Dopo la pausa dello scorso anno (immediato post parto) sono tornata alla BIT, per fare quella che scrive di viaggi senza farne (futuri genitori, se vi dicono che dopo la nascita del pargolo non viaggerete più, credeteci. E’ tutto vero).
Grande novità (?) quest’anno, il Bit Channel, canale tv dedicato ai viaggiatori, dove potranno uploadare i loro video e vincere dei premi (Turisti per caso, anyone?). Comunque, un’edizione decisamente sottotono, molti stand vuoti (un amico espositore mi spiegava che tanti hanno disdetto all’ultimo minuto), una sezione Mondo un po’ sguarnita (lui si è offeso perché mancava uno stand come si deve dedicato agli Usa, e ha ragione. C’erano solo NY, Florida, Texas e Massachussets), una sezione Italia ipertrofica con stand di Calabria, Sicilia, Lombardia e Veneto praticamente in scala 1:1.
Chiaramente, non è una fiera per giornalisti: le cartelle stampa erano tutte o già finite o mai esistite. Gli addetti stampa erano previsti nel 10% degli stand ma il materiale, appunto, era finito eccetera. “Magari mandate una mail”. Occhei.
Il turismo della crisi si fa sentire: molte destinazioni a breve-medio raggio, riscoperta di itinerari a piedi e in bicicletta, viaggi in traghetto venduti come “minicrociere”. Le crociere vere, peraltro, continuano ad andare molto bene, con Costa e MSC che inaugurano una nave dietro l’altra. Tira molto l’Australia, prevedibilmente visto il polpettone cinematografico e anche il presunto effetto fertilizzante del laghetto che ha aiutato la Kidman a concepire. Grande interesse e ottimi numeri anche per il Brasile che, a sorpresa, si rivela molto women friendly. Pare che gli abitanti siano tra i meno machisti dell’America Latina e Rio abbia vinto il premio come città più galante e gentleman del mondo. La mia spiegazione è che, con le brasiliane a disposizione, chi glielo fa fare di importunare le altre donne?
Comunque.
Funziona molto quel grande parco divertimenti che è Dubai (m’incuriosisce molto; prima o poi ci andrò). Sette milioni di visitatori e una mega attrazione, Dubai Land, in costruzione fra un hotel a mille stelle e l’altro. Va sempre tantissimo il turismo termale (Slovenia, soprattutto) e quello per così dire culturale: in Austria (Linz capitale europea della cultura), Spagna (100 anni di Costa Brava e Anno Giubilare a Santiago), Belgio (Anno del Fumetto a Bruxelles e apertura del nuovo Museo Magritte il 2 giugno). A Berlino c’è il Museo dedicato a Dalì appena inaugurato. A Buenos Aires un po’ di tutto tra cui Festival del cinema indipendente e Fiera del libro. A Ischia il Music Tourism Workshop, a giugno. In Gran Bretagna evento fashion-storico con i 50 anni della Mini, icona Swinging Sixties, in Irlanda 25 anni della Guinness nel museo dedicato a Dublino. Per i bambini: il Brooklyn Children’s Museum ha riaperto a settembre dopo lavori di rinnovo ed espansione, che lo hanno reso totalmente ecosostenibile. Per i bibliofili: a Pordenone per Pordenonelegge; a Mantova per il Festivaletteratura; a Stoccolma per la Millenium Mania, tour e visite guidate organizzate nei luoghi dei libri di Stieg Larsson (ma anche per l’apertura dell’Abba Museum, a giugno, sull’onda del successo di Mamma Mia). Chi vuole andare più in là , si spinga a Beirut, nominata dall’Unesco capitale mondiale del libro 2009.
Infine, io continuo a pensare che la locuzione “turismo religioso” sia un ossimoro ma i numeri mi smentiscono, così come il fatto che alla BIT abbiano dedicato un workshop a pellegrinaggi et similia.
Torno a casa con la solita frustrazione (per fare i viaggi che desidero ci vorrebbero almeno due vite, un sacco di soldi e nessun impegno lavorativo e familiare), con negli occhi un bellissimo tango regalato dallo stand dell’Argentina, la solita voglia di vedere (come minimo) Buenos Aires e il Costarica e la certezza che Barack Obama è diventato un prodotto di consumo: vedere per credere il nuovo Obama Trail, tour tra Springfield, Chicago e i musei dedicati alla schiavitù.
Buonissimo pomeriggio a tutti,
Non sono andata al BIT proprio perchè mi fa già invidia e acidità di stomaco solo vederne i relativi servizi sui TG; cosa c’è di più bello di viaggiare?Ma davvero niente più viaggio dopo un bambino…AHAH!!! Io ho un marito tendenzialmente polentone, che saltuariamente riesco a smuovere,il quale per altro non uscirebbe manco dall’Italia, ragion per cui da 14 anni ogni anno in maggio mi faccio una vacanzina tutta al femminile con la mia mamma, una sua amica e relativa figlia mia coetanea (praticamente 2 sessantenni e 2 trentenni), e di solito ci lasciamo ispirare proprio dal BIT!
A proposito, quest’anno la meta è la Tunisia, suggerimenti e tips in merito? Grazie di cuore e un abbraccio.Martina
Ciao,
un consiglio: a Dubai vacci di corsa, prima che diventi ancora più turistica di quello che è, e cerca di frequentare i posti meno frequentati dai turisti: ne vale la pena.
A me Dubai piace da morire, mi piace girare da sola, contrattare, mangiare, curiosare e vestirmi con l’abaya.
E ci puoi andare anche coi bimbi, anzi! Più bimbi hai, meglio ti accolgono :-))
Per quanto riguarda Stoccolma: ma è così famosto Stieg Larsson? Io mai letto, ma mi han detto che non è niente di che…
:-) Prova Asa Larsson, non parente!
Volevo andare anche io in BIT per visitare lo stand svedese, ma poi sono andata in palestra e non ho più avuto voglia di andare in fiera.
Ciao!
p.s. Massachusetts non Massachussets. E’ il mio stato preferito, sogno di andarci a vivere.
martina: della Tunisia mi ha deluso molto il mare (ero a Djerba), ma ho amato molto le escrusioni nel deserto e soprattutto a Tataouine.
la.stefi: ok, su Dubai mi hai convinto! Per il refuso: ultimamente sto facendo la sagra dei refusi, non so cosa mi stia succedendo. Distrazione. E comunque a Boston ad esempio vivrei molto volentieri anche io.
Grazie!!!Noi probabilmente andremo dalle parti di Mahdia (quindi se qualcuna ci è già stata sono curiosissima) mi hanno sconsigliato un po’ tutti Djerba per il mare e per gli hotel, io amo tantissimo il deserto quindi penso che avrò di che pascermi gli occhi!Deserto a parte,se non ci sei mai stata ti consiglio un posto che a me è rimasto nel cuore (forse anche perchè ero in viaggio di nozze!) ed è stata una sorpresa assoluta, probabilmente il mare più bello che abbia mai visto in vita mia: Cipro. Un sogno.Unico neo: un po’ troppi inglesi tipo hooligan accoppiati a consorti rubiconde che sembrano transatlantici, ma a parte questo è da togliere il fiato.Forever traveller!!!
Lo so che non dovrei dirlo, ma non ci credo che coi bimbi non si viaggia più…E’ questione di deciderlo oppure no. Ovunque il Europa o negli Stati Uniti si vedono famiglie di turisti. Ho visto famiglie (straniere naturalmente) girare l’Italia in treno con bambini sotto i 5 anni. In India ho visto anche una giovane coppia inglese con un bimbetto di non più di un anno! (questo forse è un po’ eccessivo …) Invece noi in Italia appena facciamo un figlio prenotiamo in un villaggio in Puglia (se va bene) o alla pensione di Cervia (se va male) e restiamo lì come balene spiaggiate per tutte la durata delle ferie, finchè il pargolo non è al liceo.
Forse è perchè vogliamo stare comodi, siamo troppo pigri, protettivi, paranoici sull’igiene e l’alimentazione, e a volte abbiamo anche bambini troppo capricciosi o abitudinari.
E dimentichiamo che nel concetto di viaggio, relativa scomodità e capacità di adattamento devono essere impliciti, anche perchè abbondantemente ricompensati dalle emozioni. Altrimenti rinunciamo pure all’idea di viaggiare (difficile perchè il turismo è ormai un prodotto di mercato e non viaggiare è come non avere il tv a schermo piatto o il Blackberry) e limitiamoci ai soggiorni balneari senza troppi rimpianti :-)
Perché un ossimoro il turismo religioso? Beh, io probabilmente non faccio testo, in viaggio di nozze sono andata in Israele e Giordania con un tour completo di guida biblica ;-) L’idea originaria era un fai-da-te, ma il problema di visti e dintorni ci avrebbe impedito di entrare nei territori palestinesi (e quindi non vedere Betlemme, per esempio). Alla fine siamo andati (incrociando le dita) con il classicissimo pellegrinaggio-in-terrasanta organizzato e abbiamo avuto una bellissima sorpresa! Tutto fantastico a partire dal gruppo: si andava dalla vedova allegra giramondo alla famiglia con 4 figli (per nulla lagnoni, sarà che avevano la mamma olandese?), dall’insegnante nonché cavaliere del Santo Sepolcro allo psichiatra pluridivorziato in viaggio con il suo nuovo amore e tante domande…
Rossa: tu hai perfettamente ragione e anche io ho sempre ammirato le famiglie (solitamente straniere) che giravano il mondo con bimbi anche piccolissimi al seguito. ti dico cosa succede quando hai un figlio (di solito, eh: insomma, a me è successo): sei molto più stanca e molto più impegnata, e ti riesce difficile programmare un viaggio che, giocoforza, sia più dettagliato di quando a partire eri sola, modello uno zaino e via. Più dettagliato perché la madre italica è paranoica? Probabilmente. Poi, per viaggiare con un bimbo bisogna essere in due. Se uno dei due vorrebbe andare e l’altro è super ansioso, nove volte su dieci il genitore “avventuroso” lascia perdere. Anche perché, se si parte e al bimbo viene una normalissima febbre, apriti cielo: “te l’avevo detto, io”, eccetera eccetera. Insomma, non è impossibile; più difficile, sì. Ma non ho (ancora) deposto le armi: ora che Bea ha un anno, si prova a ripartire.
Aranel: per me è un ossimoro perché io adoro viaggiare ma non sono per nulla interessata alla religione, in generale. Per cui mi suona strano partire avendo come obiettivo un pellegrinaggio, fermo restando che molte zone dove incidentalmente esistono testimonianze religiose sono bellissime. Ma, appunto, ci farei del turismo, non del turismo religioso. E’ solo questione di approccio, credo, non di bellezza dei luoghi.
Io di mio (non avendo però ancora figli) sarei molto aderente al modello straniero, viaggi con mamma e papà, sicuramente in posti anche adatti alle loro esigenze e conformemente alla loro età, ma mio marito è invece moooolto aderente al modello italico, pochi o zero viaggi aerei, i bimbi piccoli in aereo soffrono, niente viaggio oltre le 2 ore nei primi 5 anni di vita e via strafalcionando. Sarebbe però ben felice di fargli fare 8 ore in macchina invece che una di aereo “perchè è più comodo”….ma si può????Nessuna ha situazioni simili tali da potermi consigliare?Vorrei sistemare sta cosa se possibile prima di avere un pupo e appendere le valigie al chiodo…I miei mi hanno sempre portata praticamente dapperttutto e gliene sono stragrata, solo non so come far passare sto concetto….di solito sono le mamme ad essere un po’ delle pigne in questi ambiti e i papà sono più avventurosi, io sono l’eccezione!Un bacione a tutte!
Siamo almeno in due, Martina, fidati :-)
Che bello!!!Da sempre una delle frasi che mi ha dato più consolazione nella vita è “mal comune mezzo gaudio”!
Sto tentando di convincerlo ad andare via per Pasqua…stasera provo con metodo di convincimento classico….
Un bacio enorme anche a Beatrice, nome nella top ten dei miei preferiti, lo associo però a una bimba bionda, la tua è bionda?
Rossa: sono d’accordo al 120% con te. Giusto qualche settimana fa si discuteva di questo con una mia amica, la quale sostiene che i bambini in aereo urlano e danno fastidio a tutti perché si annoiano, dunque è ovvio che i genitori non possano più andare verso mete lontane.
Io forse sarò fortunata ma ho sempre trovato bambini che non urlano in aereo, fatto salvo qualche neonato. Gli altri si annoieranno pure, ma insomma: possono passeggiare, parlare, giocare e guardare la tv.
Devo dire che però molto dipende dal tipo di famiglia: quelli che ho visto io erano o stranieri oppure italiani abituati ai viaggi. Se invece mi si parla di persone che non si muovono mai e però ad agosto costringono i pupi a un viaggio su un charter, forse la cosa è diversa.
Forse sono I GENITORI a non saper viaggiare, dove viaggiare implica accettare le diversità e anche le scomodità di non essere a casa propria. Accettare che in THE USA non si mangiano gli spaghetti e che il caffè ristretto fa schifo, ma accettare di assaggiare (almeno!) quello americano, prima di dire che “fa schifo”.
A mio parere l’italiano medio è troppo abituato ad associare le vacanze esclusivamente alla spiaggia, perciò qualsiasi altra destinazione è sgradita. Figuriamoci poi quando si fa un figlio: è chiaro che torna più comodo andare al mare a Pinarella di Cervia che a Santo Domingo. Tanto ci si limita a stare sdraiati ad abbronzarsi!
Questo è perlomeno quello che deduco dai discorsi che faccio con mia sorella, le mie amiche con figli e numerose altre coppie senza figli che si fasciano la testa ancora prima di essersela rotta.
Io voglio credere di essere diversa anche in questo! Se non altro, per un sano egoismo!
Forza e coraggio Blimunda (che poi è MaSSachuseTTs. Eh eh eh!).
I bimbi più molesti secondo me,sia in aereo che a terra, sono quelli che non vengono mai portati da nessuna parte e le uniche volte che li portano a fare un giretto, hanno come meta i centri commerciali, che credo siano quanto di più allucinante ci sia, io ci esco sempre con un mal di testa da competizione! E’ vero che la spiaggia a 30 km da casa è più comoda e magari costa anche meno (ma non sempre) e può anche andare bene con bimbi molto piccoli, ma se sia ha la possibilità di fargli vedere un pezzetto di mondo che vada oltre la riviera Adriatica,credo sia un grosso dono che gli si fa, anche per il futuro.Non so se mi toccherà questa fortuna, vista l’italianissima visione della faccenda che ha mio marito…
Sante parole, Martina.
Mi ha colpito incontrare, somenica scorsa al centro commerciale dove sono andata a fare la spesa, la cassiera del supermercato vicino a casa mia, la quale non trova niente di meglio da fare che andare di domenica nella fotocopia del luogo in cui lavora? Roba de matt!
Sul discorso soldi non si può dire nulla: io ho fatto le mie vacanze per anni e anni nello stesso posto, piccolo, vicino a casa, perché non avevamo altre possibilità.
Quindi capisco che muoversi in aereo in 4 non è come muoversi in 2.
Ma ci sono tante altre cose da fare prima di tapparsi in casa.
Verissimo!!!Mi fa moltissima rabbia però vedere quei genitori che stocono il naso se gli si para davanti l’ipotesi di andare con i figli in vacanza, che ne so, magari anche per un week end, in una capitale europea, poi però pagano a rate l’iPhone o si indebitano fino alla pensione per la BMW.Questo secondo me è la quitessenza del superfluo (e della stupidità diffusa), non un viaggio coi tuoi figli.Se poi guardi bene, ora come ora che la crisi che attanaglia tutti i settori non sembra dare tregua, anche i tour operetor si sono dati una mossa e quasi sempre nelle formule All Inclusive i bimbi sotto i 12 anni viaggiano e soggiornano gratis. Quindi, anche a fronte di una ridotta capacità d’acquisto, è sempre questione di scelte.Penso che portare i bimbi all’Oasi del WWF la domenica piuttosto che al centro commerciale a ungersi le mani con le patatine di Mac Donald sia sempre meglio. O no?