Il battesimo no, non l’avevo considerato

Quando ho scoperto di essere incinta, passato il doveroso choc, ho chiarito subito una cosa a parenti e futuri nonni:

Non chiedetemi del battesimo. Mia figlia sceglierà la sua religione, se ne vorrà praticare una, quando sarà in grado di farlo.

E il discorso per me finiva lì.
Poi, passando i mesi, arrivavano i pareri di tutti, come sempre numerosissimi, come sempre non richiesti.
“E poi se ti chiede perché i suoi compagni fanno la comunione e lei no?” “E poi se si sente esclusa?” “E poi come le spieghi perché tu sei battezzata e lei no?”
Insomma, alla fine mi ero quasi convinta a dire, ma sì, facciamolo, le spiegherò quando capirà. D’altronde a me l’avere ricevuto i sacramenti non ha impedito di condurre una vita adulta da libera pensatrice o quasi, no?
Non lo so.
Perché in questi giorni mi sono trovata in mano un libro molto interessante che è Perché non possiamo essere cristiani, di Piergiorgio Odifreddi. L’ho divorato, mi è piaciuto, l’ho quasi del tutto condiviso.
Però, c’è un però.
Finché si parlava di antico testamento, miti archetipi che risalgono alla notte dei tempi, per me così chiaramente posticci, ridacchiavo compiaciuta all’ironia tagliente dell’autore. Ma nella seconda parte, che analizza il vangelo, il suo sarcasmo sulla vita di Gesù, figura decisamente più vicina, in qualche modo mi infastidiva.
Improvvisamente sono regredita all’infanzia, alle nonne, ai segni della croce, al senso del peccato, al silenzio e al buio delle chiese, al mistero, alla sacralità che mi è stata trasmessa quando ancora non avevo la possibilità di capire né di obiettare. Ero a disagio. Mio malgrado, mi sono trovata a sorvolare sulle pagine più iconoclaste, più difficili da digerire per chi come me ha ricevuto, volente o nolente, un’infarinatura di “educazione cattolica”, qualsiasi cosa questo voglia dire.
E mi sono tornati i dubbi.
E’ davvero così innocuo marchiare un neonato inconsapevole con il simbolo di una qualsiasi religione? E’ davvero possibile scegliere ancora liberamente, dopo? Magari senza arrivare all’estremo dello sbattezzo, come ha fatto una mia amica, ma questa bimba che ora dorme inconsapevole potrà ancora, una volta adulta, decidere senza nessun condizionamento?
Non ne sono più tanto certa.

59 thoughts on “Il battesimo no, non l’avevo considerato

  1. Ma esiste davvero, ancora, qualche cattolico quadratico medio italiano che preme perché i parenti battezzino perché si preoccupa realmente per l’anima del pargolo? Io non ne ho mai conosciuto nemmeno uno, nemmeno le mie nonne novantenni. La quasi totalità degli autodichiarati cattolici è convinta che il battesimo sia un generico rituale propiziatorio che intensifica la protezione del bambino da malattie, incidenti e sfortune varie del tutto terrene, o che lo rende più presentabile socialmente…

    Lisa

  2. Intervengo ancora (quando troppo poco e quando troppo …) per rispondere a Je. Blimunda, ti prego di scusarmi.

    Quando è nato il mio primo io ho assunto rigide posizioni teoriche su praticamente questo mondo e quell’altro. Incrollabile nella mia convinzione di sapere il modo giusto e MODERNO di fare pressochè tutto quanto. Immagino fosse la mia tipica reazione di super sicurezza per nascondere anche a me stessa una SUPER INSICUREZZA. In quelle circostanze non ho badato a nulla, inclusa mia mamma alla quale non ho voluto riconoscere il ruolo di esperta che lei sentiva appartenerle di diritto per via dei suoi tre figli.

    Allora mi sembrava fondamentale non fare questo e fare quell’altro, etc etc etc. Ora che sono passati parecchi anni e che la mia mamma non c’è più me ne pento assai.

    Per quanto possa sembrare incredibile, solo alcuni anni dopo la sua morte, quando ho finalmente accettato di superare i nostri contrasti, mi sono resa conto che se avessi lasciato più spazio a mia madre, le avrei riconosciuto un ruolo, l’avrei fatta sentire importante e necessaria. E alla lunga, per Filippo non sarebbe poi cambiato granchè. Le azioni che allora mi sembravano fondamentali ed irrinunciabili, dall’alto dei suoi 23 anni sembrano ben poca cosa.

    Ora, il battesimo è faccenda seria, per carità, ma se non ci crediamo noi per primi è solo acqua sulla testa e per un pò d’acqua sulla testa in più o in meno FORSE non vale la pena dare una grossa delusione ad un affetto grande come può essere una mamma ed una nonna.

    In bocca al lupo, graz

  3. graz: grazie per la risposta, visto che ci sei già passata mi sarà utile.

  4. @ paniscus : Lisa, io sono un’autodichiarata cattolica, ma non sono affatto convinta “che il battesimo sia un generico rituale propiziatorio che intensifica la protezione del bambino da malattie, incidenti e sfortune varie del tutto terrene, o che lo rende più presentabile socialmente”. Credo invece, come ho scritto sopra, che abbia senso battezzare un bambino solo se i genitori intendono accompagnarlo in un cammino di fede. Ma ha tutta la mia comprensione chi battezza perché mamme, nonne & affini non capirebbero un rifiuto (una questione che spero verrà risolta tra una generazione al max)

  5. aranel: “io sono un’autodichiarata cattolica, ma non sono affatto convinta “che il battesimo sia un generico rituale propiziatorio che intensifica la protezione del bambino da malattie, incidenti e sfortune varie del tutto terrene, o che lo rende più presentabile socialmente”. Credo invece, come ho scritto sopra, che abbia senso battezzare un bambino solo se i genitori intendono accompagnarlo in un cammino di fede.”

    Infatti tu, a quanto ho capito, NON SEI tra quei cattolici che farebbero pressioni sull’amico o sul parente perché questo battezzi i figli ugualmente anche se non crede. Quindi, non sentirti chiamata in causa dalla mia osservazione!

    Ma sta di fatto che, nella mia esperienza personale, quelli che si stracciano le vesti perchè il figlio-nipote-cugggino non vuole battezzare il pargolo e che insistono perché lo faccia lo stesso… sono quasi sempre sedicenti cattolicissimi che però attribuiscono alla cosa una valenza quasi esclusivamente perbenistica e sociale, oppure superstiziosa.

    I cattolici consapevoli del significato del sacramento, di solito, prendono atto che l’altra persona non la pensa allo stesso modo e NON insistono!

    ciao
    L.

  6. Grazie L., mi spiace sempre quando qualcuno ha a che fare con quel genere di “sedicenti cattolicissimi”, ne conosco molti anche io purtroppo… ma quasi tutti attempati. Spero quindi sia una questione generazionale, altrimenti siamo messi male ;-)

  7. un altro blog azzeccato, eh? gaurad quanti interventi non sono riuscita a leggerli tutti. Però mi ha colpito quello di spikette che parlava dei suoi cuginetti abbandonati nel cammino spirituale dagli adulti che hanno fatto altre scelte eppure per i figli…
    Io ho degli amici che nonostante non andassero più in chiesa, dovendo scegliere per i figli hanno rimesso liberamnete in discussione le scelte di un tempo, per vedere se potevano imparare qualcosa di nuovo. Anche mia nonna nei lontani anni trenta spensierata ragazzina ( aveva 19 anni quando si è sposata), ha scelto di conoscere profondamente questo Gesù che le proponevano, per essere coerente con quello che proponeva ai figli. La conversione è stata profonda e seria, a me ha sempre parlato di Gesù come di un amico e senza moralismo, molto concretamente e i suoi due figli maschi da grandi hanno deciso di servire la Chiesa, io sono figlia dell’unica femmina; questo per dire che spesso sono proprio i figli che ci fanno crescere e conoscere luoghi che non avremo mai pensato. ciao. Emanuela

  8. sono perfettamente d’accordo con te, non ho battezzato mia figlia perchè lei non capisce e io nono posso imporle eticamente una scelta di questo tipo.
    Esattamente per lo stesso motivo per cui una madre gay non può iscrivere un figlio’arcigay.
    E questo lo dice la costituzione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*
*
Website