La spiaggia come beauty farm? No, grazie

In questi giorni ho fatto un po’ di vita da spiaggia, per così dire. E mi chiedo: quand’è che la rena si è trasformata in un’immensa beauty farm a cielo aperto?
Che fosse deposito di centinaia di terrificanti, enormi giocattoli galleggianti in gomma dai colori sgargianti (con l’aggravante che la spiaggia libera ligure media è di un metro per due) già lo sapevo. Che venisse scambiata da allegre, numerose e rumorose famigliole per una succursale del campeggio, con tanto di frigobar, ombrelloni, sedie a sdraio e lettino per la nonna, è storia vecchia (con la stessa aggravante di cui sopra).
Ma che ora sia di moda tentare di riparare a un inverno di eccessi e pigrizia davanti alla tv imponendosi sessioni impervie di acquagym in precario equilibrio sulle rocce o, peggio, trattamenti di bellezza solitamente riservati alla discrezione del cubicolo dell’estetista, mi sembra francamente troppo.
Sulla battigia due signore delle dimensioni di orche marine spiaggiate fanno da mezz’ora un peeling artigianale con la poca sabbia a disposizione, su braccia, cosce devastate dalla cellulite e décolleté che ha visto tempi migliori. Quando si alzano per sciacquarsi, sembrano cloni della Cosa dei Fantastici Quattro.
A pochi metri dalla riva, nell’acqua fino al petto, altre due sgambettano furiosamente, gambe a bicicletta e braccia aperte-chiuse nel vano tentativo di tonificare contemporaneamente interno coscia e pettorali.
Niente in confronto alla Camminatrice Indefessa che da questa mattina fa avanti e indietro con l’acqua alle caviglie perché ha letto da qualche parte che il sale del mare “asciuga la ritenzione idrica”. Problema: la lunghezza della spiaggia è sempre quella di cui sopra, per cui la peripatetica della battigia assomiglia di più a un leone in gabbia.
Sull’asciugamano a fianco al mio, una tenera fanciulla sta strizzando con ardore i punti neri sulla schiena del fidanzato. Distolgo lo sguardo schifata per posarlo su una signora che sta adempiendo alla manicure. Non c’è che dire, uno dei pochi vantaggi di una scomodissima spiaggia di ciottoli è quello di evitare uno smalto un po’ granuloso. Purtroppo vicino un’altra massiccia fintabionda con abbronzatura caraibica, piede su una sdraietta di plastica, tronchesino e piglio deciso, sta sistemando le unghie delle estremitàclac, clac, clac.
Raccolgo asciugamano e giornale e quasi fuggo temendo di essere colpita da uno dei residui cheratinici della signora che schizzano lontano alla velocità della luce. Non guardo più nulla perché ho paura di vedere anche qualcuna con le bende linfodrenanti o le gambe nere di fango anticellullite. Poi ci credo che escono articoli stile “In spiaggia non si cucca più, meglio internet“. Vorrei vedere come si fa a rimorchiare una che si sta limando i calli, per dire. O uno con la schiena piena di ponfi perché l’amica ha appena terminato la pulizia della pelle.
Allora.
Smettetela, fatelo a casa vostra. Schifate la gente che vorrebbe prendere il sole tranquilla e in più non serve a nulla. Tutto ciò che avete letto nelle riviste femminili sono balle. Non perdereste un centimetro neppure se steste a mollo da maggio a settembre. Non tonifichereste la ciccia offesa da mangiate pantagrueliche e sieste pomeridiane neanche con sei ore continuative di acquagym. Fate le parole crociate, date retta, che è meglio.

20 thoughts on “La spiaggia come beauty farm? No, grazie

  1. ho già sostenuto in altra sede l’utilità dei cruciverba in spiaggia, e rimango di quell’idea. quanto al resto, sono d’accordo con te: tutta questa gente che fa toilette sull’arenile rischia di farti andare di traverso la focaccia al formaggio, ma quando vedi certi giovani salvagenti in libertà tra il top corto e i bermuda bassi e troppo stretti, o certi pinocchietti su uomini alti un metro e sessanta di cui settanta centimetri scarsi di gamba, non puoi fare a meno di rassegnarti all’evidenza: l’imposizione delle proprie miserie allo sguardo altrui è un must dell’estate. d’altronde, quand’ero bambina, in spiaggia c’erano le nonne con sottoveste e ascella cespugliosa, e in paese i padri di famiglia con short, calzino basso e stringata da città. abbiamo delle tradizioni da sopportare.

  2. ehh.. confesso che una delle prime cose che faccio quando vado al mare è imitare le signore che hai visto tu ed “esfoliarmi” con la fanghiglia adriatica (è così divertente!!!!). non posso rinunciarci, però giuro che lo faccio un po’ appartata nella parte di spiaggia dove c’è meno gente :)

  3. OT
    non si potrebbero rimettere i commenti più recenti nella colonna di destra? era tanto comodo…

  4. terra: non so cosa sia successo, di fatto è sparita l’intera colonna, ora ho interpellato il mio guru tecnologico, speriamo bene!

  5. sarà per quello che l’ultima volta che sono stato al mare era quando ho accompagnato i miei amici di maranello?…. 2000 o 2001?

  6. Luca: ti capisco, anche io spesso resto sul terrazzo con i miei libri e le mie piante, molto più silenziose delle truppe da spiaggia. Però poi mia mamma mi telefona e mi dice che sono snob, allora scendo a vedere la beauty farm :-)

  7. io abito a venti minuti dal mare (sette lidi ferraresi per intenderci) e l’ultima volta che sono stata in spiaggia mio figlio aveva sette anni … ora ne ha venti e non sento nessuna nostalgia!!!
    l’idea di sbattere in faccia ai vicini di ombrellone la mia pancetta mi trattiene peggio che l’idea di vedere la loro :lol:

  8. qualche anno fa, quando anche a me è venuto l’orrore della panzetta, non ho fatto altro che prendere un tot di costumi interi. che ho usato quasi sempre arrotolati a mo’ di slip, visto che sto molto più in barca che in spiaggia. l’anno successivo sono tornata ai bikini, così almeno la panzetta si abbronza (e quando scendo dalla barca mi metto un camicione). ma stare vicino al mare e non andarci, scusa, è inconcepibile!

  9. quelle con le pinzette non c’erano?

  10. le panzette con le pinzette? io le vedo più affini alle pizzette, allora :-)

  11. la mia mamma fortunatamente va in spiaggia molto meno di me, non è quindi in grado di darmi dello snob:)

  12. Azz, le pinzettare, come ho fatto a dimenticarmele?
    Comunque JilL, ha ragione Adriana, basta paranoie, vai in spiaggia e fregatene, intanto gli altri
    1) sono messi peggio di te
    2) hanno altro da fare che guardare la tua pancetta (vedi sopra: depilarsi, fasi le unghie, etc etc!)

  13. Io panzetto allegramente sulle spiagge d’Italia. I costumi interi mi fanno sembrare un salame, e non posso prendermela con la cultura dell’immagine un giorno sì e l’altro pure, e contemporaneamente nascondermi come se mi vergognassi. Panzetta power! :D

  14. … va bene, non si tratta solo di pancetta, odio la sabbia che si attacca ovunque, la vista di gente ammassata a due centimetri da me, le alghe e la mucillaggine … forse confessando ho peggiorato la situazione :lol:

  15. JilL: nom in realtà ora capisco di più: anche io tollero poco la gente ammassata, le urla e tutto quanto fa “spiaggia” soprattutto d’agosto, amo solo il mare (e il sole). Se fosse stato solo per la panzetta avrei capito di meno perché anche io, come Giulia, panzetto allegramente perdipiù in bikini. Madre Natura si è dimenticata di farmi gli addominali, la mia pigrizia ha fatto il resto, ormai alla pancia piatta ci ho rinunciato, anzi ci ho fatto pure un tatuaggio, così, a supremo sprezzo del rotolino!

  16. Non ci sono piu’ le mezze stagioni!

    Anch’io porto avanti il panzetta power! Grande Giulia!

  17. vai con la panzetta! io riesco a mantenerla anche se peso meno di 42 kili…

  18. Grande! Propongo il Panzetta-Power come contromovimento dell’estate 2007!

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