Amare significherà anche non dover mai dire “Mi spiace” (anche se, con buona pace di Love Story, è opinabile). Ma alcune volte pur nella nostra era cafona bisogna saper chiedere scusa. Nicola Santini, esperto di galateo, mi ha dato i suoi consigli che riporto anche qui:
In Italia si chiede scusa per tutto tranne quando è veramente opportuno. Infatti, la parola “scusa†ha sostituito espressioni più adeguate, come “per piacereâ€, “grazieâ€, “permessoâ€. La si usa a sproposito, ma quasi mai quando si commette davvero un errore. Eppure l’efficacia delle scuse è testata: basti pensare a Bill Clinton, uscito quasi indenne dal sex gate, o a Kate Moss che ha riacciuffato contratti milionari dopo lo scandalo legato alla droga, chiedendo perdono per aver fornito un cattivo esempio. Scusarsi quindi non è soltanto una questione di galateo, ma anche di umiltà ed intelligenza. Ad una riunione, quando tutti sono già seduti, il ritardatario, dopo il buongiorno, esordirà con un “chiedo scusaâ€, rimandando le spiegazioni a chi presiede per non far perdere altro tempo. Se il cocktail finisce sul tappeto dell’amica, oltre alle scuse offriremo (vis à vis) di mandarlo a ritirare dalla propria lavanderia e farlo riposizionare a nostre spese. Un invito disertato all’ultimo minuto sarà seguito da un mazzo di fiori con un biglietto scritto di pugno entro le 24 ore, insieme agli auspici di poter ripetere presto l’occasione conviviale.
Non so voi, ma io biglietti di pugno non ne vedo da un po’. Vogliamo parlare poi dei mazzi di fiori?
(Da Donna Moderna)
Ho sempre pensato che quella di “Love Story” fosse una cretinata, perché amare casomai significa saper dire “mi dispiace”. Scusarsi è importante, riconcilia con l’altro ma anche con se stessi.
Rimango un ventiquattrenne all’antica. Chiedo sempre scusa, anche quando non dovrei.
So già che sabato diserterò un invito, e… ok, magari una cartolina elettronica è poco, ma mandare un mazzo di fiori mi pare eccessivo. Trattandosi di un compleanno, penso che per farmi perdonare, oltre al regalo fatto con gli altri, farò anche un pensierino, qualcosa di simbolico.
Piuttosto, datemi un consiglio, devo dire che non vado perché non voglio vedere una persona o è meglio accampare una scusa generica? Mi sembrerebbe di mettere l’ospite in difficoltà (o io o l’altra persona) e, pur essendoci molta confidenza, non mi sembra il caso.
Infine, anche secondo quella di Love Story è una fesseria.
Ciao!
rivoltiamo la frittata: A chiede scusa a B per aver detto fatto qualcosa che ha fatto male a B. B scusa A. A si solleva l’anima e B resta ancora incazzato. ecco forse B deve scusare A solo quando glie’ passata. peccato che nel frattempo A pernsera’ che B e’ stronzo/a.
scusate lo sfogo.
Giulia: concordo. Tanto ormai siamo grandini: sappiamo quando abbiamo fatto la cazzata e conviene abbassare le ali e scusarsi…
Sw4n: che meraviglia, un ventiquattrenne all’antica!
Pietro: sì, diciamo che il mazzo di fiori è adatto per occasioni disertate più formali. E per quanto riguarda la persona sgradita, accamperei una scusa generica. A meno che questa persona non sia invitata regolarmente dai tuoi amici; a quel punto conviene dire la verità, con molto tatto, altrimenti dovrai disertarne molti di inviti!
pm10: le scuse dovrebbero essere sentite e sincere, certo. Ma tu dici che c’è chi si scusa senza pensarlo davvero? Io non lo farei mai: già mi costa tanto farlo quando davvero ne sono convinta…
Sinceramente non ho mai avuto nessun problema a scusarmi se mi accorgo di aver sbagliato. Ma non sempre una scusa o un mazzo di fiori riescono a tappare la falla.
Citando Campanile (o era Flaiano?): “Ti ringrazio per i fiori, anche io ti farò un mazzo così”
bè dipende da scusa a scusa, un incidente come quello del tappeto è facilmente risolvibile… diverse sono le scuse quando parliamo di partner, e diverse ancora sono le scuse tra amici, amici veri intendo, questi ultimi sono sicuramente i più difficili da recuperare se lo sbaglio è stato grave…perchè gli amici sono “peggio” dei partner:)
tempo di essermi espressa male, Bli, non intendevo dire lo scusarsi senza sentirlo, cosa che a volte si puo fare ad esempio inufficio per questioni “politiche”, quando al ricevere delle scuse senza essere pronti al perdono.
Scusa, sono io che ho letto di fretta e non avevo colto. Acc, difficile; zero ipocrita, molto onesto ma davvero difficile dire “Non accetto le tue scuse”. Hai ragione però, dovrebbe essere la soluzione più corretta: finché non ti perdono davvero, sai che sono ancora offeso. Patti chiari…
C’è un modo molto affidabile per capire quando le scuse non sono sincere. Quando qualcuno dice “Scusa, però…” e cerca di giustificarsi addossandoti la colpa di quello che è successo, non si sta scusando. E sei giustificata a rispondere una variante più o meno colorita di “Non accetto le tue scuse”.
Giulia: giusto. Rivendichiamo il diritto di accettare soltanto scuse senza se e senza ma. Altrimenti sono solo di facciata.
Io non sopporto quelle persone che con la scusa delle “scuse” (passatemi il gioco di parole) si permettono delle mancanze. Cioè: faccio e dico quello che mi passa dalla testa, tanto poi chiedo scusa e se non accetti le scuse sei un ingrato. Insomma volevo dire che qualche volta bisogna pensarci prima, è troppo facile riparare poi chiedendo scusa.