Capire e ritrovare il silenzio

Sempre sul silenzio, riporto qualche interessante consiglio di Marcella Danon, psicologa ed esperta di ecopsicologia. Secondo lei esistono fondamentalmente tre tipi di silenzio, da trattare diversamente:

1) Silenzio riflessivo, tipico di chi sta rielaborando le informazioni che gli hai fornito e vuole pensare prima di darti una risposta. Positivo, denota una personalità profonda e matura. Assolutamente vietato interrompere questa pausa di riflessione con domande petulanti tipo “Allora cosa ne pensi?” “Allora quando mi rispondi?” (a meno che non duri una mezz’ora, ecco).

2) Silenzio comunicativo: stato di grazia che interviene tra due persone (di più di due, è davvero difficile) che senza scambiarsi una parola sono in perfetta armonia e comunicano tramite sensazioni ed emozioni. Chi interrompe questo momento magico con una frase buttata lì tanto per dire, meriterebbe la gogna.

3) Silenzio imbarazzato: esiste ovviamente anche questo, quando fra due interlocutori cala il gelo oppure non c’è proprio più nulla da dire. Strategie suggerite: Riformulazione, ossia agganciarsi all’ultima frase o parola densa di significato pronunciata dal nostro interlocutore prima di chiudersi nel mutismo e provare così a riaprire la conversazione; oppure Metacomunicazione: “Ne vuoi riparlare?” “C’è qualcosa che ho detto che ti ha offeso?” etc. Al secondo tentativo a vuoto, rinunciare.

Infine, un suggerimento per tornare ad assaporare il silenzio è la meditazione camminata, da fare sfruttando i magnifici colori dei boschi autunnali. Spegnere iPod, cellulari e possibilmente anche il cervello che rimugina pensieri e problemi, lasciare a casa amici e partner logorroici e passeggiare in un prato o in un bosco (bastano 10, 15 minuti) ascoltando solo i rumori della natura.
Se nel frattempo trovate un porcino, tanto meglio.

5 thoughts on “Capire e ritrovare il silenzio

  1. Bè io adoro il silenzio…. mi ritrovo molto nel silenzio comunicativo…. in modo particolare con mia figlia…uno sguardo e ci siamo detti già tutto….. però la camminata nel bosco mi piace ma l’ipod non mi da fastidio..magari non scelgo gli Ac-Dc… ma Morricone oppure rava…. ho già parlato troppo a proposito del silenzio

  2. Il silenzio riflessivo contempla anche i casi in cui ti mordi il palato per non mandare affanculo l’interlocutore. Solitamente questo atteggiamento si adotta dinanzi al partner, o a un superiore. Io sono costituzionalmente impossibilitata a perseguire tale tipologia “silente”(così sono sempre nei casini):D

  3. Pero anche se in città ti metti l’ipod e cammini senti il tuo silenzio, ti estranei dal mondo circostante e ti butti sul tuo…

  4. Ho un’ulteriore annotazione da fare sul silenzio: oltre ad essere terapeutico in tante occasioni, è bene ricordare che: sempre meglio tacere e passare per idiota che parlare e dissipare ogni dubbio:)(ps questa non l’ho detta io, ma Abraham Lincoln..)

  5. Ragazzi, pure l’ipod è rumore inutile! Chi non lo capisce, non ha capito il senso del silenzio.

    Qualcuno trova positivo camminare nella città isolandosi con l’ipod per percepire il proprio mondo interno…. invece questo è un ulteriore sbaglio: se proprio dobbiamo camminare in città, tanto vale percepire i rumori particolari di quella città (almeno per me che vado sempre in macchina e quindi vivo la città da pedone come una novità).

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