Fabrizio De André. E poi, il silenzio

Faber se n’è andato da dieci anni e io ricordo e ricorderò sempre dov’ero quando venni a sapere della sua morte. Un po’ come per l’assassinio di Kennedy e le Torri Gemelle, e se il paragone sembra irriguardoso ai più, chissenefrega.
Quest’anno si attendono grandi celebrazioni: una mostra che mi dicono bellissima a Genova, trasmissioni tv, l’ennesimo cd, gli ennesimi libri, l’ennesima replica de la Storia siamo noi, ospite Dori Ghezzi.
Io farò tutto. Ho già rivisto la trasmissione di Minoli e mi sono di nuovo commossa quando Dori Ghezzi ha detto che vorrebbe averlo accanto per altri 25 anni. Andrò alla mostra di Genova, guarderò la trasmissione-omaggio di Fazio, pur tollerandolo poco, sfoglierò l’ultimo (solo in ordine di tempo, credo) libro, Evaporati in una nuvola rock, racconto dello storico tour con la Pfm, intriso di whisky, aneddoti, autocelebrazione, canne e polemiche. Leggerò l’ennesimo articolo commemorativo, ripercorrerò le tappe del rapimento in Sardegna, la genesi di Creuza de Ma, scoprirò pure che era controllato dai servizi segreti, e sai la novità.

E poi spero che cali un po’ di salutare silenzio.

So di passare per la solita genovese stundaia* e abbonata al mugugno. Ma non è ora di basta?
Certo, come per molti artisti, anche la fama di De André è cresciuta esponenzialmente dopo la morte. Per dire, quando da ragazzina lo ascoltavo io, a Genova, la maggior parte dei miei amici quasi non sapeva chi fosse. D’accordo, ho avuto la sfortuna di essere adolescente negli anni 80. Però ora è una valanga, una massa, una commemorazione continua. Tutti che fanno a gara a raccontare un aneddoto, un pezzetto di vita, a sgomitare per dimostrare di averlo conosciuto, a millantare amicizie decennali, a sparlarne ma con affetto, eh, ci mancherebbe.
E per un personaggio così schivo, così ligure, così ombroso, i cui passaggi in tv si contano sulle dita di una mano, non è un po’ troppo? Film di dubbia qualità, fluviali biografie autorizzate e non, libri di fotografie (ma Guido Harari, avrà fatto qualcos’altro nella vita, oltre a fotografare De André, o no?), fondazioni, corsi di laurea. Io non ho mai avuto il piacere di conoscerlo; ho avuto l’occasione una volta e ho rinunciato, perché i miti si spiano da lontano, non si devono conoscere mai. Però ho il sospetto che tutto questo non rientrasse nel suo carattere, nei suoi desideri. Credo avrebbe desiderato che a parlare fossero le sue canzoni, quelle vere, e non l’ennesima edizione rimasterizzata in cofanetto deluxe.
Forse è solo che vorrei conservare il mio De André personale, che ha scandito la mia vita e ora si traduce in ninna nanne a mezza bocca mormorate per Beatrice.

Forse è solo che sono un po’ gelosa.

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*E’ stundaio chi presenta un “Atteggiamento tipico di orgoglio e timidezza, misto a diffidenza. La pratica quotidiana del mugugno, un certo complesso di inferiorità nei confronti dell’altro, bilanciato dal senso di superiorità morale”, nella definizione di Eugenio Montale.

11 thoughts on “Fabrizio De André. E poi, il silenzio

  1. la prima cosa che ho pensato stamattina quando ho acceso il pc è stata e adesso voglio vedere cosa ha scritto la Bli oggi sun Faber.
    belin non mi deludi mai ai grandi appuntamenti

  2. Concordo con te, Bli. E “Geordie” era la ninna nanna di mio figlio…

  3. Io sono sempre a Sant’Ilario e pensare a De Andrè è inevitabile. Hai visto che gli hanno dedicato una specie di micro-monumento? Lodevole l’intenzione ma non mi sembra molto riuscito.

  4. cara blimunda

    vivendo lontano, mi ero perso questo anniversario.L’ho recuperato grazie al tuo messaggio. Ricordo bene dov’ero quel giorno di 10 anni fa: chiuso in una caserma. Condivido la commozione per qualcosa che ti appartiene, il desiderio di scoprire una foto nuova, la gelosia per qualcosa che e tuo e che adesso tutti si affrettano a portare in piazza.

    E, citando faber, ‘a quella gente consumata nel farsi dar retta, un amore cosi lungo, tu non darglielo in fretta’

    Ma i temi di cui fabrizio si e’ occupato sono cosi universali e la voce che ha usto cosi profonda, che forse per tutti gli ascoltatori il rapporto con fabrizio e’ intimo, unico e indivisibile.

    Presto, una nuova generazione scoprira’ l’opera di frabrizio in un nuovo contesto storico. Altri giovani ne leggeranno i significati, godranno dell’anarchia, della sofisticazione letteraria e dell’irriverenza.

    Non e’ poi un destino cosi crudele pensare che canzoni nate nell’underground (ai tempi di ‘volare ohh..cantare ohh’) sono ormai parte della nostra cultura e, ostinatamente, continueranno a ripetere messaggi di umanita’, compassione e bellezza.

    Non celebrero’ la morte di fabrizio, ma oggi ascoltero di nuovo la citta’ vecchia e inverno e domani amico fragile e poi mercoledi….

  5. in effetti non ci avevo pensato…mi associo dov’eri quando è morto Kennedy….

  6. Da superstundàia son da sempre convinta che certe sontuose e martellanti “celebrazioni” servano sopratutto ad autocelebrare i vivi che celebrano chi non c’è più. ;-*

  7. Cara Blimunda,
    mi sono imbattuto in questo tuo post cercando informazioni su costa Adeje di Tenerife, quando ad un certo punto ho visto “l’ennesimo” link che in questi giorni parla di Fabrizio De Andrè. Guarda caso lo stavo anche ascoltando e leggendo le tue parole sono rimasto teneramente colpito perchè ho riconosciuto qualcosa che appartiene anche a me e con cui sono cresciuto (non saprei se bene).

    Beh, non voglio aggiungere altro a quello che hai detto tu… è che anche io sono un po’ geloso!

  8. Anch’io ho seguito tutto e concordo con te. Faber era stundaio, come ogni vero genovese.

  9. Ieri ero a Genova con la mia amica di sempre, che tanti anni fa mi fece scoprire De Andrè. La mostra è bellissima, merita, così come, al ritorno, merita un giro verso la stazione tra i vicoli di Genova. Nonostante il freddo, la pioggia, il vento, e l’ombrello che si piegava in due. E nonostante tre figli con marito mi aspettassero a casa. Fabrizio vale questo e molto di più. Ciao :-)

  10. amici appassionati ed ingannati,intervengo con gioia,implorandovi di non trovar duolo!Nella mia continua quasi odierna,ricerca,di quelle strane concezioni,sintomi di ribellioni,che ”il maestro”seguitava menzionarci,ho notato quest’interessante forum,e credo nell universalita’ di certe persone,per quanto ci riguarda.FABRIZIO DE ANDRE”molte persone le ricordiamo importanti,perche’ in televisione.Invece lui,’col suo mondo nel cuore,che riesce ad esprimere con le parole”ha creato l’effetto del pifferaio magico(dati inoltre,gli accostamenti e le somiglianze della personalita’ sua come uomo del seicento)e’ come se il grande male che ci da’ vita,ci privasse di temporali soluzioni.IN breve alla cara amica genovese,popolo parsimonioso, e non ”tirchio”come ricorda ”Renzo Piano’non potete privare un qualcosa di cosi’ unico a chi vuole ascoltare.del resto de andre era un grande ascoltatore.quindi non intaccheremo cio’ che e’ vostro se cosi’ vorrete,ma vi prego lasciate volare libera nall’anarchia la sua voce,che il vento ancora si coccola.

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