Qual è la cosa che non fareste mai, come madri?

Siamo madri, ma restiamo figlie.
Questa è la prima grande verità che ho imparato da quando Beatrice è con me. In alcuni casi, diventare madre aiuta a pareggiare i conti con la propria, a chiudere il cerchio e far tacere rivendicazioni e mugugni che rischiano di incancrenirsi con gli anni. Ma penso che anche chi con la propria madre non va d’accordo, o ha la sfortuna di non averla più, metta qualcosa di quel rapporto nell’educazione dei figli.
Insomma quando tocca a noi, quella figura ingombrante, amata o odiata, lontana o presente, spunta a tradimento in una parola, in un modo di spostare una ciocca di capelli dalla fronte, in una frase fatta che arriva chissà da quali recessi della memoria proprio perché in quel preciso momento noi possiamo ripeterla a nostro figlio.
Però, ci pensavo in questi giorni, c’è sicuramente qualcosa, della nostra infanzia, che non abbiamo mai sopportato. Una frase, magari innocente, che ci faceva saltare i nervi. L’obbligo di finire tutto quello che avevamo nel piatto, il divieto di alzarci prima che il pasto, che pareva interminabile, fosse finito. Il sequestro di un giocattolo, l’ansia per una macchia sulla magliettina pulita.
Qualcosa, insomma, che ci siamo sempre ripetute: “Io, quando avrò un figlio, non lo farò o dirò mai e poi mai”.
Io ne ho sicuramente più di una, ma la prima che mi viene in mente pare una stupidata, e invece.
Non tolleravo che mi pettinassero.
Tediata già dall’infanzia da capelli sottili, pronti a ingarbugliarsi, tremavo quando vedevo arrivare l’armamentario di spille, forcine, spazzola ed elastici per domarli. Pativo le pene dell’inferno. Sentivo gli spilli su tutta la testa, mi scendevano le lacrime, mi sentivo inutilmente torturata. E ben poco potevano le litanie di zie e nonne: “Chi bella vuole apparire, male deve soffrire”. A me di essere bella, a quella beata età e soprattutto al prezzo di tanto dolore, non me ne poteva fregare di meno.
Per questo oggi lascio che la testa di riccioli di Beatrice resti gioiosamente incolta e guardo storto le nonne che tentano di irregimentarla con code e codini. E chissenefrega se, soprattutto dopo un giorno di mare, sembra una piccola selvaggia.

Ecco, a me oggi interessa se anche voi avete una cosa tabù che vi siete ripromesse di non fare con i vostri figli, se anche per voi arriva dal passato, e qual è.

36 thoughts on “Qual è la cosa che non fareste mai, come madri?

  1. Io non sopportavo e quindi non lo faccio mai coi miei bambini, quando per pulirmi qualche macchia sul viso, tipo del gelato o della cioccolata rimasta sulle guance, l’adulto in questione prendeva un fazzoletto – di stoffa! – lo inumidiva con la sua saliva e poi mi “lavava”. Terribile! :-)

  2. la mia è un po’ pesa: instillare il senso di colpa come metodo educativo. ti faccio un esempio. se facevo una cosa “che non si fa” (mia madre ha sempre avuto un forte senso “sociale” delle cose da fare o non fare, è una di scuola doverista-penitenziale) lei mi diceva cose del tipo: “vuoi far piangere la mamma?” quando ero piccola, e “che cosa diranno le persone?”, più tardi.
    ecco, questo proprio no.

  3. io come giuliana non ho mai sopportato il “cosa dirà la gente”? e non lo farò mai con i miei figli. Ma anche altre cose, come per esempio, mia mamma era sempre pronta a insistere su ciò che facevo male, e non mi faceva invece mai un complimento per quello che facevo bene. Anche ora questa cosa mi pesa, tipo se perdo peso non mi dice niente, ma è pronta a commentare appena vede che ho preso il minimo grammo. E poi anche i confronti con i figli degli altri: “Vedi quanto sono bravi? Vedi quante cose fanno loro?”, insomma tutte cose che mi sminuivano e mi facevano star male.
    Anche poi i discorsi sulla sessualità, mia mamma ha risentito molto dell’educazione severa di mia nonna e quindi ovviamente faceva fatica a parlare di “certe cose”, io cerco di essere più aperta con i miei figli, pur non rientrando nel campo “amicizia”, ma restando sempre sul ruolo di madre… non è facile, ma è bene avere un esempio, positivo o negativo che sia, per confrontarsi e agire in base a questo esempio.

  4. Che mi hai ricordato!
    Mia madre aveva una fissazione per i capelli. A parte che da bambina non li ho mai portati più lunghi delle spalle, ma me li legava SEMPRE. Non li tenevo mai sciolti. Coda, mezza codina o cerchietto. E quell’orribile gesto di mettermeli dietro le orecchie con le unghie se poco poco qualche ciuffo sfuggiva in avanti. Argh.

  5. detestavo non potermi scegliere i vestiti. avrei voluto scarpe da ginnastica e tute, invece avevo sempre quei deliziosi vestitini da bambina bon ton. e ancora oggi sostiene che quando era lei a occuparsene ero molto più elegante.

  6. Ho avuto la stessa esperienza con nastri di raso, codini e chignon. E se non stavo ferma giù una sberla. Ho ancora la foto della Prima Comunione con gli occhi cerchiati di pianto.
    Quello che non farei mai è dire a mia figlia che è troppo alta e appariscente, che deve stare attenta a che vestiti mette prima ancora che si sia messa addosso qualcosa. Il mio corpo tuttora mi imbarazza anche se so di non essere male.

  7. Clara: curioso, è lo stesso incubo di Seba :-)
    Giuliana: capisco perfettamente: sono una figlia unica “brava bambina” per eccellenza, e fai tutto per bene che mamma e papà lavorano tanto per te…
    Wonder, Estrellita e M di MS: direi che le imposizioni sull’aspetto fisico, soprattutto nel caso di figlie, vanno per la maggiore.

  8. Salve a tutti.
    Io, col mio (ancora troppo) piccolo cucciolo, spero di riuscire a non avere pregiudizi sulle sue scelte, sui suoi gusti, sulle sue amicizie e, in particolare, su fidanzate, compagne, mogli quandi ciò accadrà.
    So che sarà difficile e so che il rischio di essere gelosa e possessiva è dietro l’angolo.

  9. Che domanda, proprio oggi. Verso mezzogiorno se avessi avuto a portata di mano una padella di ghisa di quelle belle pesanti, l’avrei usata per assestare un bel colpo sulla testa di mia madre.
    Dopo 10 giorni di ospedale (con notti, turni colazione/pranzo/cena che il personale è poco quindi o ci pensano i pazienti o ciccia, stai a digiuno), giri, rigiri, ricette, impegnative, vai a vedere se babbo 80enne sta bene, fai il bucato, incontra (in ginocchio) con la direzione del centro per la riabilitazione per garantire il posto subito, appena dimessa dall’ospedale. Dopo che tutto questo è tornato come un incubo, perché già fatto 14 mesi fa per l’altro femore rotto. Ecco dopo tutto ciò mia madre all’infermiera del centro di riabilitazione ha dichiarato: “sa mia figlia, quando sto male cerca sempre di mettermi i piedi sulla testa per fare tutto come dice lei…”.
    Non sono madre, ma se lo fossi stata avrei cercato di capire e di non essere egoista.
    Scusate lo sfogo.

  10. @giuliana, @mammaemigrata: amen. Sottoscrivo ogni parola.

    Aggiungo di mio: ai miei figli non vieto mai di leggere. Hanno il permesso di leggere a letto, di alzarsi da tavola appena hanno finito per correre a leggere, di leggere anche se non hanno finito i compiti.
    Mia madre: “Leggere ti rinc****onisce”. Almeno una volta al giorno.

    E già che ci siamo, bando al “sorridi di più”. I miei figli sorridono quando ne hanno voglia. Io ho cominciato a orridere quando sono stata felice. E non ho più smesso.

    E un grazie a blimunda.

  11. prosaica, grazie a te, a voi. Come sempre, imparo, sorrido, mi commuovo. E capisco una volta di più che il legame madre-figlia è uno di quelli tosti davvero. E un plauso al tuo aplomb: io, una nonna che dicesse a Bea: “leggere ti rincoglionisce”, l’avrei sbattuta fuori di casa, possibilmente con la televisione per cappello!

  12. Sono figlia unica e piuttosto timida. Mia mamma mi obbligava a giocare con chiunque “dai, vai a divertirti!”
    E io, imbarazzatissima, tutta rossa, andavo.

    Ecco.. Non chiederò mai ai miei figli di divertirsi.

  13. “sii ragionevole, lascia perdere, sei tu quella grande”.
    mai, mai, mai l’ho detto a mia figlia maggiore.

  14. Fare dei paragoni tra fratelli e sorelle. Non l’ho mai fatto con i miei figli, memore del fastidio provato ogni volta che: “guarda tua sorella…”. Al punto tale che un rapporto piacevole con mia sorella l’ho scoperto nell’età adulta.

  15. Silvia, “Non chiederò mai ai miei figli di divertirsi”. Hai detto una cosa bellissima. Il divertimento non si chiede e non s’impone.
    terra e marilde: i confronti fra fratelli sono cose che, da figlia unica, ho vissuto solo nelle case degli amici. E ricordo quanto dolore causavano.

  16. spezzo una lancia in favore di mia mamma:avevo i ricci e siccome scappavo piuttosto che farmeli pettinare mi ha tagliato i capelli;non ne volevo sapere di imparare a sciare e non ha mai insistito piu’di tanto. Con mio figlio invece io sono il contrario:vorrei un piccolo super-eroe,pronto, energico e scattante.sara’che e’maschio e so che parte un pochino svantaggiato,sara’che e’il primo e magari con la seconda saro’diversa.per una cosa sono diversa da mia mamma,sulla gestione della casa:quando ero piccola camera dei miei era inavvicinabile,adesso ale salta e fa capriole sul nostro letto senza che io gli dica nulla,mangia in sala,e soprattutto cammina senza ciabatte!

  17. l’ossessione dei compiti mi ha fatto odiare mia madre negli anni del liceo. ho smesso al secondo anno di universita’e solo allora sono riuscita ad avere un rapporto sano con lei.
    oggi siamo molto +di due sorelle e abbiamo un rapporto meraviglioso.
    senza quel… NON DEVI STUDIARE OGGI?

  18. la mamma di TERRA e la mia hanno preso il latte dalla stessa balia
    “sii ragionevole, lascia perdere, sei tu quella grande”.
    ma si può essere grandi a sette/otto anni??
    tanto per non cadere nell’errore mi sono fermata al primogenito

  19. Mia mamma è la persona che più amo al mondo e a volte quella che meno capisco…2 cose penso che non rifarò con i miei figli (quando e se ci saranno) la prima è il dimostrargli la mia disapprovazione con quei mezzi sorrisi ironici, che celano malissimo (forse volutamente) tutto il disappunto, ecco mia mamma è campionessa olimpica in questo atteggiamento che mi faceva e mi fa sentire sempre giudicata; la seconda è il tremendo :a casa facciamo i conti.Questa frase mi ha trasmesso un’ansia ormai cronica, con la sensazione proprio fisica di andare al patibolo….nessuno mi toglie dalla testa che i genitori di una volta un po’ ci godevano, ebbri del potere che avevano di fartela fare in mano dalla paura..

  20. Da piccola ho patito due cose:
    – come già letto qui, il continuo sminuire e lamentarsi di quanto non fatto o non fatto bene, senza mai lodare quando (e tanto) fatto; rientra in questo ambito il fatto che a casa mia non c’è e non ci sarà mai attenzione maniacale verso il pulito immacolato e l’ordine perfetto.
    – la scarsa attenzione nel parlare di cose da adulti con i bimbi presenti: i bimbi hanno antenne potenti e captano anche e soprattutto i discorsi sussurrati, ma non hanno ancora il bagaglio di esperienza adeguato a dare la giusta importanza di quello che ascoltano; ho sofferto segretamente per problemi che ho ritenuto più grandi di quanto fossero, per litigi che di notte trovavano riconciliazione and so on

  21. Ciao
    ti leggo sempre e attendo sempre trepidante ogni tuo post ma non ho mai avuto il coraggio di mettere qualche commento!
    Però questo post mi ha solleticato …
    Mia mamma, ogni volta che piangevo (cosa che accadeva spesso in quanto dotata di infinite lacrime in tasca) mi diceva “smettila di piangere sennò ti do’ una sberla così hai un motivo vero per cui piangere!” …
    … ed io mi sono sempre chiesta “Ma se già piangevo un motivo l’avrò avuto no?!?” … è una cosa che ho sempre detestato e che mi sono ripromessa di non fare mai…

  22. da piccola mia madre mi obbligava ad indossare le maglie di lana e i pantaloni di panno che mi pizzicavano, sostenendo che le mie fossero tutte fisime.
    io soffrivo le pene dell’inferno e dato che scongiurarla non serviva a niente, per evitare il contatto il più possibile, me ne andavo in giro tutta rigida muovendomi a scatti come un pupazzo caricato a molla. un tormento.

    poi c’era il divieto di fare il bagno in mare fino al terzo giorno di vacanza (per acclimatarmi, diceva) e l’obbligo, per lunghi anni, a restare a mangiare a pranzo alla mensa delle suore, che cucinavano da cani.

    ma queste due cose non erano nulla, in confronto allalanachepizzica…

  23. Dovesse capitarmi il suo eventuale diario segreto sottomano…e dovessi per caso leggerlo.
    Non la umilierò pubblicamente.
    Magari prenderò atto, come madre, dei suoi “segreti” ma non mi sognerò mai di rinfacciarle le cose scritte…
    E soprattutto….non strapperei mai le pagine.
    Ecco.
    Questa è l’unica cosa che non perdonerò mai a mia madre.

  24. Barbara: ciao e benvenuta! Il “motivo per piangere” lo ricordo molto bene anche io, purtroppo!
    alga: oddio, mi sento pizzicare pure io adesso!
    Clio: decisione rispettabilissima. Era anche la mia, prima di restare incinta un po’ a sopresa!
    Per tutte: mi è venuta voglia di scrivere un post con il decalogo delle cose da evitare per le mamme: i vostri commenti sono tutti bellissimi!

  25. “Vai a dormire dopo Carosello. I bambini devono dormire almeno dieci ore”. Io e mio figlio facciamo gioiosamente tardi davanti a un bel film. E la mattina dopo lui sta benissimo, si alza come se niente fosse e parliamo del film, prima che io lo accompagni a scuola. Alla faccia delle dieci ore di sonno, nutriamo la mente e il nostro rapporto.

  26. un ricordo tremendo;
    la visita del pediatra, il dott de simoni mi metteva NUDA sulla copertina di lana rosa sul tavolo da pranzo anche se ero sana, solo perchè dovevo fare il controllino di rito.
    mi ricordo che mentre visitava il mio fratellino mi nascondevo dietro una porta e speravo che si dimenticassero di me, invece quando sentivo la voce di mia madre che per far la figa davanti al medico la addolciva in un ” silvietta, vieni un attimo”
    sapevo che sto stronzo mi metteva sul tavolo nuda e anche se avevo solo 5/6 lo trovavo davvero poco dignitoso.
    cmq
    forse è per questo che detesto i medici?

  27. Stimolante questo post perché da una parte tira fuori quelle due, tre cose che ti riproponi di non fare con i tuoi bimbi MA dall’altra, leggendo i vari commenti, scopri quante azioni stai cmq perpetuando, quelle appunto che mai avresti pensato di fare. Io per es. mi lascio scappare spesso il “a casa facciamo i conti” perché detesto le punizioni in pubblico…
    E ora la mia: “tu stai zitta che sei piccola”. Di lì il mio odio costante per lo stato di età minima. Oggi mi ritrovo più tollerante verso l’ultima parola del mio primo. La mia idea è che anche i piccoli possono a volte dire cose migliori dei grandi. Crescono con maggiore auto-stima e più voglia di cambiare le cose.

  28. Quando litigavo con mio fratello, mia madre ci diceva che eravamo insopportabili: “IO PER UN MOTIVO E MIO FRATELLO PER UN ALTRO” ed io sono sempre vissuta con il senso di colpa e la soggezione per quel misterioso MOTIVO! Povere anime i bimbi, come proteggerli?

  29. Una cosa più di tutte: dire al figlio maggiore “Ma tu sei grande” o sgridarlo AL POSTO di quello minore se è stato il minore a provocarlo.
    Ecco, io mi sono sempre sentita dire “Ma tu però sei grande” fin da quando avevo 5 anni, io che ero una tranquilla e avevo una sorella che mi prendeva i giocattoli, eccetera.
    E’ per questo che io difendo il mio nipote più grande quando il piccolo, dispettoso, gli ruba le cose e lo tormenta.

  30. @la.stefi….ecco, quello mi succede anche adesso che io ho quasi 30 anni e mia sorella quasi 25.
    Lei è sempre “piccola” e io sempre “grande”

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