivaddio, non brontolano.

  15. Mi hai fatto pensare ai miei. Ma il mio “mai più” è detto sul serio; non ho bisogno di nuovi dolori.
    :’-*

  16. Occhidininfa: d’accordissimo con tutto ciò che scrivi.
    je: come ti capisco. Con un animale lasciato a casa, anche se in ottime mani, si parte sempre in ansia.
    Jill: tu sì che hai le idee chiare ;-)
    adriana: non brontolano, arrivano nella tua vita esattamente quando hai bisogno di loro e soprattutto, pieni di sé come sono, non penserebbero mai che servono a sostituire un inutile bipede ;-)
    Placida: ti capisco e rispetto la tua scelta. Magari, forse, un giorno…

  17. Wow… come mi ci ritrovo…
    Il primo è stato Gigio (avevo 6 anni)il secondo durato qualche giorno ZEUS , poi è venuto PINK, dopo ETCHI e HASFIDANKEN (quest’ultima aveva legato solo con me, ma purtroppo è morta il giorno del mio 16esimo compleanno). Pausa per un po’ con il cane che aveva fatto amicizia con DUDUA’,gatto che si è intruffolato in casa.
    Ora oltre a un altro cane (purtroppo Dagoberto il cane è morto 1 anno fa)Ettore, i miei hanno adottano i gatti mio e di mia sorella. TCHITA gatta francese. E SMEAGOL (giuro che quando l’abbiamo trovato sembrava lui) malatissimo fin dall’inizio, sordo di nascita, ma è il re del giardino. Ha avuto un figlio Junior, peste come il padre e migliore amico del cane. E da poco si sono intruffolati due micetti fratelli (la scorsa notte che ho dormito in sardegna non mi hanno fatto chiudere occhio a furia di mordermi gambe, caviglie e capelli e Junior li guardava dall’alto incuriosito). Ancora i nomi non sono stati decisi. C’è un ballottaggio fra Renzo e Lucia, Padoa e Schioppa, Punto e Virgola, Ulisse e Penelope, Omunque e Altronve (non ho sbagliato a scrivere c’è una storia sotto) … e molti altri… anche se alla fine andranno al macellaio di fiducia. Che detto così sembra poco rassicurante, ma vi assicuro che saranno in ottime mani.
    Nell’attesa di vivere in una casa di almeno 30 mq li ritrovo lo zoo in Sardegna dai miei

  18. Mai avuto animali (a parte pesciolini, tartarughine e altri animaletti del genere), purtroppo. Appena potrò, però, sarà un cane, perché quelli che ho conosciuto bene, in questi anni, mi hanno sempre commosso come racconta Giulia.

  19. Ho desiderato un cane per molti anni. Figlia di due genitori che nella loro infanzia ne hanno avuti sempre, sono stata sommersa di racconti sulla gioia di aver un animale, da una parte, e da MASTODONTICI NO, dall’altra, quando ne chiedevo uno (sarò venuta su un po’ bizzarra per certe incongruenze?). Ora io e mio marito abbiamo Bruska e aggiungo solo questo: come potevo vivere prima senza di lei?

  20. Dimenticavo: ora Bruska ha preso possesso anche di casa dei miei genitori che l’adorano come fosse una nipotina.

  21. Essendo arrivata da poco ogni tanto mi vado a leggere post vecchi e non potevo non aprire “tigri bonsai”. Condivido ogni parola che hai scritto, sto con i gatti da sempre e non ne potrei mai fare a meno. Anche io quando ho perso la Mimi che è stata con me 15 anni come una sorella, una figlia (pensa che ha fatto i suoi figli nel mio letto), ci ho messo mesi a riprendermi, ho pianto per giorni. Però ho una certezza, lei che mi ha vista stare male, soffrire, ha vissuto con me una dolorsa separazione (nel senso proprio di divorzio), lei che aveva una malattia ai reni diagnosticata 5 anni prima ha resistito fino a quando non mi ha saputa in buone mani. Ha conosciuto Stefano, hanno fatto amicizia, lui ha scoperto grazie a lei che i gatti sono meravigliosi e lei se ne è andata quando mi ha vista finalmente felice e serena. E poi dite che i gatti non capiscono.

  22. Ciao Marina, i gatti capiscono, eccome se capiscono, molto, ma molto più di noi. Il ricordo della tua Mimi mi ha commosso.

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