Buon compleanno Faber

Nel 1979 avevo pochi anni, sette per l’esattezza.

I miei genitori, in quel momento decisamente illuminati, mi portarono a vedere Fabrizio De Andrè in tour con la Pfm. Sapevo poco di De Andrè e ancora meno della Pfm. All’epoca le mie passioni musicali erano due 45 giri: La Bella tartaruga e O Ba ba luu ba di Daniela Goggi. Ebbene sì.
Era, credo, la prima volta che andavo a un concerto. Al Palasport di Genova, che mi sembrò enorme. Del concerto ricordo tantissime luci sul palco e un diluvio di musica, Fabrizio al centro seduto con la chitarra che si scostava i capelli dagli occhi con la mano.
Il 18 febbraio, domani, De Andrè avrebbe compiuto gli anni. Ieri, casualmente a Genova, sono andata a sentire con gli amici di sempre Buon Compleanno Faber, concerto tributo con la PFM.
Inutile negarlo: sentire gli stessi identici arrangiamenti che ho ascoltato dal vivo da bambina e poi imparato a memoria su vinile e cd, aspettare la sua voce e sentire entrare invece quella di un volenteroso ma lontanissimo Franz Di Cioccio è stato uno choc. Per il quale lo stesso Di Cioccio quasi si scusa: “Le note sono le stesse di allora, la voce no. Perdonateci”.
Però è stata un’emozione, tanti ospiti, alcuni azzeccati come una brava Mariella Nava che ha cantato molto bene Princesa, con il coro finale tradotto in genovese anziché in portoghese (non se n’è accorto quasi nessuno, ovviamente). Gli inossidabili New Trolls in una bella versione di Creuza de Ma e Sarah Jane Morris che ha interpretato in inglese Amore che vieni amore che vai. Mi ha lasciato perplessa la presenza di Shel Shapiro che parla come Alan Friedman sotto acido e ha eseguito un’imbarazzante e irriconoscibile Fiume Sand Creek in inglese, trasformata in marcetta da saloon. Divertente invece Zirichiltaggia con i Tazenda, da brividi Amico Fragile con la chitarra di Mussida, liberatoria Il Pescatore con tutti sul palco e l’ingessatissimo pubblico genovese che, arrivati alla fine, pareva dare qualche segno di vita.
Insomma, dopo 28 anni ho rivisto più o meno lo stesso concerto e questo già ha dell’incredibile.
Lui non c’è più, ma noi continuiamo a ricordarlo, come sempre trasversalmente, senza limiti di età. Nostalgici suoi coetanei, trenta-quarantenni come noi, ventenni che sapevano a memoria ogni parola, persino bambini che ballavano felici su Volta la carta. Automatico pensare a Beatrice, a casa con la nonna, e sperare che un giorno anche lei ascolti quelle canzoni.

E poi il ricavato andava in beneficenza. A proposito, il tour arriva anche a Milano e Roma.

8 thoughts on “Buon compleanno Faber

  1. l’anno scorso sono andata al concerto che c’è stato qui a milano, c’erano dori ghezzi e fernanda pivano tra il pubblico e credo di averne parlato anche qui. quest’anno potrrei anche replicare.

  2. Fammi capire….Eri CASUALMENTE a Genova e NON ti sei fatta sentire/vedere? Ffffft! (soffiata da gatta)

  3. Il mio primo concerto la Pfm avevo 10/11 anni, mentre i miei coetanei ascoltavano Sheila and B. devotion, inutile dire che ho i cd loro quelli di Faber, e pure il Dvd con figlio e figlia… insomma siamo sul pezzo…….. e vedere Di Cioccio e il resto deve fare sempre un bell’effetto anche se la voce è un pò cambiata

  4. Mitì: ero a Genova, ma mia mamma ci ha fissato un tour di nonne, zie, amiche e parenti talmente fitto che neanche me ne sono accorta. Ma torno, oh se torno :-)
    Dania: questione di sopravvivenza!

  5. Però anche “La Bella Tartaruga” non era male, dai.
    Oltretutto, sempre farina del nostro sacco…genovese, visto che era di Bruno Lauzi.

  6. “La Bella Tartaruga” Uber Alles, ci mancherebbe. Fra l’altro anticipò di anni la tendenza degli ultimi tempi di rallentare i ritmi e combattere lo stress: la tartaruga come metafora di uno stile di vita migliore. Che volere di più?

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