Il battesimo no, non l’avevo considerato

Quando ho scoperto di essere incinta, passato il doveroso choc, ho chiarito subito una cosa a parenti e futuri nonni:

Non chiedetemi del battesimo. Mia figlia sceglierà la sua religione, se ne vorrà praticare una, quando sarà in grado di farlo.

E il discorso per me finiva lì.
Poi, passando i mesi, arrivavano i pareri di tutti, come sempre numerosissimi, come sempre non richiesti.
“E poi se ti chiede perché i suoi compagni fanno la comunione e lei no?” “E poi se si sente esclusa?” “E poi come le spieghi perché tu sei battezzata e lei no?”
Insomma, alla fine mi ero quasi convinta a dire, ma sì, facciamolo, le spiegherò quando capirà. D’altronde a me l’avere ricevuto i sacramenti non ha impedito di condurre una vita adulta da libera pensatrice o quasi, no?
Non lo so.
Perché in questi giorni mi sono trovata in mano un libro molto interessante che è Perché non possiamo essere cristiani, di Piergiorgio Odifreddi. L’ho divorato, mi è piaciuto, l’ho quasi del tutto condiviso.
Però, c’è un però.
Finché si parlava di antico testamento, miti archetipi che risalgono alla notte dei tempi, per me così chiaramente posticci, ridacchiavo compiaciuta all’ironia tagliente dell’autore. Ma nella seconda parte, che analizza il vangelo, il suo sarcasmo sulla vita di Gesù, figura decisamente più vicina, in qualche modo mi infastidiva.
Improvvisamente sono regredita all’infanzia, alle nonne, ai segni della croce, al senso del peccato, al silenzio e al buio delle chiese, al mistero, alla sacralità che mi è stata trasmessa quando ancora non avevo la possibilità di capire né di obiettare. Ero a disagio. Mio malgrado, mi sono trovata a sorvolare sulle pagine più iconoclaste, più difficili da digerire per chi come me ha ricevuto, volente o nolente, un’infarinatura di “educazione cattolica”, qualsiasi cosa questo voglia dire.
E mi sono tornati i dubbi.
E’ davvero così innocuo marchiare un neonato inconsapevole con il simbolo di una qualsiasi religione? E’ davvero possibile scegliere ancora liberamente, dopo? Magari senza arrivare all’estremo dello sbattezzo, come ha fatto una mia amica, ma questa bimba che ora dorme inconsapevole potrà ancora, una volta adulta, decidere senza nessun condizionamento?
Non ne sono più tanto certa.

59 thoughts on “Il battesimo no, non l’avevo considerato

  1. Io sono battezzato, comunionizzato, cresimato, sposato, che altro c’è? basta vero? però sono assolutamente un cattolico non praticante non credente, ma questa cosa è venuta dopo col tempo non mi sento affatto condizionato.. mia figlia è battezzata, ha deciso lei però di fare la comunione …. e la cresima? per ora non se ne parla .. l’abbiamo esentata da religione a scuola e lei ha chiesto di essere ammessa:)dopo essersi accorta che la cosa la interessava…. anche se non credo le interessi la parte dell’anima ma solo della parte storica..detto questo ti sembra condizionata?

  2. si è sempre condizionati da qualcosa o da qualcuno, anche il non battezzarla è un condizionamento, così come il farlo
    mi è piaciuto il tuo “D’altronde a me l’avere ricevuto i sacramenti non ha impedito di condurre una vita adulta da libera pensatrice o quasi, no?” sai perché te lo chiedi? perché SEI LIBERA.
    e sai perché mio fratello non ha mai fatto la Cresima? perché girava voce che il parroco che abrebbe dovuto frequentare, fosse pedofilo. anche questo è un condizionamento :(

  3. Ciao, ti faccio i miei più sentiti complimenti per l’interrogativo che ti stai ponendo. Questo significa che secondo te il Battesimo è una cosa seria. Non sei né fra quelli che non ne vogliono sapere per partito preso né tanto meno (e forse è pure peggio) fra quelli che battezzano i figli per sola tradizione.

    La mia posizione è favorevole al battesimo, sono cattolico praticante, non potrebbe essere diverso.

    Fra qualche mese, quando inizierai a svezzarla, cosa le darai? Eviterai con cura tutti gli omogeneizzati di carne nel caso volesse diventare un giorno vegetariana? Eviterai solo quelli al prosciutto se volesse diventare ebrea o musulmana? Allora magari quando avrà 5 mesi inizierai a darle 5 euro al giorno per comprare ciò che ritiene meglio per lei? O forse sarai tu a decidere ciò che possa farla crescere?

    Tu stessa dici che sei cresciuta con i dettami della Chiesa Cattolica ma oggi sei libera nelle tue scelte. Dunque la Chiesa non ti ha fatto un lavaggio del cervello, non ti ha costretta a nulla, non è qualcosa che ti ha fatto male.

    Una volta a questo proposito ho fatto questo esempio. Tua figlia è una vasetto con del buon terreno. E dici che se e quando vorrà nascerà un fiore. Ma se non ci metti un seme dentro non potrà mai nascere un fiore, se invece metti un seme allora potrà scegliere se farlo germogliare, nascere e crescere rigoglioso, se vorrà lasciarlo fermo o se vorrà farlo seccare.

    Questa è la mia idea e non te la dico con intenti di proselitismo.

    P.S. Se opti per il sì però guarda di scegliere con la cura ed attenzione che ti contraddistingue i padrini.

  4. Nonbattezzante all’appello :)

    Una delle cose più singolari a cui dovrai abituarti, è scoprire che quella che a te sembra una tranquillissima scelta di “equidistanza” e di fiducia nelle future capacità di scelta autonoma di tua figlia, alla maggior parte della gente appare invece come un fortissimo atto militante eccezionalmente estremista.

    Io mi sono sentita chiedere diverse volte perché mai odiassi così tanto la religione da fare addirittura la scelta estrema di non battezzare. Quando invece, a quanto pare, la scelta normale, obiettiva ed equilibrata per un non credente dovrebbe essere automaticamente quella di battezzare lo stesso “così poi li lasci più liberi di scegliere da soli”. In qualche caso, con l’aggiunta di ulteriori commenti stupefacenti, sul genere di questo: “certo che sei proprio esagerata! se poi non vuoi fagli fare il catechismo, la comunione, eccetera, quello ti capisco, ma ALMENO il battesimo…”

    Non so, per me è completamente OVVIO che le cose stiano al contrario: è quello che non è battezzato che rimane PIU’ libero di scegliere rispetto a chi lo è, perché se si vuole è sempre possibile farsi battezzare da adulti (oltre che eventualmente avvicinarsi a qualsiasi altra religione si preferisca), cosa che per un vero credente mi aspetterei che avesse un valore e una rilevanza ancora maggiori. Chi è battezzato, invece, è già simbolicamente indirizzato verso una parte ben precisa, ma questo sembra sfuggire completamente ai più!

    Boh, io sono rilassatissima in questa scelta di non battezzare, e non è vero che “odi la religione” o che voglia tenere i miei figli lontani da qualunque esperienza spirituale: esattamente al contrario, perché ritengo che un automatismo rituale fatto solo per motivi sociali sia l’esatto opposto della spiritualità…

    saluti
    Lisa

  5. Stefano, ma se uno è serenamente agnostico come per esempio lo sono io, per quale motivo dovrebbe battezzare i figli “giusto per gettare un seme”, se per lui quel seme non ha nessun valore specifico e particolare? Per coerenza, dovrebbe anche sottoporre il figlio a TUTTI i rituali di benvenuto di tutte le religioni del mondo: perchè questo paradossale problema non se lo pone nessuno?

    Mi spiego meglio: secondo il tuo ragionamento, un non credente farebbe bene comunque a battezzare i figli in previsione della possibilità che un giorno volessero diventare cattolici. PERCHE’ non dovremmo porci la stessa preoccupazione anche per l’ipotesi che vogliano diventare musulmani, buddisti, neopagani o seguaci di QUELO?

    In definitiva, se al genitore queste religioni lo lasciano tutte indifferente allo stesso modo, perché “per lasciare il figlio libero di scegliere” dovrebbe premurarsi di indirizzarlo attivamente verso una di esse in particolare? Giuro che non lo capisco.

    Tu parli da cattolico, che ha battezzato i figli perché era lui il primo a voler dare loro un’educazione cattolica e a sperare che la seguissero, ma perché un non credente dovrebbe fare lo stesso ragionamento?

    Forse per te “lasciare i figli liberi di scegliere” significa soltanto una confusa libertà di scegliere se essere “socialmente cattolici” o “socialmente atei”, o magari scegliere a quale punto situarsi in una lineare gamma di grigi che sta fra questi due estremi. Per me no, significa veramente farli crescere con l’idea che le possibili sensibilità spirituali sono infinite, e ch emeritano tutte un analogo rispetto…

    Lisa

  6. Ciao, non leggo gli altri interventi, ma voglio lasciare la mia esperienza, magari ti sarà utile.

    Io non sono stata battezzata, perchè i miei genitori mi hanno lasciato una libera scelta.

    Non ho avuto grandi problemi a scuola: si, mi sentivo diversa, ma quando i miei mi hanno spiegato che sarebbe stata una mia scelta ho perfettamente capito e mi sono sentita consapevole e importante. Oltre a sfottere tutti i miei amichetti perchè loro dovevano andare a quella palla del catechismo.

    Questa cosa mi ha dato una grande maturità e riflessività sin da piccola.

    Se a te non importa poi molto delle pratiche dalla chiesa, e anzi, sei contron il modo in cui influenza lo stato, trovo non sia una buona scelta battezzare un figlio.
    Perchè la chiesa ha così tanto potere proprio in virtù dell’altissimo numero di battezzati (che loro chiamano “credenti” quando fanno le statistiche, ma non è equivalente chiaramente).

    Oltretutto, come giustamente dici tu, io non lascerei parte dell’educazione di mio figlio a gente che può influenzarla e inserire nozioni per me sbagliate, come “peccato”, “colpa”, etc.

    Non so, io sono contenta di come ho vissuto l’infanza da bambina non battezzata ma libera di scegliere, e trovo sia stata una scelta intelligente (una delle poche dei miei), sia per me, che politicamente.

  7. Sono anche io battezzata, ho fatto la comunione e la cresima, ma non sono più praticante, ormai da moltissimi anni, mi sento, mi sono sentita, lo sono anche adesso, in grado e libera di scegliere, ma non ho mai avuto, per ora, la voglia, lo sfizio, la curiosità, il desiderio, il bisogno spirituale di avvicinarmi a nessuna altra religione precisa, ne di approdondire/praticare la medesima per la quale ho ricevuto i sacramenti.
    Ti confesso che a mio figlio, la sera quando si addormenta, faccio il segno della croce, così come la mattina prima di uscire da casa; non lo abbiamo battezzato, vorremmo farlo ma, i motivi risiedono nella scelta della madrina, io ho scelto una persona, suo padre un’altra e nessuno di noi due scende dalle proprie posizioni.
    Per me, come fa notare Stefano “free.9” sono queste le scelte importanti da fare, per me ‘Madrina’, significa la persona che ha, avrà, la capacità di far da Madre a mio figlio, una persona che capisce il senso di queste parole, alla quale non importa il vestito per la festa e la foto con il figlioccio in braccio, una persona alla quale viene proposto un ruolo e se dice sì, si assume l’impegno.
    Poi, ma questo lo so è un altro argomento, quando mio figlio aveva un anno e mezzo (ora ne ha quasi 4) e il prete venne a benedire casa nostra, gli raccontai che abitavamo in questa casa da pochissimi mesi, eravamo nuovi nella sua comunità, e che avremmo voluto battezzare nostro figlio, annotò tutti i dati, numeri di telefono etc. etc. prese anche nota che non eravamo sposati, che suo padre è divorziato e che ha una figlia di “primo letto”, il prete mi disse che mi avrebbe telefonato da lì ad un mese e mezzo al massimo… non devo aver capito di quale anno, attendo ancora la sua telefonata….

  8. Io rappresento la categoria di coloro che hanno genitori atei, e che sono stati mandati lo stesso a catechismo per non sentirsi diversi dagli altri bambini.
    La cosa è stata un pò imbarazzante: il lunedì ci “provavano” la messa, e io facevo regolarmente scena muta. Non sapevo nessuna preghiera perchè in casa non le dicevamo e quindi le ho dovute imparare tutte da zero (salvo poi dimenticarmele nuovamente dopo la cresima). A casa non c’era ne’ Bibbia ne’ Vangelo, e quando dovevamo portarli a catechismo dovevo far finta di essermeli dimenticata. Per questi motivi a scuola ero la prima e a catechismo l’ultima, era davvero umiliante per me. Le catechiste erano tutte abbastanza bigotte e ignoranti, e quando passavano il segno mia mamma faceva delle gran scenate. Alla comunione i miei hanno dovuto sborsare un sacco di soldi per il mio vestito perchè si trattava di una snobbissima parrocchia del centro ed era in atto una vera e propria gara su quale delle bambine avesse il vestito più caro e firmato (alla faccia dello spirito religioso), e loro ancora una volta non mi hanno voluto far sentire diversa anche se all’epoca non nuotavamo certo nell’oro. Idem alla cresima. Insomma, non è che io sia rimasta traumatizzata da queste cose, era solo per dire che credo sia una scelta davvero difficile e temo che si tratti di una dei quelle situazioni in cui “come fai sbagli”.

  9. Ottimo tema.. siamo anche in Quaresima! :-)

    Credo che il Battesimo possa essere un punto di partenza per una fede che puo essere trascurata o coltivata crescendo.
    LIBERAMENTE.

    Complimenti davvero per la cura che metti in ogni riflessione e decisione che riguarda tua figlia!

    Ciao
    Cristiana

  10. @Lisa:

    Tu sei serenamente atea, cresciuta in un Paese che all’epoca era prevalentemente cattolico.

    E questo Paese cattolico ti ha insegnato che la schiavitù non è permessa, che la moglie ha dei diritti nei confronti del marito e che partecipa all’educazione dei figli.

    Probabilmente sei anche battezzata e questo battesimo non ti ha impedito di diventare serenamente agnostica. Dunque il battesimo non ha limitato la tua libertà, semmai vorrei dire che l’ha perfezionata. Perché senza conoscenza non c’è libertà.

    Comunque io ho detto la mia in risposta alla domanda che Blimunda si è posta.

  11. Vi leggo tutti, e come spesso accade ognuno mi insegna qualcosa. Sono d’accordo con paniscus quando scrive: “per quale motivo dovrebbe battezzare i figli “giusto per gettare un seme”, se per lui quel seme non ha nessun valore specifico e particolare?”. Ma d’altro canto apprezzo il modo pacato con il quale Stefano spiega la sua scelta, e sottolineo questa sua interessante riflessione: “…il battesimo non ha limitato la tua libertà, semmai vorrei dire che l’ha perfezionata. Perché senza conoscenza non c’è libertà”.
    Sono felice di avere ancora un po’ di tempo per pensarci. Immaginavo che diventare genitore non fosse una passeggiata, ma non mi è mai successo prima di dover prendere decisioni così importanti per un’altra persona che non può esprimere il suo parere. Questo, sì, è difficile.

  12. Ho 39 anni. Sono stata battezzata ma poi i miei si sono allontanati dalla religione cattolica e non ho proseguito l’iter (comunione, cresima e catechismi vari…). Non ho mai fatto l’ora di religione a scuola e, abitando in un paese piuttosto piccolo, ero l’unica. Nonostante questo non mi sono mai sentita “diversa” nè esclusa da nulla; le prime volte alcuni miei compagni chiedevano come mai non stessi in classe durante l’ora di religione e, una volta ricevuta una risposta, la cosa finiva lì.
    Al giorno d’oggi, poi, e in una citta come Milano, credo che la cosa abbia ancora meno impatto: la società è multietnica, e “multireligiosa”, si sono diffusi (o sono venuti allo scoperto) ateismo e agnosticismo… Insomma ci sono molte sfaccettature e non credo che Blimundina sarebbe l’unica a non essere battezzata.

    Io ora sono agnostica e non potrei mai battezzare un figlio nè fare da madrina a qualcuno: non troverei rispettoso nè nei confronti del bambino, nè di me stessa, nè di coloro che credono, praticare un rituale che per me non significa nulla, peggio che peggio se si trattasse poi di una convenzione o “semplificazione” sociale.

    Buona meditazione.

  13. Io penso che se tu e il papà di Beatrice non siete credenti (e per me “credente” significa “praticante”: il “credente non praticante” mi appare da sempre come una contraddizione in termini) non abbia molto senso far battezzare la bimba. Lo penso sull’esperienza di quelli che al momento sono i più piccoli della mia famiglia, i miei cuginetti di nove anni. Che sono stati battezzati, vanno a cetechismo, fanno la comunione, faranno la cresima, fanno l’ora di religione in classe, e vengono regolarmente mandati a messa la domenica da soli, perché la mia famiglia in toto abbraccia il trend del credente-non-praticante. E quando osservo questi due bambini mentre vanno a catechismo, o addirittura fanno i compiti del catechismo(?), percepisco già tutto il loro acerbo disincanto. Sembra che si sentano ingannati, costretti a credere in qualcosa in cui gli adulti che hanno scelto per loro non credono affatto. Voglio dire, è una questione di coerenza, non di ostilità verso la religione: se non sono in grado di accompagnarti lungo quel percorso, perché io-genitore non credo, a che scopo farti intraprendere quella strada quando tu-figlio non sei nemmeno in grado di esprimere un parere? E c’è anche un’altra questione: sbaglio o nel momento in cui i genitori presentano il bambino, il sacramento prevede in un qualche modo che essi stessi credano in ciò che stanno facendo, tanto quando la madrina o il padrino?

    Un bacio alla piccola Beatrice mentre dorme serena e uno alla sua mamma così piena di pensieri, pensieri belli. :-)

  14. Davvero interessante questo tema, ti faccio i complimenti per le riflessioni e i dubbi che hai in proposito, ti capisco bene perché ho un approccio al cattolicesimo simile al tuo e nei tuoi panni non saprei cosa fare. Apprezzo particolarmente il pensiero perché vedo continuamente persone che si sposano in chiesa o battezzano i figli e magari l’ultima volta che sono stati a messa è stato alla cresima. Dicono che lo fanno per “tradizione”, ma io credo più per superficialità. Personalmente ho ben chiaro cosa farei se dovessi sposarmi (non in chiesa), ma questo riguarda me… quando devi scegliere per qualcun’altro le cose si complicano!

  15. …soprattutto per Stefano, Cristiana, e altri pro-battesimo intervenuti:

    sì, è vero, il fatto di essere stata battezzata non ha “limitato la mia libertà” di diventare laica dopo. Però, nonostante tutto, non capisco perché mai questo dovrebbe essere un motivo per battezzare. Cosa vi fa pensare che non sarei stata libera lo stesso, o che mia figlia attualmente non lo sia?

    In definitiva, *perché si pensa che un battezzato sia più libero di scegliere rispetto a un non battezzato*, quando semmai è il contrario? Scusate, non è una polemica, è che veramente non riesco a capirlo! Mi piacerebbe se mi venisse spiegato!

    Cristiana addirittura parla di “punto di partenza di una fede che poi si potrà liberamente conservare o abbandonare”. Ma PERCHE’ dei genitori che non sono cattolici dovrebbero pensare spontaneamente che il punto di partenza migliore sia quello? Insomma, cosa c’è che non va nella posizione contraria? Ovvero: “io non indirizzo i figli verso nessuna chiesa, poi loro saranno liberi di scegliere se aderire a una religione, o a un’altra, o a un’altra ancora, o anche essere atei?”

    In definitiva, io trovo veramente singolare questo atteggiamento diffuso per cui la scelta “neutrale” (ossia, quella di non indirizzare i figli verso nessuna dottrina religiosa e lasciarli liberi di interessarsene da soli) è considerata tanto limitativa… mentre la scelta fortemente connotata verso una chiesa specifica è vista come la MENO impegnativa e MENO condizionante. Il battesimo cattolico è un segno di appartenenza ben precisa, non è mica una generica benedizione portafortuna!

    saluti
    Lisa

  16. Ah, dimenticavo, Stfano dixit:

    “E questo Paese cattolico ti ha insegnato che la schiavitù non è permessa, che la moglie ha dei diritti nei confronti del marito e che partecipa all’educazione dei figli.”

    Dire che in Italia le conquiste sulla parità dei sessi e sulla libertà delle donne siano state ottenute GRAZIE al cattolicesimo, mi pare quantomeno un po’ azzardato. A me risulta piuttosto il contrario: sono state fatte NONOSTANTE il cattolicesimo, grazie a battaglie di attivisti critici che si sono battuti CONTRO la quasi totalità del fronte cattolico…

    ciao
    Lisa

  17. Sono d’accordo con Paniscus. “Il battesimo cattolico è un segno di appartenenza ben precisa” ed è anche un impegno. Sembra quasi che ne riconoscano l’importanza più i NON credenti che i credenti… Paradossale, no?

    Inoltre volevo ricordare a Stefano che in questo paese cattolico si sta rimettendo in discussione la legge sull’aborto, abbiamo una legislazione sulla procreazione assistita che fa paura e ci troviamo a vivere casi come quello del post “obiezione, vostro onore”.

  18. Paniscus penso che l’educazione che i genitori danno ai loro figli abbia come punto di partenza il proprio modo di vedere le cose in generale.. non solo per la religione!

    penso che se si ama la montagna li si porterà in montagna anche se magari da adulti preferiranno il mare…
    questo è chiaramente solo un esempio..

    penso che coscientemente li si indurra almeno per i primi anni a uno stile di vita e di gusti simili a quelli dei genitori lasciando sempre aperte altre soluzioni e spiegando a loro che esiste anche dell’altro anche se magari non è una preferenza di mamma e papà.

    ma quanti papà ci sono che si portano i figli a vedere la partite di calcio quando sono piccoli? poi magari da grandi non coltiveranno quella passione ma non penso sia una forzatura (casi estremi esclusi of course!)

    quindi il mio era sì un parere per questo argomento ma anche un punto di vista generale detto da chi di figli non ne ha.

    Ciao
    Cristiana

  19. l’importante alla fine in un tema del genere è essere liberi, il resto sono solo opinioni personali non suffragata da fatti ma solo da convinzioni di carattere culturale/ambientale

  20. D’accordissimo con Volpeuva quando dice che “Il battesimo cattolico è un segno di appartenenza ben precisa ed è anche un impegno. Sembra quasi che ne riconoscano l’importanza più i NON credenti che i credenti”: a me è successo anche col matrimonio. Mi sembrava quantomeno ipocrita e molto irrispettoso nei confronti dei credenti sposarmi in chiesa, visto che dalla cresima entro in edifici sacri solo per interesse artistico e musicale. Eppure l’ho fatto perchè mi è stato fatto presente che in caso contrario avrei inferto ai miei suoceri, religiosissimi, un dolore immenso. In pratica la mia forma di rispetto è stata interpretata come una sorta di capricciosa e sterile forma di trasgressione post-adolescenziale.

  21. In tal caso, però, non riesco a capire come la cosa si applichi al battesimo cattolico, che appunto non è una semplice “apertura verso punti di vista diversi” o “occasione di conoscenza”, ma è una scelta determinata di appartenenza a una chiesa ben precisa, una sorta di “iscrizione”, che la dottrina di questa chiesa considera irreversibile. Certo, se poi uno da grande si allontana dal cattolicesimo, di questa presunta irreversibilità può sempre fregarsene e non dare alcun valore al battesimo ricevuto (come fa la stragrande maggioranza dei non credenti). Ma quale sia il valore morale di farglielo fare lo stesso anche se i genitori non ci credono, solo perché “tanto poi può sempre ignorarlo e fregarsene”, continuo a non capirlo. Se da grandi vorranno fregarsene, tanto vale non avercelo che si fa prima… e se invece da grandi vorranno battezzarsi, potranno farlo in qualunque momento, e quella sì che sarebbe *libertà*…

  22. Io sono battezzata, comunionizzata e pure cresimata. Ho insegnato anche catechismo per unperiodo abbastanza lungo della mia vita finchè non mi sono veramente chiesta quello che facevo, quello che sentivo, quello che ripetevo a pappardella perchè la tradizione ha voluto così, perchè la nascita in questo mio paese mi ha voluto cristiana. E così, dopo aver reinterpretato il nuovo testamento a modo mio ho capito che con la Chiesa non potevo più avere a che fare, non credevo più nella chiesa, una santa cattolica apostolica. Non ci credevo più. E così alla fine dopo lungo pellegrinaggio interiore, ho scoperto il mio Buddismo, un Buddismo del tutto personale ma assolutamente mio, una mia religione, una mia credenza.

    Non credo che un battesimo possa impedire a tua figlia (o alla mia) di pensare liberamente, ma è certo che la condizionerà se tu la condizionerai. Se poi è una questione di scelta etica non ci posso mettere parola, perchè non me la sento, è la tua bambina. Io penserò a cosa fare con la mia bambina, ma ancora non ci voglio pensare perchè so che mi scontrerò contro il muro duro e senza pietà dei miei suoceri.

  23. July: quindi i tuoi suoceri hanno preferito una non-credente all’altare? Cioè meglio l’apparenza che la sostanza? Non mi sembra una cosa da veri cattolici, ma piuttosto da chi è troppo attaccato alle abitudini e “tradizioni”.

  24. @spikette: certamente costringere i figli al catechismo senza presentarsi mai in chiesa è qualcosa di deleterio. Qualunque cosa si faccia serve coerenza.

    Per quanto riguarda la fede, ai padrini è richiesta in virtù del loro mandato, ai genitori no dal momento che l’essere genitori è un dato di fatto.

    @Lisa: quando devi andare a vedere un film non chiedi a qualcuno che l’ha visto, non leggi qualche recensione? Perché? Perché la libera scelta deriva dalla conoscenza.

    Tu parli di Italia, io parlo di Europa ed occidente. Ma forse le culture orientali in cui la donna è solo una scatola per contenere i figli del maschio di turno è molto più evoluta.

    @volpeuva: un Paese che non metta mai in discussione la propria normativa è un Paese destinato al fallimento. Allora secondo te non dovrebbe esserci il divorzio perché metteva in discussione la legge precedente?

    Più che altro la 194 viene semplicemente disattesa e quando i medici richiamano l’attenzione sulle parti di quella legge indirizzate alla tutela della vita il ministro della salute grida allo scandalo. Questo è assurdo.

  25. per July: ma guarda che io, paradossalmente, l’argomento del “non siamo credenti ma l’abbiamo fatto per non dare un dispiacere alla famiglia”, lo capisco DI PIU’. A me non piace, io non penso che l’avrei mai accettato per me stessa, però nel concreto lo capisco. Come pure capisco, anche se con rabbia, l’argomento del “non siamo credenti ma abitiamo in un paesello infame di conformismo e di pettegolezzi e abbiamo seriamente paura di creare un danno ai nostri figli ponendoli in una posizione minoritaria ed emarginata”.

    Quello che, nonostante tutto il mio sforzo, non riesco a capire, è l’argomento del “non siamo credenti ma lo facciamo lo stesso perché così i figli saranno più liberi di scegliere”. Ma percheeeeéééééé??????

    In che cosa è limitata (in una società ragionevolmente libera e sempre più multiculturale) la libertà di coscienza personale di un non battezzato, che potrà sempre farsi battezzare per scelta propria, se gli va?

    Lisa

  26. Stefano:

    “@Lisa: quando devi andare a vedere un film non chiedi a qualcuno che l’ha visto, non leggi qualche recensione? Perché? Perché la libera scelta deriva dalla conoscenza.”

    Ma qualcuno mi spiega per quale motivo, per CONOSCERE una religione, bisogna prima ADERIRVI?????

    Non dovrebbe essere il contrario, di solito?

    Supponi che in futuro uno dei miei figli esprimerà il desiderio di avvicinarsi alla religione islamica: cosa dovrei fare? Dovrei dirgli: “Ma certo, che bello, fatti musulmano subito senza saperne un tubo, e poi eventualmente comincia a informarti! Anzi, ti porto subito alla moschea io, e chiedo che ti considerino subito musulmano fin da oggi stesso” ?

    Immagino di no. Se veramente voglio lasciarlo libero di scegliere, troevrei corretto dirgli: “La religione islamica ti affascina? Bene, prima informati, studia, leggiti qualcosa, vai a parlare con qualche religioso musulmano, chiedi di partecipare a qualche cerimonia loro come ospite esterno, cerca di conoscere quella fede meglio possibile, stai a contatto con chi la vive, e poi eventualmente ti convertirai”.

    Lo stesso varrebbe per il buddismo, per il neopaganesimo dei seguaci del Sole Invitto, o per qualunque altra cosa. PRIMA si cerca di conoscere una certa fede, e POI vi si aderisce, e non il contrario.

    Perché non si può fare la stessa cosa anche con il cattolicesimo? Possibile che sia l’unica religione in cui anche solo per cominciare a conoscerne i rudimenti di striscio, bisogna aver già accettato prima di esserne un seguace dichiarato?

    Lisa

  27. Per Je: sì loro sono esattamente così. Allo stesso modo hanno cambiato di nascosto il menu del pranzo all’ultimo minuto perchè secondo loro era troppo “proletario” e loro volevano far vedere a tutti i parenti quanto sono ricchi (si fa per dire). Allo stesso modo ho dovuto lottare sul numero degli invitati e siamo arrivato dopo battaglie estenuanti al numero di 50, compromesso tra i 6 che volevo invitare io (solo genitori e testimoni) e i millemila che volevano invitare loro. Etc. etc. Sinceramente però, sul momento, circa la chiesa ho capitolato più in fretta, perchè ho capito che ne avrebbero DAVVERO sofferto. Ho pensato: non posso fargli questo. Altrettanto sinceramente, anche se “atea” è una definizione forte in cui non mi ritrovo interamente, mi sono sentita un po’ un’impostora. Soprattutto durante corsi prematrimoniali, colloqui col parroco etc. Molto impostora. Quando ci facevano tenere per mano recitando una preghiera di cui non sapevo nemmeno le parole, mi vergognavo come una ladra, mi sembrava di ridicolizzare e offendere una fede che per molta gente è sinonimo di forza, speranza, vita.
    Per paniscus: non capisco neanch’io.

  28. @stefano.free9.scardovi
    secondo me anche un paese che rimette in discussione i diritti civili conquistati e sanciti nella propria normativa è destinato al fallimento. Sappiamo tutti benissimo che prima della 194 gli aborti si praticavano lo stesso, solo che anzichè in ospedale avvenivano in posti che possiamo considerare dei macelli!!! Forse a qualche esponente delle classi più abbienti, se non veniva ripudiata dalla famiglia, era riservato un trattamento un pochino più sicuro.

    Non so se tu sia dipendente ma immagino da quanto hai detto che una contrattazione del tuo ccnl che portasse al ribasso del tuo stipendio la accetteresti come un segno di evoluzione? E’ sempre un cambio, no? Non importa che sia migliorativo o peggiorativo….

  29. Noi non battezzeremo Dafne. E io sono una di quelle che da mesi sta seriamente meditando di sbattezzarsi.
    Perchè penso che i cattolici non praticanti non esistano: se vuoi essere cattolico, devi praticare: andare a messa, ricevere i sacramenti, confessarti… Altrimenti non sei cattolico. Secondo me.

    Io sono stata cattolica.
    Ho fatto persino la catechista, sono stata persino in missione nelle favelas brasiliane, ho fatto l’educatrice e la capocampo… ma poi qualcosa in me, per fortuna, si è spezzato.
    Ho capito che non posso essere cattolica, dal momento che sono totalmente contraria ad alcune prese di posizione della chiesa: la condanna all’omosessualità, l’allontanamento dei divorziati, l’uso del profilattico, i mezzi contraccettivi, l’aborto…
    Che poi, se ci pensi, nessuna di queste cose che ti ho citato mi tocca direttamente (a parte l’uso del condom, nei tempi passati). Ma proprio per quello mi sono domandata: deve importarmi solo di ciò che mi tocca personalmente, o di ciò che ritengo giusto?
    Io voglio che mia figlia cresca libera. E voglio che cresca rispettando la dignità di tutti gli esseri viventi. Voglio che non si scandalizzi di fronte a nessuna “differenza”.
    Sia ben chiaro: credo che i cattolici facciano bene a non accettare le situazioni di cui sopra. E’ la loro religione, e hanno diritto di pensarla come desiderano.
    Per questo io non sono più cattolica, e non voglio esserlo.
    Sono religiosa, ma questa è un’altra faccenda… credo in ciò che disse S. Agostino: ama, e fai ciò che vuoi.
    Perchè se ami, non hai bisogno di fare male.

    Vabbè, concludo con una nota di alleggerimento… quando parliamo delle future aspirazioni di Dafne, solo due cose desidereremmo che non facesse. Suo padre non vorrebbe che diventasse una pornostar, io una suora. Direi che in mezzo c’è un ampio margine di scelta, no? :)

  30. @Lisa: quindi a tuo figlio non dai da mangiare perché deciderà lui cosa vuole mangiare?

    Quindi a tempo debito non lo indirizzerai sugli studi da seguire per non violentare la sua libertà?

    Pensa te che io ai figli piccoli dico che se il forno è acceso il vetro scotta, non li lego sulla sedia, ma cerco di dargli delle indicazioni.

    @volpeuva: chi ti dice che discutendo della legge la si peggiori? Oggi ritieni sia effettivamente la miglior legge possibile? E’ una legge che parla di tutela della vita dal suo inizio (Art. 1), fissando ovviamente come inizio della vita il concepimento. Se lo è allora bisogna applicarla e dunque un neonato (tale è dopo il distacco dalla madre) vivo deve essere rianimato come qualunque cittadino italiano (Art. 7 che non parla di sottomissione alla volontà della madre) e il ministro della salute non deve stracciarsi le vesti per questo. La 194 dice chiaramente che si deve cercare di rimuovere ogni ostacolo, anche con l’aiuto di volontari ed associazioni (Art. 2). La discussione è più che mai necessaria, se no altro per capire come mai nei fatti questa legge sia così tanto disattesa. E magari anche per adeguare la norma ai progressi della medicina.

    Non sono dipendente, ma se un CCNL migliorasse le condizioni generali di lavoro sarebbe comunque un passo avanti. Perché un contratto che ti da 100 euro in più ma poi vieni spremuto come un calzino e spendi 200 euro in farmaci per stare in piedi non è un passo avanti.

  31. io penso che la fede dia forza e forse mi dispiace non averla. in realtà penso che sia una forza che viene da un’illusione, ed è per questo che non sono sicura che mi dispiaccia. ma ho visto questo. quando ero incinta della mia prima figlia, un amico e sua moglie persero la figlia di 5 mesi per una malattia fulminante. erano persone molto religiose e, al funerale, ringraziarono dio per il privilegio che aveva riservato alla loro bambina, richiamandola a sé così presto. a me parve un discorso malato e perverso. d’altra parte, pochi mesi dopo un altro amico perse il figlio neonato per la sindrome della morte in culla. loro non erano credenti e impiegarono anni per riprendersi. il confronto mi diede la misura del potere di questa illusione.
    il mio ex marito è credente e praticante, con maggiore tenacia e convinzione da quando è guarito da un melanoma e dalle metastasi che questo ha generato. voleva che le bambine fossero battezzate e cresimate, voleva che seguissero il catechismo. io non l’ho impedito, anzi ho dato le spiegazioni richieste quando mi hanno fatto domande. però ho sempre detto che io non sono credente. ora le ragazze sono in grado di discutere dei massimi sistemi, anche se a modo loro, e lo facciamo spesso. sono stupite che il papa sia contro l’aborto, la contraccezione, l’eutanasia, le famiglie di fatto e il sesso prematrimoniale, ma si dichiarano credenti. penso che possano farlo perché sanno di che si tratta e, se questa fede resisterà e potrà aiutarle nella vita, non sarò io a cercare di disilluderle.
    non ho una conclusione da proclamare. a me è andata bene così, e ora sta a loro. buona giornata a tutti :-)

  32. @stefano.free9.scardovi
    Stefano, quando io e probabilmente anche tu parliamo di “discutere” intendiamo esaminare una siuazione, valutarne i pro e i contro, valutare se è positiva o se può essere migliorata. Ti faccio presente invece che la gran parte di questo paese cattolico, che tu presenti come paladino di libertà sociali, quando dice “discutere della 194” intende “abolire la possibilità di ricorrere all’interruzione di gravidanza”. Personalmente ritengo che la scelta finale debba rimanere appannaggio della madre e che questa dovrebbe essere aiutata e sostenuta sia che decida di far nascere il proprio figlio sia che decida il contrario, senza dover subire pressioni in un senso o nell’altro, giudizi e moralismi altrui.

    E’ vero che in epoca contemporanea i paesi di tradizione cristiana sono generalmente meno oppressivi dei paesi di tradizione, ad esempio, musulmana; questo è innegabile.
    E’ altrettanto vero, però, che in Italia oggi stiamo assistendo a tentativi da parte del mondo cattolico di ingerire in aspetti fondamentali della vita e delle scelte private: no aborto, no divorzio, no eterologa, no diagnosi pre-impianto, sesso solo così e non colì… Non mi sembra proprio un esempio di libertà, come sostenevi tu ieri.
    Una persona ha dei principi? Bene. Che ci regoli la sua vita e non pretenda di regolarci anche la mia.

    Specifico per evitare fraintendimenti che non tutti i cristiani nè tutti i cattolici siano così, anzi, forse non sono nemmeno la maggioranza, però ho però l’impressione che sia vero il contrario…

  33. forse penserete che il mio pensiero possa essere fuori luogo, ma mi è venuto e lo esterno (col consenso di BLI di cui siamo ospiti!)
    ma tutti questi non cattolici, non cristiani, non credenti … a Natale cosa fanno? forse non si godono le ferie? non si scambiano i regali? non fanno la settimana bianca o quella alle maldive? perché approfittano della festa cristiana per eccellenza per i loro bisogni materiali? per tutti costoro dovrebbe essere un normale giorno lavorativo visto che non credono in Cristo

  34. Penso che oggi come oggi nessuna parte politica potrebbe votate impunemente una legge che vieti l’aborto e basta.

    Ma se una discussione seria portasse ad una riduzione del numero degli aborti risolvendo parte dei problemi che conducono all’aborto sarebbe certamente una vittoria.

    Perché se è vero che in termini assoluti gli aborti sono diminuiti è altrettanto vero che raffrontando il numero di aborti rispetto ai bambini nati è aumentato notevolmente. Questo significa che sono diminuiti gli aborti usati come anticoncezionale, ma significa ancora di più che sono cresciuti quelli “evitabili” con un concreto sostegno alla maternità.

  35. Io credo che quasi tutti i commenti, compreso quello di JillL sul Natale (e pure il post che li ha originati) parlino soprattutto di una cosa: ipocrisia. E’ quello il grande problema relativo alla religione, nella nostra società. Una società che si dice laica ma poi si sposa in chiesa, perché i genitori ci tengono tanto. Che non “pratica” ma si dice credente (d’accordo con spikette: il credente non praticante è una contraddizione in termini). Che battezza i figli perché si usa così, almeno possiamo dare i confetti. Io credo che molte persone, volendo rispettare le usanze, rendano un pessimo servizio alla fede (che quando c’è davvero, come nota terra, è un’ancora di salvezza nelle nostre vite. Anche io mi sorprendo a invidiare chi è animato da una fede sincera). La fede non si prende alla leggera, non la si considera alla stregua di un uso&costume qualunque. A mio giudizio, chi usa i sacramenti senza credervi profondamente, come una mera occasione di festa parentale, manca di rispetto alla religione molto più di chi dice, semplicemente, non credo.

  36. Rispondo a JiIIL: secondo me concettualmente hai ragione, ma penso tuttavia che la nostra società sia talmente impregnata di cattolicesimo che sia davvero difficile svincolarsi anche volendo. Io lavoro in proprio e per me è impossibile prendere ferie se non a Natale e ad agosto, occasioni in cui le aziende con cui lavoro chiudono o restano a ranghi molto ridotti. Viceversa per me, anche volendo, sarebbe anche pressochè impossibile lavorare in quei due periodi per più di un paio d’ore al giorno.

  37. @stefano.free9.scardovi
    su questo concondo.

    @jill
    non cattolica, non cristiana, non credente. Non faccio la settimana di ferie a Natale; il 25 e 26 dicembre non vado a lavorare perchè la mia azienda è chiusa e ne approfitto per festeggiare il solstizio, tradizione pagana antecedente al Natale mutuata poi dal cristianesimo per comodità (intendiamoci, non l’ha fatto solo il cristianesimo). A casa faccio l’albero che è sempre di origine pagana e non faccio il presepe. Mangio, mi ritrovo con la mia famiglia, faccio e ricevo regali, faccio beneficenza come un qualunque altro giorno dell’anno; non mi sento più buona nè più cattiva.
    Vorrei invitarti però a chiedere coerenza anche ai cattolici, ai cristiani, ai credenti, ai cattolici non praticanti, a quelli che battezzano per tradizione, a quelli che si sposano in chiesa perchè è più coreografico…
    Concludo facendoti presente che se noi “non.. non.. non..” in un paese di cultura e tradizione cattolica dobbiamo sopportare la presenza di medici e farmacisti obiettori di coscenza (e cito solo una cosa a caso, la prima che mi viene in mente) non vedo perchè non dovremmo “approfittare” dei festeggiamenti natalizi! E’ una piccola compensazione…

  38. “@Lisa: quindi a tuo figlio non dai da mangiare perché deciderà lui cosa vuole mangiare?

    Quindi a tempo debito non lo indirizzerai sugli studi da seguire per non violentare la sua libertà?

    Pensa te che io ai figli piccoli dico che se il forno è acceso il vetro scotta, non li lego sulla sedia, ma cerco di dargli delle indicazioni.”

    Stefano, cerchiamo di non cadere nel grottesco: non penso che una persona adulta abbia bisogno di vedresi spiegare ex novo che mangiare è necessario per tutti, avere un’appartenenza religiosa no.

    Il discorso che fai tu vale quando il genitore ha una convinzione religiosa ben precisa, ritiene sinceramente che quella dottrina sia vera e che le altre siano sbagliate (o comunque, meno perfette), e vuole trasmetterla al figlio sperando che la segua.

    Ma se uno questa appartenenza NON CE L’HA, non ne sente la mancanza e ritiene che si possa benissimo vivere senza, cosa picchio dovrebbe fare? Sceglierne ugualmente una per i figli, anche se per lui non significa niente? E visto che ce ne sono infinite cosa dovrebbe fare, sceglierla a caso? Scegliere in automatico il cattolicesimo solo perché nel suo ambiente è la religione socialmente più diffusa? Ma allora dillo, che è solo un fatto di abitudine sociale, che c’entrano le dottrine spirituali o i valori? :)

    Infatti io non mi sogno di criticare chi battezza perché è credente, ci mancherebbe: mi sembra perfettamente normale. Quello che contesto è l’idea che anche chi non è credente dovrebbe farlo, perché “in fondo, male non gli fa”. Ecchecq*zz, i cattolici hanno così poca considerazione dei loro sacramenti da ridurli a questo?

    Il paragone con la piastra del forno non ha senso, perché c’è oggettivamente una differenza tra rischiare di bruciarsi le dita o meno. Invece io ho l’ostinazione di pensare che i miei figli, sia che vogliano diventare cattolici, sia protestanti, sia buddisti, sia atei, purché la scelta sia libera e convinta, possano essere sereni allo stesso modo.

    Lisa

  39. Bella domanda! Io sono più o meno della tua opinione ma, alla fine, forse, un “regalo” non può far tanto male, Importante sarà ciò che voi le insegnerete e come l’aiuterete a ragionare, con la sua testa. ;-)***

  40. Blimunda: il mio punto di vista è prorpio quello. Io non critico i genitori che battezzano perché sono loro a crederci, ci mancherebbe. Io critico chi lo fa senza crederci, perché sono proprio loro a diffondere un’idea di “ovvietà” e di “scontatezza” dei rituali cattolici che poi, alla fine, danneggia anche me.

    Perché se fosse considerato normale che chi è credente battezza e chi non è credente NON battezza, in Italia i non battezzati non sarebbero additati come una piccolissima minoranza di stravaganti estremisti, ma sarebbero un gruppone significativo. Non dico ma maggioranza, ma una minoranza grossa, che so, un quarto, un terzo, questo sì. Sarebbe semplicemente acquisito che alcuni sono battezzati e altri no, che alcuni fanno catechismo e altri no, e che entrambe le scelte sono ugualmente normali.

    E allora verrebbero a cadere tutte le annose preoccupazioni sulla “paura di farli sentire diversi dagli altri”, che amplifcano a catena questo meccanismo…

    saluti
    Lisa

  41. Il sacramento del battesimo e’ la scelta/decisione di trasmettere la fede cristiana ai propri figli. Una responsabilità che non si esaurisce quel giorno, ma che inizia soprattutto dopo. Durante il rito il celebrante chiede “Credete in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra? Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nacque da Maria vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre? Credete nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna?” Genitori, madrine e padrini rispondono “Credo”.
    Il celebrante conclude: “Questa è la nostra fede. Questa è la fede della Chiesa. E noi ci gloriamo di professarla, in Cristo Gesù nostro Signore. Volete dunque che vostro figlio / vostra figlia riceva il Battesimo nella fede della Chiesa che tutti insieme abbiamo professato?” Genitori, madrine e padrini rispondono “Si, lo vogliamo”.
    Se non si condividono queste affermazioni, perché mentire? Io date le premesse consiglierei a Blimunda di non battezzare Beatrice: da grande sara’ contenta di sapere che i suoi genitori hanno fatto una scelta libera e coerente.

  42. Molte persone che dicono di essere credenti magari non ci hanno riflettuto molto, magari lo dicono perchè a loro volta lo dicono i genitori. Quello che voglio dire è che spesso la gente prende la religione molto alla leggera, non pensandoci. Io sono agnostica, penso che se uno non creda sia automaticamente “sbattezzato”.
    Secondo me uno si dovrebbe avvicinare alla religione che vuole quando sarà abbastanza maturo per decidere, quando sarà pronto, abbia una sua idea, le sue esperienze che lo guidino verso la sua religione ideale, il suo equilibrio. La religione è una cosa molto personale, nessuno dovrebbe decidere la religione di un altro.
    Capisco che questa sia una decisione difficile, ma l’importante è non lasciarsi condizionare dalle scelte degli altri e cercare di fare la cosa migliore.
    A presto
    Diletta

  43. Ciao, sono una tua lettrice silente da tempo. Apprezzo tantissimo il tuo riderti addosso, per me sintomo certo di intelligenza superiore … Solitamente non commento perchè non mi sembra di avere nulla di rilevante da aggiungere. Questa volta intervengo perchè ho 50 anni e due figli di 23 e 21 anni non battezzati. Chissà, magari la mia voce può servirti.

    Il battesimo di per sè non è altro che acqua sulla testolina ma assume un significato nel momento in cui TU glielo riconosci nella teoria ma anche nella pratica quotidiana. Ovvero, battezzare ha senso se poi tu ed il padre di Beatrice trasmetterete un insieme di valori e di riti. Diversamente torna ad essere acqua sulla testolina.

    Se credi che nella tua vita siano presenti QUEI riti dell’anima e se vuoi condividerli con tua figlia, allora battezzare ha senso. Se la nascita di tua figlia può essere una via per riappropriarti di quella dimensione mistica che la nostra vita quotidiana nega in tutti i modi, allora ha senso battezzare.

    Se però i tuoi riti non sono quelli della chiesa, se non senti il desiderio di una dimensione mistica nella tua vita ed in quella di tua figlia, allora il battesimo non ha senso: non è una tessera da esibire perchè le vengano un giorno accreditati punti fedeltà!

    DECIDERA’ COME MEGLIO CREDERA’ IN OGNI CASO. E, per inciso, a seconda di come tu ed il tuo compagno vivrete questa scelta, lei sarà più o meno serena nel suo contesto sociale. I miei figli non si sono mai posti il problema e chi non se lo poneva, tanto per iniziare, ero io. Anzi, si sentivano persino speciali perchè avevano l’esonero di religione e passavano tutto questo tempo speciale con la maestra … Quando sono stati più grandi il problema non era più tale.

    Però e’ bello che tu ti ponga la domanda … un abbraccio grande.

  44. Che sorpresa! Passo a salutarti e vi trovo in “due”.
    Augurissimi Blì e un abbraccio… Mapi :-)
    (entrame, da leonardo a wordpres!) ;-)

  45. Ecco perché non faccio figli: per non dover scegliere per loro.

    (E sai benissimo che qualsiasi scelta tu faccia, a 14 anni te la rinfacceranno)

  46. @ graz: sono sempre felice quando una “lettrice silente” si palesa. Grazie!
    @ mapi: bentornata, passo a trovarti!
    @ dania: vero, ma proprio per questo credo che non lo farò: così in caso può rimediare da adulta, mentre se si trova già battezzata obtorto collo, tornare indietro è più difficile.

  47. Approfitto di questo spazio e di questa discussione per porre un quesito. Premetto che non ho figli, ma se li avessi mi sarei fatta le stesse domande di Blimunda, probabilmente arrivando alla conclusione di non battezzare. Però a volte bisogna tener conto di altri fattori: mia mamma, pur non essendo particolarmente credente, non me lo perdonerebbe e per anni mi sentirei rimproverare per “la povera creatura che finirà all’inferno”. Quindi mi chiedo, che male può fare battezzare quando in cambio si ha un po’ di serenità familiare? Non solo, darei un dolore a mia madre che si avvia all’anzianità non proprio in buona salute, lei non capirebbe tutte le domande che mi faccio io sulla coerenza di un gesto così importante. Voglio credere che in questo caso i miei figli capirebbero il compromesso. Nel frattempo sono contenta di non averne per non affrontare la questione ;-)

  48. Non si finisce all’inferno, nè al purgatorio. PapaRazzi ha decretato che i non battezzati non sono più spediti direttamente nel limbo. Siamo a cavallo! :)

  49. Bè potrei spiegarlo a mia mamma, ma temo che la sostanza non cambierebbe, purtroppo parlo di “convinzioni popolari” più che di autentica fede. :-(

  50. Ho un amico i cui genitori avevano scelto di non battezzare. Una zia molto devota, preoccupata per il fatto che il pargolo sarebbe finito nel limbo (allora non l’avevano ancora chiuso), un bel giorno l’ha trascinato in bagno e l’ha battezzato con l’acqua di rubinetto.
    Non so bene se un battesimo in queste condizioni risulti valido per la Chiesa Cattolica, ma la zia ne era convinta.
    Il mio amico però è felicissimo di essere stato battezzato. Dice che, essendo comunista, è scomunicato di ufficio. Dice che essere scomunicati è molto più figo che essere semplicemente non battezzati. Non credo che fosse quello che la zia aveva in mente…

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