Dalla parte del capotreno

Sono circa 8 anni che faccio avanti e indietro tra Milano, dove lavoro, e Genova, home is where the heart is. Spesso in auto, spesso in treno, soprattutto quando inizia il dramma della nebbia che io, tra miopia e rivierasca disabitudine, temo peggio dei Tir con i freni in fiamme che si fiondano giù dai tornanti della A26. Ma anche d’estate, quando le file chilometriche dei vacanzieri mordi e fuggi farebbero desistere anche l’emigrato più desideroso di tornare a casa (i treni, però, non scherzano). In realtà di questi 8 anni due li ho passati a Londra, ma siccome invece che con la Società Autostrade e Trenitalia litigavo con le compagnie aeree, nell’economia di questo post non contano.
Contano invece le tonnellate di improperi e insulti indirizzati agli Intercity Milano Genova. Ore e ore di ritardi che a metterli insieme avrei un’altra vita da vivere, nuova di zecca. Gelo d’inverno, 40 gradi d’estate, mai una volta che la climatizzazione funzioni decentemente. Scioperi selvaggi, carrozze sudicie, toilette impraticabili, no, le zecche non le ho mai trovate, ma è stato solo un caso di fortuna.
Insomma ho fatto mio tutto il repertorio dei pendolari, compresa la cordiale antipatia per il personale verdevestito delle FS che solitamente brilla per maleducazione.
Ma qualche giorno fa, per mia sola colpa (ho dimenticato di trascrivere posto e scompartimento dopo una prenotazione online), il capostazione capotreno mi ha ospitato nel suo scompartimento mentre cercava di domare il palmare di nuova generazione che avrebbe dovuto consentirgli di sapere quale posto io avessi prenotato. La battaglia era persa in partenza: al quarto tentativo ha bofonchiato “Se vuole può restare qui”, e così ho fatto.
E mi si è aperto un mondo: il viaggio in treno dalla parte del capostazione. capotreno.
Poco dopo Pavia, uno strepitio di pollaio ha annunciato l’arrivo di circa sette donne inviperite. Mi danno un’occhiata curiosa (ero tentata di dire: “Sono la segretaria”) e si sono fiondate tipo Erinni nello scompartimento.
“Dovevamo scendere a Pavia ma non si apriva la porta, siamo rimaste sul treno, adesso dovete farci scendere”
“Dovete aspettare Tortona e poi tornare indietro; a Voghera non fermiamo”
”Lei è impazzito! La porta non si apriva. Noi abbiamo degli appuntamenti. Abbiamo cose da fare. Se io perdo un’ora di tempo Trenitalia deve rimborsarmi. Lei deve fermare il treno, se no mi attacco al freno di emergenza”
“Signora, se la porta non funzionava bastava spostarsi di una carrozza”
“Neanche quella funzionava. Fermi il treno. FERMI IL TRENO ORA”
“Signora, azionare il treno di emergenza inutilmente le costerebbe caro. Ora chiedo l’autorizzazione per fermarmi a Voghera”
Insomma in breve per calmare questa esagitate che sicuramente si sono accorte della fermata quando era troppo tardi, il treno ha “effettuato fermata straordinaria”.
Il capostazione capotreno rientra dall’annuncio alzando gli occhi al cielo.
A Voghera le pazze scendono.
Dopo pochi chilometri entra una signora: “Il bagno fa schifo”.
“Signora, mi spiace, dovrebbero pulirli tutti alla partenza”
“No, fa schifo, venga a vedere”
“Ci credo, ora segnalo…”
“Non deve segnalare, deve venire a pulire”
“…”
A differenza della fermata straordinaria, questa volta non si ha preso guanti e Mastro Lindo per pulire, ma comunque ha sopportato lamentele per un buon quarto d’ora, con descrizione minuziosa di cosa si poteva osservare sul pavimento del bagno.

Quando sono scesa, ero stanca io.

11 thoughts on “Dalla parte del capotreno

  1. Quando si guardano le cose dal “di dentro” si scoprono cose inaspettate

  2. A volte ti arrabbi con chi sta lavorando, ma spesso ti rendi conto che non vorresti mai essere al loro posto…

  3. La prossima volta potresti farti ospitare nella cabina macchinisti: doppio finestrino che permette visione laterale e frontale…

  4. Ducky e Christian: verissimo
    Sara: no, che poi finisce che solidarizzo anche con loro!

  5. azz! io credevo che l’annuncio “il capotreno è a vostra disposizione nel primo vagone” fosse pro forma…

  6. Ciao, sono un capotreno ( nel tuo racconto penso intendessi il capotreno, nn capostazione ). Ti ringrazio per esserti messa nei nostri panni, a nome di tutta la categoria ;)

  7. chef: sì, capotreno. Corretto :-) Però mi spieghi perché, molte volte, siete così bruschi, antipatici, cupi eccetera? Basterebbe un sorriso…

  8. Ciao! ho letto solo ora tutta la discussione, faccio il capotreno da tre anni, siamo così scontrosi, antipatici, eccetera, per via di una serie di motivazioni molto lunghe da spiegare… per farla breve la nostra mansione non consiste solo nel passare a chiedere i biglietti e dare informazioni, siamo i responsabili del treno… ciò comporta telefonate fino all’esasperazione per cose per cui non ci puoi fare niente… poi mettici la maleducazione di certi/e viaggiatori (non tutti per fortuna) e hai fatto la frittata…
    Io personalmente sono passato da pendolare a capotreno e capisco che certe situazioni sono esasperanti, ma non mi sono mai permesso di andare ad urlare in faccia al capotreno il mio disappunto, in quanto quel povero cristo nel 99% dei casi non centra nulla… Certo molti non avvisano in caso di problemi e preferiscono rifugiarsi piuttosto che scontrarsi con una massa di pendolari inferociti ed è sbagliato, ma non gliene faccio troppo una colpa…

  9. Ho 50 anni sto facendo un corso per diventare Capotreno :Ho fatto L’esame m,non è andata bene ,io credo che ci sia bisogno di migliorare i rapporti con ipassegeri ,devo rprovare?

  10. grazie grazie grazie a nome di tutti i capotreni…..

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