Quando cambia il boss, non accontentarti delle voci di corridoio su di lui. Chiedi un incontro ufficiale e arriva preparata, con in mano il planning dei progetti che stai seguendo per chiedere conferma delle priorità e del modus operandi. Se ti trovi a scegliere tra un vecchio e un nuovo lavoro, non farti sedurre dal nome dell’azienda o dall’incarico, ma valuta il tuo potenziale superiore obbiettivamente. Perché puoi acciuffare il posto migliore del mondo ma se il capo ti tarpa le ali o è incompetente, andare in ufficio non sarà gradevole.
Qual è il mio ruolo? Quali sono i miei obiettivi? Pretendere chiarezza. Se è vago su questi due punti fondamentali, campanello d’allarme; rischi di lavorare alla cieca.
Che autonomia ho? Chiedere chiaramente, magari aiutandosi con esempi, a quale punto e in quali casi il capo si aspetta che tu chieda un’autorizzazione a procedere. Fondamentale per evitare discussioni o prevaricazioni.
In cosa ho sbagliato? Cosa avrei dovuto fare, invece? Se ti rendi conto di aver commesso un errore, vai da lui e chiedi un feedback completo. Otterrai due risultati: ammettere l’errore e ridurre le possibilità di incomprensioni future.
Nei meeting, preferisce che io intervenga o ne parli dopo con lei? Le riunioni, interne o esterne, sono una classica fonte di discussione. Si evitano domandando al superiore che profilo dobbiamo adottare.
(Luisa Adani, esperta di selezione del personale)
Qui le altre domande agli esperti
si si la miglior domanda di un probabile collaboratore al colloquio per l’assunzione qui da me “ma qui si lavora anche la domenica!?!?” affermazione/domanda con faccia stupefatta (nb io ho una pasticceria quando vuoi aprire ? ?
Il problema non mi riguarda. Io non ho neanche un vecchio capo.
Ma ho riavuto la mia gatta (ingrassatissima a casa dei suoi cat sitter).
:)
Il capo è uno stronzo. Per anotonomasia. Punto.