Più autoreferenziale di così

mareE’ finalmente finita una due giorni di genitori-suocera-nonni-pranzo che mi ha tragicamente risucchiata nel vortice di cordoni ombelicali mai tagliati, fatta regredire alla post adolescenza e regalato una tachicardia notturna che neanche il Lexotan.
Finalmente sono a casa davanti al mare turchese. Genova in lontananza. 20 gradi dentro, 25 fuori. Apro la finestra per fare entrare il caldo, non viceversa.
Sole che scalda la schiena.
Lenzuola che finalmente si asciugano all’aria e una volta nel letto renderanno un profumo di primavera precoce anziché il solito vago sentore di chiuso e di muffa delle cordate in corridoio.
Mimosa che è pronta a fiorire, camelia un trionfo di boccioli, bouganville come a luglio, gelsomino che non ci capisce più niente, ha le foglie rosse da inverno ma già i primi germogli. Ortensia carica di gemme, e ancora la devo potare.
Se arriva Mario Tozzi di Gaia mi fa un mazzo così sul riscaldamento globale e mi dice che sono un’irresponsabile. E ha sicuramente ragione.

Io oggi però mi accoccolo come un gatto in una macchia di sole finché non mi si scalda l’anima.

4 thoughts on “Più autoreferenziale di così

  1. Blim,

    penso che in questo momento il sole splenda più in te che non su quello splendido mare. E spero che ti scaldi l’anima e ti faccia passare una buona giornata.

  2. Ciao Cate! Mille auguri a te
    Mitì: bacio tesoro. Fiinalmente mi sei venuta a trovare :-))

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