La frase di Chatwin ultimamente mi viene in mente un po’ troppo spesso, ma questa volta non ho potuto farne a meno.
Nasce il nipotino di una collega.
Giubilo e festeggiamenti. Domanda di rito: “Come si chiama”?
Risposta: “Ernesto”
Reazioni:
Io (Alzandomi un piedi, con mano sul cuore e voce stentorea: “GUEVARA LYNCH!”
Due mie colleghe, all’unisono: “SPARALESTO!”
Seguono sguardi incrociati e silenzio.
Io sono uscita a fumare.
hmmm…ma “Lynch” non era il padre?
“Lui” mi pare fosse “de la serna”, il cognome che ha preso da parte di madre…
hhhmm…*va a controllare sul Companero di Castaneda*
Mah, io l’ho sempre udito citare, nonché letto, come Guevara Lynch, ma controllerò…
Come conosco bene questa situazione, tipica delle cerimonie e delle feste di compleanno dove non ti frega un cazzo del 99% delle persone presenti. Provato a una serie di feste organizzate dai colleghi puzzalnaso della formica.
beh, non mi sottovalutare il compagno ernesto sparalesto, cavallo sceriffo, eroe prematuramente scomparso per il vile attentato di un programmatore televisivo…
no, eh?
mhhha!!!
Blimunda torna, dove sei?