Randy Pausch e i sogni dei bimbi che eravamo

…E nei sogni di bambino la chitarra era una spada e chi non ci credeva era un pirata…

Di Randy Pausch avrete già letto tutto probabilmente. Riassumendo, è il professore universitario che, scoperto un cancro al pancreas, decide di parlarne pubblicamente durante un’ultima lezione che commuove i suoi studenti e tutti quelli che vedono il video. Quell’incontro è diventato un libro, L’ultima lezione. La vita spiegata da un uomo che muore, dove il docente, padre di tre figli, spiega come affrontare una tragedia del genere con ottimismo nonostante tutto, come continuare ad amare la vita e soprattutto a non abbandonare i sogni che avevamo da bambini. Lui, dice, i suoi li ha realizzati quasi tutti.
Al di là della forza d’animo e della lucida intelligenza con la quale quest’uomo combatte la morte, la faccenda dei nostri sogni mi ha colpito particolarmente. Lo sappiamo tutti: c’è un momento in cui qualcuno – i genitori, l’amichetto più sgamato, i professori – ci chiariscono che è ora di smettere di sognare e iniziare a produrre. Passano dieci anni in un battito di ciglia e spesso ci troviamo dentro a una vita che non è la nostra, che mandiamo avanti per inerzia o per bisogno, e spesso non ci assomiglia neanche un po’.
Proviamo a fare un gioco: quali erano i vostri sogni? Ve li ricordate ancora? Li avete realizzati o almeno ci siete arrivati vicini? Oppure avete lasciato perdere tanto tempo fa e nemmeno sapete più cosa volevate fare della vostra vita?
Io ad esempio ne ricordo due: scrivere un libro, non mi è riuscito, mi piace dire “ancora”, ma in qualche modo e pur tra mille compromessi ho fatto dello scrivere la mia professione. Il secondo era girare il mondo (la mia abat-jour da piccola era un mappamondo azzurro con la lucina dentro, credo che arrivi da lì) e fotografare tutte le cose belle della natura. Ho iniziato a pensarci a otto anni, sdraiata sul prato della casa in campagna, osservando i rami di un olmo neri contro il cielo turchese di un crepuscolo estivo.
Al di là delle foto delle vacanze, questo non mi è proprio riuscito. Ma chissà che non lo recuperi per il futuro? D’altronde se un uomo che sta morendo riesce a infondere ottimismo e gioia di vivere, forse niente è impossibile.

20 thoughts on “Randy Pausch e i sogni dei bimbi che eravamo

  1. Già da bambina pensavi che volevi scrivere un libro? Sicuramente lo scriverai ;-)
    Io non ho dei ricordi così precisi, però volevo in qualche modo diventare “un’artista”, visto che ho passato la maggior parte della mia infanzia a disegnare. Poi basta, con l’età adulta non so più dov’è finita tutta quella creatività ma ne ho una gran nostalgia.

  2. Nemmeno io ho dei ricordi precisi sui miei sogni, anzi leggendo il tuo post mi sono un po’ angosciata all’idea di non avere nemmeno un sogno che mi porto dentro fin da bambina………..ma possibile mi sono detta? possibile che mi sono lasciata vivere cosi? Poi sforzandomi un poco mi sono ricordata che avrei voluto tanto ma tanto suonare il pianoforte………..cosa ovviamente mai avvenuta. E più triste secondo voi non avere avuto un sogno da bambini da portarci dietro fino all’età adulta o essere adulti e non avere più un sogno dentro se stessi????? che ne dite?

  3. ma guarda, dev’essere un destino degli scrittori mancati, quello di fare i giornalisti. io avevo concepito due romanzi di fantascienza, facendo anche tutte le ricerche del caso (sugli ermafroditi e sulle macchie solari, per la cronaca), e steso la scaletta della trama. al momento di mettere insieme i primi dialoghi, mi sono trovata terribilmente banale e ho cestinato il tutto. non ho rimpianti, però: la mia scrittura è migliorata e non mi mancano i libri che non ho scritto. quello che volevo e non ho avuto è una laurea in medicina, oppure (sogno di ripiego) diventare la fernanda pivano della mia generazione. tutto sommato solo la prima mi manca davvero, ma sarebbe stata una vita del tutto diversa e non so se farei cambio.

  4. Ciao a tutti!
    Il mio cassetto dei sogni potrei definirlo “sottovuoto” tanto era/è stra-pieno.
    Alcuni ne ho realizzati (laurea ed abilitazione professionale, in primis), altri no (frequentare la scuola Silvio d’amico a Roma…da piccola ero proprio fissata!).
    Pensandoci bene, però, è andata meglio così: non avrei mai conosciuto il mio attuale marito e, dunque, non avrei mai potuto realizzare un (anzi “il”) sogno, ovvero un matrimonio pieno d’amore.
    Un vecchio detto diceva: a volte non ottenere e non veder realizzato tutto quello che si vuole può essere un gran colpo di fortuna…e sono d’accordo.
    Un pò come: se non si apre una porta si apre un portone.
    Un trucco da poveri, direte voi, ma (almeno per me) funziona sempre.

    Un caro saluto a tutti i lettori e commentatori del blog!
    chiara

  5. Blì, io prima di avere ottant’anni, la carriera di cantante voglio provare a intraprenderla. Con quello che si vede e si sento in giro, son sempre più motivata. Baci alla splendida ;)

  6. per prima cosa io sono il re degli ottimisti e la morte non mi fa paura non a caso la mia canzone preferita è the great gig in the sky dei Pink Floyd
    e poi io sono il “ragazzo” comune, da piccolo volevo fare il calciatore, ma badate bene sto parlando degli anni 70 e non dell’epoca dei miliardari vs veline, quando il calcio era più povero e più faticoso, poi quando finalmente ho preso coscenza di cos’era il calcio l’ho abbandonato, e nonostante mille lusinghe per farmi tornare ne sono rimasto fuori per scelta. invece tutte le mie zie ricordano chiaramente che quando ero più piccolo alla domanda cosa farai da grande la risposta era irrimediabilmente “il padrone” ma non chiedetemi di cosa solo il padrone

  7. volevo ardentemente andare a vivere in campagna e poter tenere degli animali (il cavallo era la mia fissa)
    abito in campagna con un cane (il secondo) e un gatto (il venticinquesimo) :D

  8. La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro…
    Tanti sogni, diversi nei diversi momenti della vita; da bambina fantasticavo molto su cose irrealizzabili ed ero affascinata, ma forse lo sono ancora :),dalle storie dei draghi e dei cavalieri senza macchia e senza paura.
    Attualmente sogno un anno sabbatico per poter viaggiare e curiosare nella vita di popoli lontani.

  9. terra: una laurea in medicina, mi ha colpito. Davvero non pensavo!
    Luca e JillL: quindi voi due ce l’avete fatta!
    skip: quando parti, fai un fischio che vengo con te a fare le foto.

  10. cara Bli essendo un ottimista io ho sogni tutti i giorni e quindi sono sempre in corsa per realizzarli sarà per questo che conduco una vita “felice”
    Pensa che sto sognando che questo paese diventi un paese normale:)

  11. sempre avuto sogni semplici.. nessuna particolare ambizione o stravaganza nemmeno da bambina.

    ho sempre sognato una famiglia felice e un matrimonio che funziona e ora che ce l’ho sento addosso la serenità di chi il suo sogno l’ha realizzato.

    tua affezionatissima Cri

  12. C’è solo una cosa peggiore del non realizzare i propri sogni. Realizzarli.
    Avere dei sogni, anche piccoli, anche dolci, anche dannatamente irrealizzabili è quello che, nei momenti più difficili, ci manda avanti. Non importa che si avverino, ciò che conta è seguirli, custodirli, impedire a chiunque di giudicarli e svilirli.
    Sono i nostri sogni, ed è da un sogno, spesso, che nasce il sentimento più grande che c’è. L’amore.

  13. Tittyna: già, come si dice, “Attento a ciò che desideri, perché potrebbe realizzarsi davvero”.

  14. Mah. Sognavo di scrivere e di vivere serena e placida. Il primo sogno si avverato. Per il secondo ci stiamo organizzando ;-*

    (la frase esatta che citi è “Guardati da ciò che desideri perché finirai per ottenerlo” ed è di Ralph Waldo Emerson, nonché motto storico della Signorina Silvani -detta Sìsì- di blogosferiana memoria ;-D)

  15. Buonanotte a tutti.

    e, visto che siamo in tema, che sia una notte piena di sogni. Sogni sereni e che ci facciano svegliare domani con il sorriso e con la voglia di fare tantissime cose…

    C.

  16. volevo diventare medico, avere un marito e tanti bambini.. e cani. Meno male che c’è Frida. Comunque erano sogni che oggi non farei più. ;-)***

  17. Black Cat, leggo solo adesso. Attendo con ansia il tuo debutto. Altro che X Factor!

  18. Quello che so è che i miei sogni non contemplavano una miserabile elemosina del lavoro, con annessa lotta per una sopravvivenza dignitosa.

    Di sicuro, non sono stata brava a realizzarli.

  19. Avevo dei sogni da piccina. Diventare avvocato ed avere una bella famiglia, una grande casa e un grande amore e dei figli.
    Attualmente ho un lavoro che adoro, anche se non sono avvocato, sono al 4 trasloco da un monolocale ad un bilocale, avevo dei criceti che si sono divorati tra loro ed un uomo di 40 anni che s’è rivelato un bambino di 3 dopo due anni di convivenza.

    Ora sto ricominciando da zero. E mi sento benissimo.
    Mi sveglio ogni giorno sperando di realizzare i miei sogni.
    Ce la farò.

  20. “Beati coloro che sognano: porteranno speranza a molta gente e correranno il rischio di vedere i loro sogni realizzati. (Helder Camara) … la frase l’ho letta “da grande”, ma i sogni li ho fatti da piccola. Il primo: imparare ad andare a cavallo (effetto “Furia cavallo del west”) e nonostante non sia poi così inarrivabile non l’ho ancora realizzato! Il secondo: diventare autrice di romanzi storici. A 12 anni circa ne ho iniziato uno (con tanto di elenco dei capitoli già titolati) sulla guerra di secessione americana e un altro su Corradino di Svevia. Entrambi i progetti si sono arenati in pochi mesi, ma credo che mia mamma li conservi segretamente da qualche parte. Com’è finita? Che sono diventata giornalista ;-)

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