Tante belle cose, come sempre, a Fa’ la cosa giusta. Tra borse con le frangie, incenso, Gruppi di Acquisto Solidale, l’immancabile Slow Food, i ragazzi con i dread, le bomboniere eque (già dato, grazie), ho scoperto anche gli assorbenti biodegradabili al mais (una settimana al mese, da un sacco di anni, inquiniamo come petroliere per cui, benvenuti) e i mattoncini colorati sempre in Mater-Bi che sostituiscono i Lego, prossimo regalo per i cuginetti.
Mi sono piaciute le t-shirt di Altromercato perché per la prima volta provano a tracciare una vera filiera di un capo di abbigliamento, partendo dal cotone, coltivato nella regione Argentina del Chaco da famiglie di campesinos, lavorato in una fabbrica 600 km a sud di Buenos Aires, riaperta insieme agli operai tessili che ci lavoravano prima del crollo argentino, e confezionate a Matanza, una delle zone più depresse e ad alto tasso di disoccupazione dei dintorni della capitale, da una cooperativa di sole donne, La Juanita.
Poi però mi sono fermata una buona mezz’ora dallo stand del Movimento uomini casalinghi-Vivere con cura dove si distribuivano volantini come quello che vedete sopra e si spiegava a un paio di ragazzi attoniti il piacere ludico e creativo dei lavori domestici, rivendicandone il diritto.
Ma prego, fate pure. Avercene.
Per gli interessati, trovate il libro ufficiale del movimento fondato da Antonio D’Andrea nel 1985 qui
la trovo una cosa talmente scontanta e spontanea che scriverla mi sembra retorico…. ma tenuto conto del mondo in cui viviamo scriverla è il minimo
Bello slogan…quasi quasi lo appendo sopra il letto. ;-)***