Kay Rush, una web addicted

 E’ una fresca italiana: ha appena giurato fedeltà alla Repubblica. Ma è anche una voce inconfondibile della nostra radio, un’amante degli sport estremi, una sommelier, una conduttrice tv, un’attrice. Leggere il suo cv fa girare la testa: ipercinetica ed eclettica.
Ma anche molto morbida (la passione per i vini la dice lunga) e soprattutto innamorata della tecnologia. Quella che fa comunicare, che mette in relazione idee e persone. E voglio parlare con Kay Rush proprio della sua passione per
internet

Tu e la Rete: quando c’è stato il colpo di fulmine?

Ho un sito web, bilingue, da circa sette anni: oggi ospita anche il mio blog personale, che cerco di aggiornare tutti i giorni, o comunque molto spesso. Adesso mi sto lanciando anche con il moblog, il mobile blog che riempirò con i miei MMS. Adoro navigare: farei tutto con internet (e ride, con quella risata contagiosa): mi diverto, mi informo e risparmio tempo.

Cosa ti piace di più di internet?

Il fatto che la Rete sia internazionale. Non è solo un “coltivare il tuo giardinetto”. Ti consente di parlare con tutto il mondo in un attimo. (E per lei, padre americano e madre giapponese, deve essere davvero importante non avere confini geografici). E poi è anarchica: non ci sono, o ci sono meno, limiti e barriere.

Ma tu sei un po’ vittima della tecnologia?

Assolutamente no. La amo, uso, ma so quando è il momento di smettere. Non sopporto quelli che camminano, oppure sono a cena, e mandano sms. Così non vivono più, non godono più nessun momento della loro esistenza: sono sempre a testa bassa a schiacciare tasti. L’altra sera, ad esempio, ero al concerto dei Depeche Mode: sono rimasta sconvolta dalla quantità di gente che faceva foto col cellulare. Credo si siano persi il concerto, per catturare l’attimo giusto! Questo è davvero assurdo.

Pensi che le donne si stiano avvicinando all’hi-tech?

Dipende: secondo me è una questione di fasce d’età. Per quello che vedo e sento, sono soprattutto le più giovani a usare i nuovi mezzi di comunicazione senza problemi. A parte mia mamma, ovviamente (ride): giapponese, programmatrice, alla quale devo probabilmente il mio amore per tutto ciò che è tecnologico!

Una collega che è un disastro col Pc?

Ah! Debora Villa, (la Patty di Camera Café, ospite fissa del programma di Kay Rush Hour): cerco di convincerla da mesi ad aggiornarsi, ma lei proprio non ne vuole sapere!

Senti, ma sul tuo blog scrivi davvero tutto ciò che vuoi?

Beh, io scrivo sul blog di RadioMonteCarlo che, ovviamente è “istituzionale”: su quello parlo solo del mio programma. Sul mio blog personale cerco di essere libera, senza filtri. Ma a volte è difficile esprimere tutto ciò che penso, anche perché sono
conosciuta. Il mio sogno è aprirne uno completamente anonimo, dove sfogarmi davvero. Magari bilingue, italiano e inglese…

Cosa farai nei prossimi mesi?
Ancora tanta radio, che amo molto perché è come internet: spontanea, immediata, senza filtri. Per quello adoro la diretta. Mi piace parlare in tempo reale con gli ascoltatori e avere un feedback immediato. Esattamente come quando scrivo un post sul mio blog. Poi c’è il romanzo che sto scrivendo, che mi occupa tutto il tempo lasciato libero dalla radio. Conta che ho anche un marito, che giustamente reclama attenzioni. E poi prima dell’estate sarà finito il restyling del mio sito: una bomba!

6 thoughts on “Kay Rush, una web addicted

  1. La radio, il blog, il libro, e anche il marito, come cacchio fa?

    Io al momento ho la trasmissione, il blog, il fidanzato, e già mi strappo i capelli (il libro è parcheggiato, ovviamente).

    Lei però è stata una figura fondamentale della mia adolescenza. La cara vecchia Kay.

  2. Si, aggiungi che fa sport estremi ed è sommelier (che sono comunque tre anni di corso…). Bah, io col poco che faccio alla sera sono a pezzi. Lei invece, leggera come una libellula. Misteri.

  3. La verità è che non lavora (lavoro vero, intendo). Vive di rendita o si fa mantenere.
    Facile così, tutte saremmo capaci di fare mille cose (sport estremi compreso) e poi essere belle fresce alla sera.

  4. @ pentolina: cosa intendi per “lavoro vero”? Andare in miniera? Certo, lavorare nel mondo dello spettacolo dell’informazione può sembrare più divertente e gratficante, ma è comunque un lavoro. A quanto mi risulta, e a quanto sento alla radio, Kay lavora tutti i giorni. E molto bene anche ;-)

  5. oltre che un ottima professionista, rimane nei miei sogni come splendida donna.

  6. mi ha SEMPRE fatto 1 grande impressione,IPER positiva, fin dai tempi di DiscoRing in cui d cognome faceva qlcosa come “sandwich” … 1 mito!

    credo che alla base d tutte queste su attività, svolte AL MEGLIO c sia 1 grandissima passione ke fa superare anke i mom d stanchezza fisica e mentale e soprattutto 1 costanza e 1 bravura fuori dall’ordinario…

    quanto al lavoro,anch’io faccio 1 d quelli ke la gente chiama “falsi lavori”, ma solo xché nn produco cose MATERIALI che rimangono nei secoli come 1 casa, nn penso d “faticare” d meno! …anzi… ;D

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