Esco in terrazzo: condizioni meteorologiche perfette.
Dove sono sono, ogni anno non posso perdere il rito estivo della notte di San Lorenzo.
Luna assente, cielo limpido, stelle milioni di milioni. Decine di desideri pronti come colpi in canna.
Mentre sto prendendo posizione, ecco la prima: una meraviglia di stria rossastra solca il cielo sopra la mia testa. Nell’ansia m’impappino, dimentico il desiderio e soprattutto la indico con il dito, cosa che, ho scoperto da Placida, non si deve fare mai, pena l’annullamento del desiderio.
Poco male, mi dico, è solo la prima di una lunga serie.
Due ore dopo, rattrappita sulla sedia a sdraio, piedi e mani intirizziti dall’arietta di mare della sera, il contatore delle stelle cadenti totalizza ancora quella prima, solitaria coda di luce.
L’unica cosa che ho rimediato è la cervicale dolente.
Vado a dormire esprimendo almeno il desiderio che il collo non mi faccia così male per tutta la notte.
Delusione plurima.
Dicono – gli scienziai – che ci saranno il 13. Ci deve essere anche una dotta spiegazione scientifica, ma non la ricordo più.
(e una volta piove, e l’altra c’è troppa luce, e che barba…;-*)
delusione stellare?
Da me pioveva, però quest’estate ne ho già viste 3.
Comunque il 10 è vagamente indicativo, guarda Wikipedia per maggiori dettagli.
Ma quando scambieremo per stella cadente il bidone dei rifiuti della ISS sarà altrettanto romantico? E soprattutto, che succederà dei nostri desideri?
Luca: dì pure una delusione cosmica.
Placida e Stefano: riproverò il 13, collo permettendo…