A proposito di Inedita..

Con colpevole ritardo (ma in redazione eravamo in chiusura di numero…) finalmente riesco a scrivere due righe su InEdita. A parte i ringraziamenti di rito per il direttore Marina Bellini e per Mitì Vigliero, che hanno organizzato questa manifestazione in una città meravigliosa ma “difficile” come Genova (ci sono nata, per cui lo posso dire…), volevo lasciare alcune impressioni sparse. Purtroppo ho potuto partecipare solo al convegno di apertura, giovedì 2, e non sono riuscita a
incontrare i bloggers che ho sentito nei mesi precedenti via mail e via telefono per articoli e interviste. Ma questo è quello (molto random) che mi è rimasto:

– particolarmente interessante, per me che ragiono solo in termini di parola scritta, il confronto col presidente di RaiNet, Giampaolo Rossi, che mi ha aperto un mondo sulla multimedialità tramite Tv

– Roberta Paris, di Futura TV, mi ha colpito per un concetto in particolare: <<I blog sono la rivincita della nostra generazione “accorciata” dagli sms. Ci siamo abituati a comunicare stretti in 150 caratteri, e improvvisamente ci si apre uno spazio illimitato per trasferire i nostri pensieri e le informazioni che vogliamo condividere>>.

Alberto Terrile, invece, sull’argomento bambini e ragazzi sempre più “veloci” nella comunicazione e nella fruizione delle nuove tecnologie, ha portato la sua esperienza di fotografo e insegnante: <<In realtà quello che osservo fra i ragazzi è il ritorno alla camera oscura, alla stampa in bianco e nero. Un’inversione di tendenza, un rifiuto del troppo virtuale forse?>>
Che poi è quello che succede con i blog, a mio parere: un mezzo di espressione sì rapido, immediato e condivisibile da tutti, ma per il quale ci vuole tempo e dedizione: la velocità dello strumento non è nulla se non hai niente da dire, e lo stesso accade in fotografia.

– Ultima piccola annotazione: spesso nelle conversazioni con Marina Bellini, e leggendo i post relativi ai dibattiti dei giorni successivi, ritornava il tema di alcuni bloggers (blogstars?) che hanno snobbato la manifestazione. Questa voglia di creare un’élite autoreferenziale l’ho notata anche io mentre intervistavo, mesi fa, molti bloggers per un articolo. Perché? Le parole che ricorrono più spesso non sono democrazia, comunicazione libera, grassroots o citizen journalism? Francamente non capisco questa chiusura nei confronti degli altri media e degli eventi come InEdita. Possono essere perfettamente complementari, anzi: più se ne parla sui media tradizionali, più il blog diventerà un mezzo di espressione
riconosciuto e credibile

– I ragazzi dello Stabile di Genova: lo avete detto tutti in tutte le salse, ma una volta in più non farà male: sono stati eccezionali!

8 thoughts on “A proposito di Inedita..

  1. io sono una blogger ma per nulla blogstar. avrei voltuo esserci. da morire.

  2. @ deb si, meritava davvero. Ma sono sicura che saranno altri incontri presto. Ciao!

  3. Barbara cara, concordo che ci debba essere una condivisione del mondo blog con quello degli altri media, e con InEditaBLOG un tentativo è stato fatto e, anche se minuscolo, è certamente riuscito.
    L’apertura nei confronti di manifestazioni come questa da me ideata, non possono che aumentare la conoscenza del fenomeno e accendere i riflettori sul pensiero collettivo e individuale. Così come la creatività, che in Italia è assai più frequente che in altri Paesi, potrebbe essere utilizzata per migliorare i contenuti degli altri media. Perchè dunque non collaborare tutti insieme? :)
    Grazie ancora per la tua partecipazione al convegno e a presto!

  4. Barbara, ti ringrazio per la citazione, circa quanto ho esposto a InEdita. Concordo con il commento di Marina e sappiate che è possibile contare su un mio appoggio creativo dal punto di vista dell’immagine per prossime iniziative.
    Ciao

  5. Forse alcuni blogger non ci sono venuti proprio perché stufi di sentirsi appellare come “blogstar” e desiderosi di tirarsi fuori da un ambiente fatto non solo di comunicazione, ma anche di piccole invidie, guerre fra poveri, insulti, appostamenti, gare di accessi. Dopo un po’ di anni subentra la nausea, ma non per il mezzo: solo per il circo che ci sta intorno.

    Personalmente non sono venuta principalmente perché il giovedì è una giornata cruciale della mia settimana lavorativa, ma Roberta ha fatto meglio di quanto avrei fatto io, per cui va bene così. Non avrei potuto, visto il mio stato d’animo, fornire dei contributi di rilievo.

  6. @Giulia probabilmente è stato così, conosci molto meglio la blogosfera di me. Resto dell’idea però che con meno autoreferenzialità e meno snobismo si renderebbe un “servizio” migliore aumentando la conoscenza del mezzo. Altrimenti se si fa già adesso il gioco del “insieme a quelli io non vado” si diventa esattamente come quelli della mia schiera, i giornalisti.

  7. @Giulia dimenticavo: non che importi il “personale” ma non mi riferivo a te, ne ad altri in particolare. Solo una sensazione che mi è arrivata, e che ho condiviso durante il convegno. Salutami Roberta!

  8. Più che conoscere la blogosfera, conosco i blogger. E sono satura di certe piccinerie. Fermo restando che se il mezzo non mi piacesse, non lo utilizzerei, non leggerei gli altri blog, non commenterei nessuno. I blog mi piacciono, mi piace il mezzo, ma sono un po’ (molto) stanca di essere attaccata per ragioni che nulla hanno a che vedere con la mia persona.

    O forse sono un po’ Nanni Moretti, dentro ;)

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