Roatan, Cayos Cochinos

cayosChe poi significa Isole dei maiali, ma va beh. Forse con doti telepatiche gli indigeni hanno previsto che un giorno sarebbero sbarcati quelli dell’Isola dei famosi e si sono portati avanti col lavoro.
Si tratta di un piccolo arcipelago al largo di Roatan costituito da due isole maggiori, Cayo Mayor e Cayo Pequeño, più 13 atolli. Sarebbe un parco naturale, sorvegliato da guardie con tanto di mitra. In realtà lì ognuno fa un po’ ciò che vuole, a parte i legittimi abitanti, gli indigeni Garifuna che vivono sull’atollo di Chachauate in piccole cabañas di legno e campano di pesca. Gli uomini escono tutti i giorni su piccole barche traballanti, pescano e poi sulle stesse imbarcazioni malferme fanno 40 miglia per raggiungere le coste dell’Honduras e vendere il pescado. Infatti quando siamo sbarcati noi c’erano solo le donne e i bellissimi bambini.
Insomma questi poveri Garifuna sopravvivono a stento fra i divieti. Il governo hondureño infatti ci ha messo del suo negli anni passati: ha venduto quasi tutti gli atolli a dei privati (fra cui il patron della Swatch) per poche decine di migliaia di dollari. E già intorno agli atolli privati, dove i proprietari passano al massimo qualche settimana all’anno, agli indigeni è vietato pescare. Poi qualche anno fa, anche se l’arcipelago è patrimonio Unesco e monumento marino, è stato permesso alla troupe e agli sciammannati naufraghi di approdare a Cayo Paloma, interdetto agli stessi nativi perché zona di deposizione delle uova delle tartarughe. Ricordate le geniali vignette di Stefano Disegni in proposito? Ecco. In più ai Garifuna è stato proibita la pesca nella acque del cayo per evitare di finire accidentalmente in una ripresa. Non sia mai che la nobilitassero. Per cui se Ceccherini sull’Isola bestemmiava, figuratevi cosa poteva dire un papà indigeno che doveva pescare per mettere in tavola qualcosa per cena. Come logica conclusione, a Roatan si pensa che i Garifuna saranno presto “traslocati” a forza per liberare il cayo e renderlo finalmente edificabile con un bel resort a 5 stelle. Olé. Qui un pezzo del Venerdì di Repubblica, il sito ufficiale dei Cayos e quello della Organización Fraternal Negra Hondureña.
Finito il doveroso pippone ecosostenibile, confermo che i Cayos sono un paradiso terrestre; selvaggi, con un mare incredibile e nonostante siano poco più che lingue di sabbia in mezzo al mare, verdissimi.
Per finire un accenno alle zanzare e ai sandflies, temutissimi moscerini che stanno nella sabbia e si fanno vivi al tramonto per pasteggiare con carne di turista. Ci sono, sia le une che gli altri, un po’ come ovunque nei Caraibi. L’Honduras però ha fatto una scelta corretta, evitando di impestare la sabbia con sostanze chimiche. Per cui, lozioni antizanzare per la sera e creme a base oleosa per quando si esce dall’acqua: l’olio impedisce ai sandflies di pungere. Comunque, tutto sopportabilissimo.

5 thoughts on “Roatan, Cayos Cochinos

  1. E tu vorresti privare gli spettatori dell’Isola dei famosi di godere tutto ciò, per 4 tartarughe e qualche bambinetto nero? Ma sei perfida! ;-)***

  2. Chi, come me, convive con le terribili zanzare pavesi non può aver paura di quattro moscerini hondureni :-)

    Vorrei dirti che non ti invidio la vacanza, ma non ci riesco :-D

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