Il mio amico Beppe, che i libri li mangia, respira, conosce e infine vende, dice che più di un libro gli è sembrato un esperimento scientifico o quasi. Freddo, poco coinvolgente, come uscito da un laboratorio.
Io, che l’ho comprato e letto sulla scia di recensioni prone e omologate, del fascino dello Strega e di un autore giovane, carino e belloccio (ok, le mie colpe le ho ammesse tutte) non posso che concordare.
Perché La solitudine dei numeri primi mi ha sì colpito con i due capitoli iniziali forti, facendomi pregustare un romanzo denso e interessante. Ma poi si è sfilacciato in una storiella cupa ma al tempo stesso leggera, evanescente, con personaggi poco incisivi, monodimensionali, dialoghi forzati e poco credibili. Come un buon vino che ha un magnifico boquet e ti solletica il naso, ma quando lo assaggi e scivola via quasi fosse acqua.
Insomma, il libro dell’estate 2008 è stata una mezza delusione, un prodotto di marketing perfetto per ramazzare lettori e premi un tantino esagerati. Peccato.
anch’io!!!! dopo aver letto i primi due capitoli ho inviato un sms entusiastico ad un’amica e sempre sulla stessa onda sono corsa ad acquistarlo visto che era il suo compleanno!!!(per me l’avevo preso in biblioteca) attendo con angoscia che mi dica qualcosa … qualsiasi cosa :(
buona fortuna Jill…. il prossimo libro che scrivo pensavo ad un titolo
La cefalea delle radici quadre
o anche
la sensualità delle curve delle grondaie
“la sensualità delle curve delle grondaie” … dimmi quando esce che questo potrei regalarlo ad un amico!! :lol:
Tutto quello che esce dal cappello magico di Baricco è marketing.
A volte marketing di qualità ma sempre marketing…
Non c’è un lieto fine,anzi manca il finale esplicito,ma è coerente con il tema sviluppato,l’impossibilità di realizzarsi nonostante i presupposti