Da quando ho fatto il mio coming out sulla ricerca della casa, non faccio che incontrare gente che ha intrapreso lo stesso doloroso cammino.
Li riconosci al volo: hanno litigato con almeno 10 agenti immobiliari, conversano solo di metri quadri e terrazzi fantasma e ti raccontano come, pur cercando un trilocale ristrutturato, le agenzie continuino a tempestarli di telefonate per poi mostrargli dei loculi postatomici. In più parlano come se avessero inghiottito una copia di Secondamano, di Attico o qualsiasi altra rivista che pubblica annunci immobiliari (sempre gli stessi). Per loro Milano non è più un insieme di vie e piazze, ma un reticolato di zone che si delineano chiare nella loro mente come in una partita di Risko.
“Dove cerchi tu?”
“Ah io in Monumentale/Lagosta/Garibaldi ma volendo anche in Politecnico/Romagna/Indipendenza e tu?”
“Navigli/Ticinese/Porta Genova ma al limite anche Solari/Washington/Papiniano”.
E sempre perché le coincidenze esistono, basta notarle, su Per Me di questo mese Diana Nastasi e Luca Rosati firmano un pezzo tipo “Dimmi che casa cerchi e ti dirò chi sei”. Mi spiace solo non averlo scritto io, magari ne avrei approfittato per chiedere un aiuto personale allo psicologo intervistato per il pezzo. Comunque ecco cosa ho imparato:
Se sei un control freak che nella ricerca tiene tutto sotto controllo e conosce a memoria le quotazioni per la zona prescelta e il piano regolatore, lo fai per difesa: temi di abbandonarti al sogno, di volere troppo. Ma rischi di acquistare una casa fredda e distante da ciò che vuoi veramente.
Mantra: La casa è estensione dell’anima. E’ uno spazio di intimità per sognare in pace (Gaston Bachelard).
Se per te “una vale l’altra” e vorresti solo prendere una decisione rapida, tanto le case ti sembrano tutte uguali, svaluti la tua scelta in partenza; pensi, in fondo, di non meritarti una cosa bella.
Mantra: L’autostima si costruisce, non si eredita (José Ortega y Gasset).
Se sei di quelli “o bellissima o niente” e continui a vedere case troppo al di sopra delle tue possibilità , a furia di sognare e progettare cose grandiose finisci con il vivere in una precarietà permanente. (Questo profilo mi assomiglia pericolosamente, N.d.A.)
Mantra: Siamo il burattino e il burattinaio, la vittima e l’artefice delle nostre aspettative (John Rawling Rees).
Se sei un indeciso cronico, pensi che la casa perfetta per te sia l’unica che ancora non hai visto. Ma più posticipi la decisione, più ti assale l’ansia.
Mantra: Non aspettare il momento opportuno, crealo (George Bernard Shaw)
Se nella ricerca ti fai guidare dai fantasmi del passato (vuoi una casa identica a quella in cui sei cresciuto o, all’opposto, totalmente differente) devi prima di tutto fare i conti con ciò che ti sei lasciato alle spalle e rimarginare le vecchie ferite prima di andare avanti.
Mantra: Oltrepassata la soglia, assicurati che sia ben chiusa. E’ dentro di te che sei entrato. (Olivier Marc).
Infine se vuoi solo loft, ex fabbriche ristrutturate, magazzini industriali, cerchi una casa da inventare, in continua metamorfosi, forse perché in realtà sei tu che vorresti cambiare.
Mantra: Il vero viaggio di scoperta non è vedere nuovi mondi, ma cambiare occhi (Marcel Proust).
E ora che so questo, riparto alla carica.
Ecco io appartengo all’ultima categoria: ex fabbriche, magazzini….
Non voglio una vera casa, non voglio vivere tra vere pareti costituite da veri mattoni. Lo so, sono un caso grave…
e questo è solo l’inizio….
un libro, la tua descrizione dell’acquisto di una casa…merita un libro.
Lo leggerebbero quelli che ci sono passati, quelli che ci stanno passando e ‘gli altri’.
;-)
Io ho trovato!! e sono sollevata come non mai…
Evvai spikette! Congratulazioni!
Io giravo con un faldone le cui prime due pagine erano una fotocopia ingrandita della zona in cui cercavo, con post-it, fumetti e segnacci di evidenziatore.
A seguire una pagina manoscritta per ogni casa vista, con le caratteristiche principale, in modo da poterle comparare e la brochure dell’agente immobiliare per la mia dolce (si fa per dire) metà, che disse “Compriamo casa” e poi sparì, negli USA per lavoro per buona parte del processo.
La mia coinquilina di allora diceva che un giorno sarebbe tornata a casa e mi avrebbe trovato seduta per terra con la piantina davanti e i carrarmati del Risiko. E a quel punto sì, avrebbe chiesto aiuto.
Per fortuna non sono arrivata a tanto e oggi siamo felici homeowner!