Noi, si è andate a dormire alle prime luci dell’alba, ma non importa. Alle 9:30 siamo pronte per aggredire la città . E i suoi negozi. No, perché se a casa ci hai un marito, dei figli e un’arca di Noé di bestie varie, vuoi mica sprecare una mattinata a Roma a dormire, vero?
E allora si parte. Cartina, zaini, ci chiudiamo alle spalle con qualche rimpianto la porta di un delizioso pied à terre trasteverino (“Che dici, se ci nascondiamo qui dentro, non telefoniamo più a nessuno e puff, spariamo nel nulla, ci verranno a cercare?” “Mmm, forse sì” “Ok, allora andiamo”). Ovviamente, alle 9:30 Roma dorme della grossa. Ma noi rimediamo con pausa caffè e cornetto. E ci diamo pure una verniciata di cultura con la visita di S. Maria in Trastevere, perché siamo donne di mondo, dalle mille sfacettature e multitasking, mica meri animali consumistici, cosa credete?
Intanto, aggiustiamo gli obiettivi.
“Cosa cerchi?”
“Ma non so, diamo un’occhiata in giro…magari una gonna…”
“Ma tu, le gonne te le metti?”
“No. Io le compro, e basta. Poi le lascio a morire nell’armadio. Perché è troppo freddo. O troppo caldo. O quando me le rivedo addosso a casa non mi stanno bene. Oppure mi manca la scarpa giusta, anzi no, la calza giusta…”
“Ecco, esatto. La calza. Io di solito tento di rimediare comprando decine di collant costosissimi. Che poi restano nel cassetto insieme alle gonne”.
(Entrano in un negozietto molto alternativo di Campo de’ fiori che, incredibilmente, pare avere prezzi quasi umani).
“Uuuh, guarda quella sciarpa all’uncinetto! La prendo per mia figlia!” (bugiarda)
“Sì, e le pashmine? Io ne prendo due per i regali di Natale”. (bugiarda al cubo)
“Le gonne! Ecco, ho scoperto perché non indosso gonne: è perché non ne ho una così. Guarda che meraviglia!” (Mostra una gonna molto alternativa e molto improbabile, candidata a diventare la prossima gonna-che-riposa-in pace-in fondo-all’armadio).
“Bellissima! E come ti sembrano questi pantaloni?”
“Che risposta vuoi? Nel senso, vuoi comprarli? O vuoi che velatamente ti dissuada?”
“Mmm, non saprei. Aspetta, ci sono i vestiti…guarda quello rosso…è eccessivo?”
“No, è fantastico. Non ho idea a) se ci sto dentro b) se avrò mai un’occasione per metterlo, ma lo voglio all’istante. E prendo anche il braccialetto rigido rosso: non vorrei non indossare il vestito perché mi mancano gli accessori”.
(Commessa): “Allora, due gonne, due vestiti, due pashmine, sciarpa, fasce per capelli, bijoux, due bangles…volete provare qualcosa?”
(In coro): “No, no, grazie, prendiamo tutto così”.
(La vera shopper compulsiva non prova quasi mai: perché perdere tempo in un camerino claustrofobico, spesso maleodorante e male illuminato, con il neon che ingigantisce ogni difetto, e rischiare così di non acquistare qualcosa? Meglio fidarsi del proprio occhio, lasciare scegliere al destino e fibrillare in attesa delle prove a casa, in corridoio, con luci, tacco e calza giusta. Perché lo shopping è una scienza quasi esatta. E se hai sbagliato taglia, c’è sempre lo swap party).
ti sei dimenticata di dire che non abbiamo comprato il cd dei pezzi musicali selezionati dal negozietto tanto carino di Campo de’ fiori solo perchè non c’era il pezzo musicale che in quel momento faceva da sottofondo ai nostri acquisti.
Ma ci abbiamo provato, volevamo acquistare anche quello a tutti costi:-)
(ps. la sciarpa all’unicinetto comprata per mia figlia l’ho messa il pomeriggio stesso alla manifestazione delle donne perchè era perfetta per il contesto socio-politico-culturale nel quale mi trovavo. Avere sempre il capo adatto nel momento adatto è fondamentale!)
shopper compulsiva anch’io allora… ;.)
Vis: vero. Mi inquietava ammettere di aver abboccato al marketing musicale: con ogni probabilità quel pezzo conteneva un messaggio diabolico per invogliarmi all’acquisto. E, sì, la sciarpa era assolutamente da manifestazione!
sariti: benvenuta :-)
la mia carta di credito si è ribaltata nel portafoglio solo a leggerelo questo post……..
tra le righe capisco anche perchè non si vedono più donne con le gonne, e quando ne vedi una anche magari non particolarmente bella ti fa sempre un bell’effetto
aahh! finalmente qualcosa di più sulla famosa mattinata in cui avevate Roma ai vostri piedi e tutto quello che poteva fermarvi era il saldo del conto in banca.
Una vera shopalcholic si riconosce da questo: non importa quanto abbia dormito la notte precedente, né che abbia provato a entrare in tutte le case possibili prima di trovare la porta giusta, o che si sia davvero fatta l’alba prima di capire come funzionava una casa in cui nessuna delle due aveva mai messo piede.
Sciocchezze per una vera shopalcholic: alle nove aggredisce Roma senza nemmeno preoccuparsi di dove lasciare il proprio zaino, portandosi dietro tutto.
Chapeau!
La prossima volta vi passo qualche indirizzo…
ps: ma qual era il famoso brano musicale dell’adescamento
luca: è un consiglio?
flavia: ecco, sì, ci mancano pure gli indirizzi giusti, poi altro che saldo della carta di credito! Il brano musicale, non so. Era molto latino, molto ruffiano, ci siamo sentite improvvisamente giovani, belle, abbronzate e sulla spiaggia di Ipanema. Ovvio che poi è partito l’acquisto dell’abito rosso…
io di solito non do consigli a nessuno, a me no che non siano richiesti ..ma facevo solo una considerazione ormai siete tutte in pantaloni sempre sempre, mia figlia non so neppure se ce l’ha una gonna! e mi sono reso conto che se passa una donna in gonna la noti
ps e parlo di gonna non di minigonne ascellari
Swap party? Ahhhh, è quando scambiavo i vestiti con mia cugina!
Hahahaha… io da Taba ci stavo ieri…
Taba! Ecco come si chiama, mi ero già dimenticata, grazie