Vado a insaponare la corda

Devo fare un ciclo di massaggi per sistemare il mio collo dopo il piccolo incidente di un mese fa.
Prenoto e mi siedo in sala d’aspetto circondata da arzille vecchiette con capelli prugna e azzurrini. Attendo.
Dopo qualche minuto esce da un cubicolo una montagna umana in camice bianco: un metro e novanta di muscoli ipertrofici con tanto di tribale intorno al braccio sinistro. La faccia, però, è da buono. Sembra giovanissimo.

“Venga”, mi dice soave.

Inizia a impastarmi collo e spalle e a chiacchierare (per fortuna dopo poco passa al “tu”, forse ha notato l’assenza di calze elastiche). Gli chiedo come mai fa questo lavoro, se gli piace e quanto tempo ha studiato. Aggiungo:

“Sembri giovanissimo”
“Beh insomma, giovanissimo, ho 25 anni”
“Beh, insomma? Come sarebbe a dire? SEI giovanissimo, beato te”
“Eh, perché, tu quanti anni hai?”
“Eh..34…”

“Ah, va beh, ma non ti preoccupare: con la durata della vita di oggi, sono niente…”

Chissà se ora che mi ha rimesso in sesto il collo il cappio intorno farà meno male?

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