Il fascino discreto della polizia

timeoutSono tornata da Londra in un paese sconvolto per i fatti di Catania. Che hanno riaperto, oltre al dibattito sul tifo violento, quello sulla percezione delle forze dell’ordine da parte degli italiani. Per una strana coincidenza del destino, la copia di TimeOut che ho portato con me in aereo ha una storia di copertina sulla figura della polizia inglese, la Metropolitan Police o Met. Quella che gira disamata, per intenderci:
“Il 90% dei nostri poliziotti non porta armi. L’unica altra forza di polizia disarmata è in Nuova Zelanda”, ha dichiarato sir Ian Blair.
La stessa tante volte magnificata dai nostri politici: “Ci vorrebbe il bobby, il poliziotto di quartiere come a Londra, per migliorare i rapporti cittadini-divise e aumentare la fiducia nelle istituzioni”, è il ritornello, ripetuto almeno tante volte quante “Bisogna fare come a Barcellona” (cosa, non si sa: sembra che seguire l’esempio della città catalana sia la panacea di tutti i mali italiani).

Comunque mentre mi interrogo sullo strano rapporto ambivalente che lega l’italiano medio alle forze dell’ordine (ma anche sul perché quando un operaio vola da un’impalcatura e si sfracella al suolo – sono stati 1250 i morti sul lavoro nel 2006 – nessuno ne parla o pensa di chiudere i cantieri in segno di lutto, esattamente come hanno fatto con gli stadi), leggo cosa ne pensa l’inglese medio.

1/3 dei 400 londinesi intervistati dice che la relazione fra la comunità locale e la polizia è scarsa
1/4 ha aumentato la sua considerazione della Met dopo le bombe di luglio 2005
Il 28% pensa che i poliziotti siano razzisti; il 34% che non lo siano. Casualmente, tutti gli intervistati non-Wasp sono d’accordo nel definire la Met “poor”.
Il 44% degli intervistati definisce comunque il lavoro dei poliziotti come buono o molto buono, e i 2/3 si fidano di loro “nella maggior parte dei casi”.

Cerco gli stessi dati per l’Italia e, con grande sorpresa, trovo che i miei connazionali paiono molto più fiduciosi degli inglesi: in una recente ricerca Eurispes si dice che il 73,5% degli italiani si fida delle forze dell’ordine e il dato è in crescita rispetto allo scorso anno. Giuro, non l’avrei mai detto.

12 thoughts on “Il fascino discreto della polizia

  1. Onestamente pensavo fossero anche di più.

    Perché non l’avresti mai detto?

  2. rexer: perché, a livello empirico, sia chiaro, il feeling che ho della percezione delle forze dell’ordine in Italia è negativo. L’italiano medio, o meglio, le molte persone con cui ho avuto occasione di parlare dell’argomento o che ho potuto osservare in situazioni che prevedevano il contatto con le forze dell’ordine mostravano sempre qualche timore o avversione nei confronti delle divise, dal vigile urbano al carabiniere al poliziotto; un timore inconscio (possiamo dire kafkiano?) di non essere in regola o di poter essere punito per qualcosa che avevano fatto o non avevano fatto.

  3. Grazie, ho capito il tuo punto di vista.

    Ci ho pensato e confermo che a me ispirano fiducia. L’ultima volta che mi hanno fermato per controllare i documenti ero in ritardo e onestamente mi è un po’ seccato, ma comunque non li penalizzerei nel sondaggio :-)

    E dipenderà anche da come è stata posta la domanda.

  4. Siamo il paese delle contradizioni…. e, forse, questo è il nostro fascino. ;-)***

  5. Il mio punto di vista.

    1. Le persone che indossano una divisa non lo fanno per vocazione ma per necessità.
    2. Indossare un divisa ti pone in condizione di potere verso altre persone. Poichè non credo che esistano persone pure d’animo, credo che il potere in mano a persone che hanno scelto per necessità – e quindi non illuminate – non possa che produrre individui prepotenti che pensano di essere comunque e sempre sopra le parti.
    3. I vigili urbani e polizia in generale, non sono al servizio del cittadino. Il loro scopo non è informare, formare, facilitare, agevolare la vita dei cittadini. La loro attività è punire. Se possono, si nascondono dietro gli alberi per colpire. Se possono, evitano i confronti diretti con persone pericolose e comunque non frequentano zone a rischio.
    4. Chi indossa una divisa ha uno stipendio tale da fare affermare: ma chi me lo fa fare. E confermano i punti 1, 2, 3.
    5. Vi mai capitato di essere fermati da vigili o polizia per una “presunta” infrazione, spiegare le vostre ragioni e vedervi ritirata in loco la contravvenzione. A me mai.

    Questo è il mio punto di vista, ed esprimerlo oggi significa mettersi tutti contro. Oggi bisogna dire che la polizia è brava, che ci aiuta, che non sbaglia mai.
    Va bene così.

    tillo

  6. Tillo: esattamente la percezione che volevo spiegare con il mio “giuro, non l’avrei mai detto”.
    Beppe: assolutamente d’accordo.

  7. Sarebbe ben triste un mondo in cui non si potesse esprimere la propria opinione, o in cui tutti avessero la stessa.

    A me piace discutere con chi la pensa in modo diverso. Se parlassi solo con quelli che la pensano come me alla fine potrei pensare di avere in mano la verità. Sbagliandomi. E di grosso.

    In merito ai punti di tillo ho un paio di riflessioni

    sul 1 e 2 ritengo che un gruppo sufficientemente ampio di persone (blogger, casalinghe, dipendenti pubblici, imprenditori, poliziotti etc etc ), credo ne basti un centinaio, contenga l’onesto e il disonesto, l’intelligente e il cretino, il preparato e l’ignorante, quello che lo fa per vocazione e quello che ci è costretto. Definire una categoria mi sembra improponibile.
    Aggiungo che io lavoro per “necessità” ma ciò non toglie che svolga i miei compiti con scrupolo, perché ci credo e per permettermi di continuare a lavorare.

    sul 3 direi che il loro compito è anche far rispettare le norme, e se io non le rispetto è un mio problema, che si nascondano o meno.

    sul 4 mi rimetto ai punti 1 e 2

    sul 5 io sono stato fermato e multato per una cifra inferiore a quella che mi sarei appioppato io se fossi stato il poliziotto. Un’altro invece è stato proprio carogna e mi ha multato anche se non me lo “meritavo”. Sono due episodi distinti e non posso estenderli all’intera categoria.

    Detto questo ben vengano i ragionamenti pacati partendo da posizioni diverse.

  8. Rexer: l’apostrofo non vale, te ne sei accorto subito :-) Per quanto riguarda il tuo commento, anche io sono per la pluralità dei punti di vista. E sono sostanzialmente d’accordo che fare di tutta l’erba un fascio sia sempre deleterio. Vero è che, però, indossare una divisa dà un certo potere nei confronti dei “civili”: potere che i blogger, le casalinghe o gli impiegati, per citare alcune delle categorie da te ricordate, non possiedono. E altrettanto vero è che la gestione del potere, per limitato che sia, è sempre un affare molto delicato e facilmente dà alla testa. In altre parole: è vero che in ogni categoria c’è “l’onesto e il disonesto, l’intelligente e il cretino, il preparato e l’ignorante”, per usare le tue parole: ma se a essere disonesto, cretino o ignorante è una persona in divisa, ti crea decisamente più problemi perché, appunto, ha più potere.

  9. Sul fatto che il potere possa dare alla testa siamo assolutamente d’accordo, sempre rimanendo nell’ambito dei singoli episodi o persone.

    Rimango nella mia posizione di fiducia “generica” anche se mi sono reso conto che davo per scontata una relazione cittadini/polizia che scontata in effetti non è per quel 30% che ha risposto no al sondaggio.

  10. trillo pur rispettando il tuo punto divista consentimi di dissentire;
    qual’e la percentuale in italia o nel mondo di persone che lavorano per vocazione e non per necessità? il 5 al massimo 10% secondo me. io personamelte svolgo un lavoro che mi soddisfa ma preferirei starmene tranquillamente a casa o in vacanza tutto l’anno piuttosto che alzarmi alle sei del mattino.
    poi almeno in italia mi risulta che non sia così facile entarre nelle forze di polizia, a volte per 500/600 posti ci sono 400.000 domande come l’ultimo concorso in polizia.
    é sufficiente il diploma ma se nn hai almeno una laurea breve le cose si complicano ulterirmente.
    E poi quanti di noi al lavoro si comporta sempre correttamente specialmente se si è a contatto con il pubblico?
    per mia esperienza ho tovato più maleducati in posta o nei sportelli privati e pubblici che nelle forze di polizia.
    Infine credo che ci sia un malcostume generale di considerare chi indossa la divisa un nemico da evitare piuttosto che una persona che ci possa aiutare o che comunque contibuisca al mantenimento dell’ordine e dela sicurezza sociale e questo il poliziotto o il carabiniere lo percepisce e alla lunga il passione e la dedizione al lavoro,aime per noi cittadini che paghiamo le tasse, cala vertiginosamente

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